Altissimo (Monte) da Pian della Fioba alla galleria del Cipollaio. Variante e Traversata in Cresta

Altissimo (Monte) da Pian della Fioba alla galleria del Cipollaio. Variante e Traversata in Cresta
La gita
vicente
5 26/01/2013
Accesso stradale
Tutto ok fino alla cappella, possibilità di parcheggio sulla dx

Giornata contrassegnata dall’elevato rischio valanghe. Mentre percorrevamo il malagevole sentiero che porta al Passo Greppia, abbiamo attraversato due poco beneauguranti coni di slavina. Giunti a poche centinaia di metri in linea d’aria dal colle, non ce la sentiamo di fare un traverso con pendio successivo che ci avrebbe portato al colle (rumore WOUM sotto i piedi). Che fare dunque? Ci leghiamo e attacchiamo i risalti rocciosi, erbosi e nevosi sul lato dx idrografico delle pareti che rinserrano il canalino che si stacca sulla sx (torrente in secca), sperando di poterci poi ricongiungere in qualche modo con un traverso più sicuro al Passo della Greppia. Ci rendiamo ben presto conto però che ciò è impossibile, così rimontiamo tutta la ripida costiera rocciosa/erbosa/nevosa che ci porta a sbucare in mezzo al canale, che a questo punto si fa largo e prospetta varie possibilità, in un luogo estremamente selvaggio, che ricorda le Grigne o addirittura certe creste del Gruppo del Bianco. Decidiamo di portarci gradatamente verso destra, cioè verso NE, sempre sfruttando vari camini e tratti rocciosi di varia difficoltà (il centro del canale è da evitare per il rischio scaricamenti). Con passaggi anche di un certo impegno, e quattro ore e mezza dopo la partenza dall’auto, siamo sulla cresta N.
Incontriamo delle persone che hanno rinunciato all’Altissimo per via della neve non in buone condizioni. Seguiamo le loro tracce fino al grande risalto roccioso che difende la cresta dell’Altissimo, e lì decidiamo di provare a salire, mettendoci i ramponi. Con una delicata ma divertentissima arrampicata, con qualche tiro vinciamo questo tratto, stando proprio sul filo. Non lo lasciamo più fino in vetta, cavalcando una fantastica cresta nevosa (di tanto in tanto, possibilità di protezioni intermedie su minimi spuntoni per far conserva protetta). Raggiungiamo la vetta sette ore dopo esser partiti dall’auto, alle 15.30. Tornare indietro per lo stesso percorso non sarebbe consigliabile, data la sua complessità. Perciò optiamo per il versante del Vaso Tondo. Discesolo con attenzione, arriviamo alla cava, e lì decidiamo di andare sul sicuro, rimanendo sulla (lunghissima!) via di cava fino alla galleria del cipollaio. Da lì, con due autostop, arriviamo all’auto a buio fatto.

Una salita eccezionale, veramente da ricordare!
Grazie a C. Ispodamia che ha tirato da primo sulla nuova variante, che abbiamo esplorato un po’per caso un po’ per necessità, e mi ha così permesso di conservare le energie per superare ogni titubanza e tirare da primo sulla delicata e stupenda cresta finale!

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