Aconcagua Via Normale dei Pionieri

Aconcagua Via Normale dei Pionieri
La gita
giada
5 19/01/2008

Trovato meteo e condizioni della montagna ottime! Peccato che le stelle che si possono dare sono solo 5….

Eccomi alla mia prima avventura extraeuropea e per la prima volta in alta quota, con tutte le preoccupazioni e le incognite del caso! Già non sapevo se partivo perchè una brutta tracheite mi ha portato a prendere 10 giorni di antibiotici finiti il sabato prima della partenza senza grandi risultati, e un colpo della strega che il 30 dicembre mi vedeva in ospedale con una bella flebo di antidolorifici e poi una settimana di antinfiammatori! Mi metto tutto alle spalle dicendo: male che vada mi faccio una vacanza!! Parto da Genova (con una bella provvista di medicinali) l’8 Gennaio con iglis, tutti e due con il piumino che a mala pena ci faceva star tiepidi e sbarchiamo il giorno dopo a Mendoza in Argentina con 42° centigradi….siamo in 10 con la Guida. Dopo un giorno in città per gli acquisti dei viveri e del permesso per salire “La Cumbre” così viene chiamata L’Aconcagua ci avviamo con un pulmino stracarico verso quel di Penitentes, piccola stazione sciistica posta a pochi km dal confine Cileno, ultimo posto con alberghi dove si ritrovano quasi tutti quelli che vanno o vengono dall ‘Aconcagua, dove si può comprare o affittare eventualmente del materiale mancante prima di intraprendere la nostra avventura.
Il giorno dopo con delle scassatissime jeep andiamo al posto dei guardiaparco di Horcones a 2950m.e intraprendiamo la nostra avventura dopo aver espletato le formalità con i guardiaparco.
Le tappe le ho descritte nella relazione sopra. Arrivati al campo di Confluencia abbiamo montato le tende e qui abbiamo già trovato un’anteprima di quello che sarebbe stato il campo base, poi abbiamo fatto due passi nei dintorni e prima di sera ci siamo sottoposti alla prima visita medica nella tenda del servizio medico che c’è ai campi bassi. Il giorno dopo tappa di trasferimento al campo di Plaza de Mulas 4350m.(c’è chi preferisce andare al Campo Francia sotto la parete sud dell’aconcagua e poi tornare a dormire a confluencia per concedersi un giorno in più di acclimatamento) in un ambiente grandioso! quasi tutte le cime che ci circondano sono sui 5000 m. e più alte di qualsiasi cima da me salita fino ad allora. Un gran caldo secco, vento, un sole ustionante e un polverone incredibile ci fan compagnia tutto il giorno, assieme alla fatica che si fa sentire e alle interminabili carovane di muli che trasportano i carichi al campo base.
Qui ci riposiamo e così anche il giorno dopo, sola trasgressione una gitarella al rifugio Plaza de Mulas a circa 20′ dal campo base.
Il 14 gennaio si comincia a salire, andiamo al campo Canada a 5050m. a piazzare il primo campo e a portare un pò di materiale. Supero per la prima volta i 5000 m. e sto veramente bene! Speriamo di continuare così! Dopo qualche ora in quota scendiamo nuovamente al campo base a 4350 e ci concediamo un’altra giornata di riposo. tutte le mattine veniamo svegliati alle 8-8.20 dagli elicotteri che arrivano per portare al campo materiali e pattuglie dei guardiaparco e per portare giù gli sfortunati andinisti che quotidianamente stanno male ai vari campi e devono essere evacuati in elicottero.
Campo base: un posto incredibile, con un viavai di alpinisti, pardon: andinisti multicolor, era molto facile sentir parlare italiano e trovare qualcuno con cui scambiar due chiacchiere. un’infinità di tende grandi e piccole, il posto di controllo medico dove ci si sottopone a visite di controllo giornaliere, internet e telefono via satellite per chiamare casa(pensare che volevamo affittarne uno per tenerci in contatto con i famigliari!), ristoranti, e persino una galleria d’arte e una web cam che diffonde le immagini della vetta dal campo base per tutto il periodo estivo. qui scopriamo che abbiamo cambiato inutilmente dei dollari in italia perchè tutti prendono gli euro senza difficoltà, anzi! Sinceramente tutto mi sarei aspettata fuorchè di trovarmi in una “piccola cittadella”, sicuramente non si ha il senso dell’isolamento qui nonostante il luogo dove ci troviamo! Tempo sempre splendido, al giorno in tenda non si può stare si raggiungono anche i 40°, mentre come va sotto il sole la temperatura precipita sotto zero. Al mattino ci si alza tardi, solo dopo che l’ombra della Cumbre lascia il campo ai raggi del sole!
