Alantur (Punta dell’) da Ribordone, anello per Prascondù, Colle Vardlà e Passo di Betassa

Alantur (Punta dell’) da Ribordone, anello per Prascondù, Colle Vardlà e Passo di Betassa
La gita
blin1950
5 06/02/2016
Accesso stradale
Nessun problema

Parcheggiato l’auto a bordo strada, a monte della curva della piazza, attraversato il ponte in pietra, risaliti tra le case e sbucati sulla stretta dorsale, poco dopo si incontra il canale coperto di Crosa-Somavilla, risaliti e fiancheggiato le rocce della dorsale, su terreno ripidissimo e verso quota 1010, su una magra traccia di animali, iniziato il traverso a destra, sempre su terreno ripidissimo, per poi arrivare alla conca boscosa più pianeggiante dove sono ubicati i ruderi delle baite Giuent, m. 1112. Da Giuent, saliti più o meno in verticale per poi seguire una traccia di animali che con un traverso in salita a sinistra raggiunge la dorsale; risalito la traccia lungo la dorsale, qualche tacca rossa su alberi, ed in breve abbiamo raggiunto l’Alpe Monte, m. 1371. Sempre su dorsale siamo saliti a raggiungere la Cima Tirolo, m. 1601, quindi per cresta alla vicina Punta della Croce, m. 1606. Continuato il percorso di cresta fino al Colle Vardlà toccando la Punta ‘at Pian d’Alars, la Punta dell’Alantur ed il Dente della Vecchia. Risaliti al Roc delle Teste, Punta Busiera, Truc d’Almin e salita al Cristo Redentore. Discesa sulla dorsale est verso quota 1853, dove svoltando a sinistra su sentiero delle mucche, abbiamo raggiunto l’Alpe Arzola; breve pausa nella pietraia antistante le baite per visionare i contenitori metallici oggetto dei “ Lanci alle truppe partigiane” da parte degli alleati. Discesa su sentiero GTA a Talosio, proseguito su lato opposto della strada, sulla vecchia mulattiera di Gabadone fino a Rafur, poi su strada, alla Crosa, discesa al ponte e ritorno sul canale coperto Crosa-Somavilla. Concluderei dicendo che è stato un gran bel giro, però c’è un problema sul tratto iniziale che, come segnato sulla carta Mu, da noi percorsa, non è per niente raccomandabile per via della ripidezza dei pendii da percorrere; secondo nostro parere molto meglio una volta raggiunto il canale coperto seguire in piano il canale e quando le pendenze dei pendii migliorano salire più o meno in verticale a raggiungere i ruderi di Giuent.

Gran bel giro! Anche se, come molto evidente dal commento tecnico, non corrisponde al più semplice tracciato dell’itinerario originale e va inteso pertanto come variante possibile. Grazie a Franco per la bellissima proposta e per la bella giornata trascorsa in allegra compagnia.

Link copiato