Agugliassa (Punta) traversata dal Col di Coi a Punta Pleng

Agugliassa (Punta) traversata dal Col di Coi a Punta Pleng
La gita
eugenio88
5 11/07/2021
Traccia GPX

Itinerario di soddisfazione, da ricercare, che seppur mai difficile tecnicamente, richiede di sapersi districare bene su terreni dove non sono presenti indicazioni o tracce evidenti, nè per l’avvicinamento, nè in via, nè per il rientro.

Partiti dalla conca del Rif. Barbara alle 8.30 circa, abbiamo mantenuto il sentiero diretto al Manzol fino all’attraversamento del secondo rio (a differenza di quanto indicato nella relazione di Gulliver, dove si dice di deviare dopo aver incontrato il primo ruscello), questo perchè, dopo aver tentato di seguire la traccia indicata e segnalata con bolli blu, l’abbiamo presto persa. Abbiamo quindi preferito optare per un percorso oggi più evidente, anche se non segnalato: giunti al secondo ruscello, abbiamo abbandonato il sentiero principale per dirigerci vero il Canale che conduce al Col d’i Coi (allego traccia gps al commento). Il canale è per lo più erboso e si sale agevolmente, solo qualche masso instabile obbliga a un po’ di cautela in alcuni passaggi.
La cresta S dell’Agugliassa parte direttamente dal colle: noi l’abbiamo percorsa tutta in conserva media protetta, con una corda intera, friends dallo 0.1 al 2 BD e qualche cordino. Tenendo prevalentemente il filo ci si diverte e si riesce sempre a proteggere bene (non seguire i bolli blu per forza, indicano la via di discesa della via Michelin che esce in punta al torrione, sfruttando spesso le parti erbose). La roccia è nel complesso ottima.
Dal torrione in poi i bolli blu, in ogni caso, scompaiono ma l’itinerario è evidente. Abbiamo percorso sul filo anche la cresta N, da fare in discesa per il Passo Agugliassa, leggermente più tecnico ma certamente più sicuro che non passare sui pendii erbosi, molto ripidi e improteggibili, ai lati del filo.
Da qui verso la Punta Plenc non si incontrano più particolari difficoltà, ma occorre essere veloci perchè la meta è ancora lontana. Noi abbiamo comunque deciso di restare legati, variando tra conserva media e corta, mantenendo quasi sempre il filo, ci si protegge sempre con la corda stessa senza necessità di utilizzare altro materiale. E’ comunque necessario arrampicare e disarampicare ancora diverse volte. Presenti numerose tracce di animali ma non esiste nessun segno che indichi la via migliore, nemmeno ometti in pietra, in linea generale, anche qui seguire tendenzialmente il filo.
Dalla Punta Plenc abbiamo deciso di scendere seguendo il costone NE/E a causa della nebbia che, puntuale, invade la Val Pellice nei pomeriggi estivi.
Anche qui non esiste sentiero evidente: in generale, dalla cima guardando verso il lato Barbara individuare una sella verso destra in basso (faccia a valle) e poi dirigersi verso isolati larici già visibili dalla cima. Il percorso migliore è da intuire (difficile con nebbia: noi abbiamo utilizzato un gps cartografico per riuscire a valutare le curve di livello correttamente man mano che si procedeva).
Carta Fraternali: scendere lungo il costone NE/E che conduce dalla vetta della Plenc verso il Chiot dei Sali e poi verso la località prativa di Content. Di qui si riesce agevolmente a intercettare una traccia, usata dalle mandrie, che porta direttamente alle Grange del Pis nella conca del Barbara, senza dover scendere alla strada asfaltata da dove diparte la strada del Barant, evitando così di perdere dislivello inutilmente.

Tempo nostro totale: 10 ore, cercando l’itinerario, procedendo con prudenza e proteggendo ovunque possibile.
Considerare che lungo tutto l’itinerario non si incontra acqua, se non all’inizio e alla fine. Consiglio di portarne 2 litri circa a persona.

Gita di ricerca in tutti i sensi, ma che garantisce di potersi muovere in un angolo della Val Pellice assolutamente isolato: sicuro non si fa coda sulla via, difficile incontrare compagni di gita umani sull’itinerario.
Consigliatissima per gli amanti dell’osservazione naturalistica, la zona pullula di animali e in questo momento dell’anno le fioriture sono spettacolari.

Con Aline, instancabile “esploratrice” di queso genere di itinerari, tutti da riscoprire.

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