Mercoledì 16 si parte e si tornerà solo dopo esser saliti in vetta alla Cumbre. Prima tappa per il Campo Canada, il tempo è sempre splendido e incredibilmente caldo, alle 10.30 di sera fotografo il tramonto e non fa niente freddo!
L’indomani ci si trasferisce a Nido de condores a 5560m., i più in forma montiamo le tende avvolti da una bufera di vento scatenatasi all’improvviso: le tanto temute avversità atmosferiche si fanno sentire, nel giro di poco tempo siamo avvolti da nuvole, neve e vento!
Poi il tempo migliora verso sera ma il vento non cessa e nella notte non ci fa chiudere occhio per paura che si portasse via la tenda con noi dentro!
L’indomani giornata di riposo, tempo di nuovo splendido, gironzoli vari nei pressi del campo, con vari viaggi a un laghetto incassato per rifornirci d’acqua. Al campo è presente un gabbiotto tipo piccola rulotte dei guardiaparco e nella mattina vediamo portare giù dai campi alti gente che è stata male e deve essere scesa ai campi bassi in fretta.
In giornata vediamo anche arrivare tre tedeschi dal campo Berlin a 5900 m.che la notte precedente hanno avuto la tenda distrutta dal vento e han dovuto rinunciare alla vetta, intanto scopriamo che in quota il vento è molto forte e quasi tutte le cordate che hanno intrapreso la salita alla vetta han dovuto rinunciare per il vento che buttava letteralmente a terra!
Il 19 alle 4.45 del mattino partiamo, il freddo è pungente e già a Berlin a turno cominciamo a non sentier più qualche dito dei piedi o delle mani. Finalmente al colle sopra ci accoglie il sole, fin qua poca neve gelata qua e la, da qui inizia un pendio regolare innevato ma che su buona traccia risaliamo senza ramponi. Siamo slegati ma cerchiamo di rimanere uniti.
Giunti a Independencia a circa 6380 m. ci rifocilliamo e mettiamo i ramponi, in breve arriviamo al portezuelo del viento e poi il gran traverso. La fatica e la mancanza d’aria si fanno sentire, fortunatamente non si fa sentire il tanto temuto Viento blanco che il giorno prima ha precluso la vetta a tutti, e splende un magnifico sole!
Dopo questo interminabile traverso (Qui i tempi si fanno lunghissimi) giungiamo alla temutissima canaleta, gli ultimi 300 mt ad una pendenza del 30- 35% circa che richiedono anche 4 ore per essere saliti e dove i più gettano la spugna e si ritirano, anche oggi. Tanti lasciano qui lo zaino, ci rifocilliamo nuovamente cercando di bere, ma quello che manca è l’aria! si cerca di fare 20 passi ma al rallentatore e poi ci si ferma per riprendersi: Ci sono nell’ultimo pezzo gli agenti della pattuglia del soccorso d’alta quota di mendoza e la cosa conforta un pò gli animi, siamo veramente in tanti, forse 150 persone malcontate: già si fa fatica a andare avanti, vedi chi barcolla e chi scivola, il terreno è franoso, misto neve, ghiaccio, terra, pietre. E poi finalmente dopo una fatica bestiale (lo sapevo, ma un conto è saperlo un’altro provarlo!!) e l’ultimo riposo sono in vetta!!!!!!
La Cumbre, la vetta più alta delle Americhe! Che emozione!!! Sono le 15.45 ,11 ore da quando siamo partiti E’ stupendo, ci facciamo i complimenti, facciamo le foto, firmiamo il libro di vetta, mangiamo qualcosa, l’acqua è già finita da un pò!
Non fa freddo, per la quota ma comunque saremo sui -20°, non c’è vento, l’aria è secchissima! Son contentissima, a parte l’aria che manca sto benissimo e non ho avuto alcun problema nonostante i miei guai prima della partenza e la prima volta così in alto: 6962 m. ancora non riesco a capacitarmene!!! Ma ora bisogna pensare alla discesa che è più pericolosa della salita come sempre e qui ancor di più!
