- Accesso stradale
- Salendo presto non si paga l'ecopass
- Traccia GPX
- Salita e discesa dal Barbara
Il bivio nei pressi del secondo torrente è segnato da scritta sbiadita, il sentiero ovviamente in questo periodo si vede poco perché pochissimo frequentato (aggiungo gpx) ma è abbastanza evidente dove bisogna andare e si cammina abbastanza bene. Cianai di Coi sempre poco piacevole, ripido e spezzagamba ma non troppo franoso. Discesa lato Prà prima su pietraia abbastanza ferma e poi traverso su erba ciula, pietraia finale molto smossa ma brevissima. Con 8° al Barbara e un freddo becco in partenza (sole solo dalle 10:30), su L1 non ci abbiamo manco provato e abbiamo azzerato il breve tratto iniziale sui cordoni presenti (ancora buoni). L2 anche con 2 corde e allungando i rinvii genera attriti, ma bisogna apprezzare l’intuito di Michelin e portare pazienza. L3 con partenza expo, poi via via più facile. L4 breve ma bello e super-chiodato (1fix e 2 ch.). Personalmente mi sono ancora piaciuti molto L5 e L8, con passaggi eleganti ed estetici. La roccia all’inizio sembra delicata e un po’ loffia ma in realtà è sempre sana, salendo diventa ancora più grippante e affidabile (ovvio, siamo in montagna e occorre bussare prima di tirare lame grosse), qualche pietra sulle cenge l’abbiamo comunque tolta. Le soste a noi sono sembrate tutte comode e spaziose tranne S2, ma lo spazio quello era, non cambiava niente farla 2m sotto. Sono sufficienti 8 rinvii (prevedere qualche allunghino), i tiri sono max 25m in basso e fino a 45 in alto (L8). Noi avevamo friend #0.4-1BD, consiglio assolutamente anche lo 0.3 (lo avremmo volentieri usato 3-4 volte) e magari il 2. Comunque chiodatura sicura e ben integrabile (pieno stile Michelin d’antan). Da L7 ho preferito togliere le scarpette e salire in scarpe d’approach (consigliato se si è abituati a scalare in scarponi, si sale più comodi su bella tacche e poche placche). Dall’uscita della via abbiamo ancora proseguito in corda corta sulla facile cresta Sud fino alla vetta dell’Agugliassa (non così vicina come possa sembrare). Discesa un po’ da ricercare (i bolli blu ormai si vedono poco), esposta ma mai difficile, generalmente restando sempre sotto il filo lato Barbara. Rientro al Barbara dopo 9h spaccate per un’ottima fetta di torta e panache da Cinzia.
Okay che sono di parte, che la via va contestualizzata al posto e che nelle Alpi ci sono linee assolutamente più eleganti, ma per il luogo secondo me è un piccolo capolavoro. La parte bassa è la prova della grande intuizione degli apritori che con traversi esposti hanno evitato tratti strapiombanti e creato una linea piacevole e sempre scalabile. La parte alta si semplifica ma resta molto grimpante e divertente, mai noiosa e su ottima roccia. Con Gianmario, abituato ai camini chamoniarde quindi figuriamoci sugli spigoli della val Pellice.