4Km
- L1 (25 m) – Si attacca un ripido diedro proprio sul margine del grottino, per poi aggirare a dx una prua di roccia che lo chiude, e guadagnare così un gradino con alberello di sorbo (IV; 1 ch. e alberello da rinviare anche per tenere la corda staccata dalla prua).
Ripreso il fondo del diedro, lo si segue fino al termine, uscendo sull’ampia cengia erbosa che taglia l’intero versante, a poca distanza da tre solidi alberi cresciuti sotto lo spigolo di un successivo corpo di roccia (III e III+; 2 ch.; sosta su albero di pino con cordino e maillon di calata). - L2 (30 m) – Ripartendo da un albero di leccio appena oltre lo spigolo (dove conviene trasferire la sosta) si scova uno scivolo di roccia che poi forma un ampio e netto diedro.
Raggiunto il fondo del diedro (II e III; possibilità di friends medio-grandi) lo si sale sfruttando varie tacche sul muro di dx (IV+; 2 ch.); non appena il muro di sx forma una specie di cornice, la si afferra, per uscire e ristabilirsi all’interno di una specie di grottino (V+ atletico; 2 ch.; sosta su 1 ch. nel fondo del grottino da rinforzare con friends di media misura).
L’uscita verso sx impone un movimento violento in massima esposizione, su roccia talvolta bagnata… in alternativa, si può uscire verso dx per rocce meno aggettanti ma più compatte, per poi ritornare verso sx poco sopra al grottino, alla base di un canalino (V+ delicato, proteggibile allungando bene il terzo chiodo, e piazzando un friend medio-piccolo su lama rovescia; sosta su alberello e cless. con cordino di kevlar alla base del canalino). - L3 (20 m) – Dalla base del canalino si taglia in diagonale verso dx per facili risalti, in direzione di un isolato albero di pino; oltre questo, si guadagna il centro di una terrazza erbosa, alla base di un più ampio e compatto muro (III; possibilità di friend di media e piccola misura; sosta su 2 ch.).
- L4 (35 m) – Il compatto muro si vince sfruttando una spaccatura obliqua verso sx; raggiunto così un contorto alberello di sorbo, si prende il fondo di un diedro-canale, che esce ad una seconda terrazza erbosa (III+ e III; 2 ch.).
Ritornando a salire verso sx, si vince dunque un’ultima paretina che si erge a difesa del punto più alto della rocca, costituito da una affilata e panoramica cresta, con affaccio sulle sottostanti cascate del Rio Cu du mundu (IV; 3 ch.; sosta su cless. attrezzata sull’ultimo spuntone con fettuccia e maillon di calata).
Rientro:
con una calata obliqua sul versante opposto a quello di salita (oppure disarrampicando lungo la cresta di roccia) si raggiunge il terrazzino dove iniziano le calate della “Via normale” (25+25+25) e della via “Nido d’aquila” (25+50); in ogni caso, raggiunta l’ampia cengia erbosa che taglia l’intero versante, si può traversare fino alla prima sosta della via, da dove si attrezza un’ultima calata di 25 m esatti, utile per ritornare all’attacco della via se occorre recuperare eventuali materiali.
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