Dopo breve iniziamo la discesa non banale e anche lì facciamo la nostra bella fatica (non mi era mai successo in discesa). Avessi un pò d’acqua….la gola è asciuttissima, fortunatamente ho delle caramelle per il mal di gola che ingurgito e distribuisco agli amici.
Incontriamo qualcuno che sta male: lavoro per la pattuglia di soccorso dietro di noi, uno è persino caduto giù dal traverso fortunatamente qualcuno è riuscito a prenderlo dopo pochi metri prima che rotolasse giù al nido de condores!
Giunti al campo a nido de condores ci concediamo il meritato riposo senza neppure mangiare, l’unica cosa è bere!
Il giorno dopo smontiamo il campo e carichi come “muli” stanchi ma pieni di energia per la bella impresa, scendiamo al campo base e qui andiamo a festeggiare con pizza coca cola e birra da tato!! Poi una tappa al rifugio per spedire qualche cartolina e comprare qualche ricordo da portare a casa.
Il giorno dopo fatti i bagagli e espletate le formalità burocratiche con i guardiaparco, ci avviamo per la lunga e interminabile tappa del ritorno.
In tutto per salire in vetta da quando siamo partiti abbiamo impiegato 9 giorni, poi ce ne sono voluti 2 per scendere e tornare al luogo di partenza.
Alla sera siamo in albergo, finalmente una doccia e poi lauta cena per continuare i festeggiamenti….per noi la montagna è stato un successo e felicemente messa in saccoccia con bei ricordi e sicuramente il nostro stato d’animo è molto diverso da quando siamo stati qui l’ultima volta, ci rivediamo ora nei visi di chi è qua per andare alla “cumbre” con i dubbi e le preoccupazioni di chi deve ancora vivere la sua avventura e non sa come andrà a finire!
Siamo stati fortunati: dal giorno dopo il tempo sulla “Cumbre” è peggiorato e chi doveva salire ha avuto non pochi problemi e molti han dovuto rinunciare.
Il giorno dopo visto che abbiamo 4 giorni di vacanza insperata decidiamo di andare al mare in Cile e via.
Anche questa è stata una bella esperienza con le spiagge di Vina del mar e i suoi ristoranti e casinò dove abbiamo continuato a festeggiare con pesce, ciliegie e angurie: a gennaio….per poi far tappa alla capitale Santiago del cile molto bella e vivibile!
Purtroppo il tempo era poco e ci ritroviamo presto a Mendoza dove ci aspettano 30 ore di viaggi aerei e attese con tre scali. E qui purtroppo dopo queste belle giornate passate assieme dobbiamo dividerci dagli amici e riprometterci di incontrarci al più presto per rivivere assieme la cosa e perchè no, magari progettarne altre.
Con Iglis ci ritroviamo a Genova il 27 gennaio dopo 19 giorni dalla partenza con un freddo che sentiamo ancora di più visto che veniamo dall’estate sud americana e con i cari amici Edy e Gigliola che sono venuti a prendermi all’aeroporto e hanno voluto abbracciarmi per primi e farsi raccontare il tutto, ma come potete immaginare il viaggio di ritorno in auto non è bastato!
Oltre a loro due che mi hanno sostenuto prima della partenza Un ringraziamento a Nives e Romano per i suggerimenti e i consigli, a Pai che mi ha aiutato a preparare i bagagli e le cose da portar giù (vista la sua esperienza di grande alpinista) dove vedevo nei suoi occhi un pò il rimpianto di non esser lui a partire….nonchè per gli utilissimi consigli che mi ha dato per la spedizione!! Un saluto ai miei cari compagni di viaggio che non conoscevo prima ma con cui mi sono trovata benissimo, da subito è nato tra noi l’affiatamento che ci ha permesso di divertirci e portare a casa un bel ricordo di questa esperienza: Adriano, Bianca (duracell), Carlo, Gian Franco, Iglis, Milena, Silvia, Stefano e Vittorio.
Un saluto e ringraziamento agli amici e compagni di montagna che hanno atteso notizie da casa e un saluto e un ringraziamento particolare al mio compagno che mi ha dato la possibilità di fare questa spedizione che ha vissuto da casa con non poca apprensione!
Ciao a tutti e scusate se mi sono un pò dilungata ma è stata un’esperienza bellissima e ogni giorno che passa la apprezzo sempre più e son sempre più felice per questa bella impresa riuscita alla mia prima esperienza del genere!!
Cosa chiedere di più!!

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