Aiguille Madeleine (Aiguille) Toi Toi Mon Toit

Aiguille Madeleine (Aiguille) Toi Toi Mon Toit
La gita
enzo51
4 18/09/2019
Accesso stradale
nessun problema

Noi abbiamo attaccato alla base del gran diedro per una placca di 5c con un passo di 6a a meta’, fino a una sosta all’interno del diedro. Impensabile attaccare il muro di 6b di poco piu’ a dx quantunque ben spittato senza un minimo di preriscaldamento. Non va dimenticato che il tracciato pur avendo tutti i connotati di una via da falesia, e’ stata concepita e realizzata in ambiente d’alta montagna, particolarmente severo all’ombra delle Jorasses, con la vetta che sfiora i 3000m., e corde fisse come per accedere al bivacco, cosi anche per l’attacco della via, un approccio nell’insieme complesso e a dir poco faticoso.
Intrapreso da L1 cosi raggiunto (sicuramente riferito ad altra via) a salire l’aggettante faccia dx del gran diedro, la successione di spit (gli unici), che vedevamo dalla sosta.
Spittatura comunque ravvicinata e tale da consentire di azzerare un minimo le difficolta’, a nostro giudizio nell’ordine del 6b.
A un certo punto nasce l’equivoco, spit piu’ nessuno a indicare la linea da seguire. Diritto impossibile per un enorme tetto incombente, a sx la liscia e verticale faccia destra del diedro, nessuna protezione a far capire che su di qu’ non si sale. Non resta che ascendere alla destra, rimontare una rampa (friend medio per uscire), e scoprire che ci eravamo ricongiunti alla via come da relazione di camptocamp, che seguiremo fedelmente fino in vetta.
Via nel complesso molto dura per quanto ben protetta, di un eccellente granito, non manca negli abbattimenti tra un tiro e l’altro roba che muove.
Le lunghezze non vanno mai oltre i 30 /35 metri di sviluppo. Sufficienti 8 /10 rinvii . Non serve integrare, si risolve il tutto grazie all’abbondanza di spit a garantire la sicurezza in ciascun singolo passaggio.

Ostinati come sempre a fidarci delle vecchie abitudini dure a morire, tra le quali omettere di consultare guide o meglio internet a tenerci costantemente aggiornati su tutto cio’ che serve e interessa sapere al momento, preso a salire da Friboudze come da sempre si era fatto in passato. Troppo alti ormai per capire che proseguire (oltre una barriera di rocce al di sopra, e un torrente in piena alla nostra destra) , non c’era verso. Morale..ridiscendi di almeno 300m (di dislivello s’intende) a cercare il punto dove finalmente guadare, e cosi riprendere il cammino verso il bivacco, quando bastava proseguire in auto ancora un pezzetto ad arrivare allo spiazzo con palina di fianco.
Tradotto in cifre, raddoppiati tempi di avvicinamento da 4 a 6 ore, a 1600 i m. di dsl., 6 di sera al bivacco, direi anche fin troppo di lusso, alpinistica facile tecnicamente, faticosa fisicamente a tirar canaponi issati su per ripide scarpate.
Per contrasto viene considerata arrampicata una linea di salita dove ti devi fare un mazzo boia ad arrivare alla base anche se passati per un bivacco, solo perche’ costellata di spit, mentre si dichiara alpinistica una salita dove per gran parte, tolto i due punti, dove si tirano dei canaponi, si cammina..e qui sta il paradosso!
Con Patrizio..per quest’anno va bene cosi..

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