4.1Km
NB: nessuna stazione di rifornimento di carburante in alta valle ... regolarsi di conseguenza prima di imboccare la ripida e a tratti stretta strada per Antronapiana.
Primo giorno. Dal Lago di Antrona 1100m. al Bivacco Cingino 2300m. 1200 metri di dislivello. Si lascia l’auto al parcheggio nei pressi del ristorante (unico della zona) e ci si inoltra sulla destra orografica salendo dalla sponda Sud del lago, prima su sentiero e poi percorrendo la strada asfaltata, per arrivare al lago di Campliccioli, 1320 m. (si potrebbe raggiungere in auto che però al ritorno si dovrà andare a recuperare con qualche problema in più; la sbarra è abbassata ma non c’è divieto e si può sollevare)
Si sale quindi a sx della diga, entrando nella breve galleria con le rotaie della vecchia decauville, percorrendo la sponda sin. sino alla fine del bacino. Si attraversa il ponte e ci si porta sul lato idrografico sin del torrente Troncone. I sentieri sono ben segnati, si toccano gli alpeggi Casaravera e successivamente Lombraoro di sotto, poco dopo le baite si segue l’ indicazione “Cingino” e si inizia la salita nel bel bosco di larici fino all’ alpe Saler (1912), in alto si può vedere la casa dei guardiani del lago di Cingino. Si entra nella valletta sotto la diga fino ad attraversare il torrente che fuoriesce dall’ invaso, poi ci si porta a sin e si sale su ripido sentiero oltrepassando l’alpe Cingino e quindi in breve si raggiunge il Bivacco Cingino che rimane leggermente defilato in basso a sinistra della casa dei guardiani. Costruzione in pietra, 12 posti, con ampio spazio, pentole, bombole ma nessun fornelletto, luce prodotta con pannelli solari, tavolo e sgabelli; fontana nel retro del Bivacco, ampio panorama sulla vallata.
Secondo giorno. Si scende in direzione del lago per attraversare la diga, famosa per i branco di stambecchi che si arrampicano fin quasi alla verticale per leccare i sali contenuti nelle pietre di rivestimento: spettacolari evoluzioni degli animali che non sembrano accorgersi dell’esposizione…
Giunti sull’ altra sponda si scende a dx per circa 100 m. fino ad arrivare all’ imbocco sopraelevato del tunnel dove corre la condotta forzata: entrata in muratura con porta di ferro e cartelli segnatori. Dal lato Cingino all’uscita a Cresta Rossa 2,8 Km, altezza 1,80/2,00 metri, (attenzione alla testa,) larghezza 80 cm. circa, tempo di percorrenza 30’ circa. Entrando sulla sx si trova l’ interruttore d’ accensione con un timer che garantisce un’ ora d’ illuminazione, quindi premerlo anche nel caso si trovano le luci già accese. Tassativo avere con se una lampada frontale in caso di necessita’. Esiste un’uscita intermedia che si affaccia sul dirupo della m0ntagna, prestare attenzione ai residui di ferro e plastica nonché ai cavi arrugginiti che ostacolano il cammino. Il tunnel è spesso semi allagato con pozzanghere di discrete dimensioni che non agevolano il cammino, e dotato di passarelle per le situazioni più impegnative. All’ uscita del tunnel dirigersi verso la diga di Camposecco inizialmente in piano sul camminamento in cemento poi salendo la sede delle rotaie per un dislivello di 150 m. che diventa estremamente ripida nella rampa finale. A sinistra della Casa della diga in pochi minuti si arriva al Bivacco Camposecco. recentemente inaugurato, molto bello, da nove posti, interno in legno, luminoso, pulito e accogliente. (1h30 dal Bivacco Cingino)
Il percorso per il Rifugio Andolla, oltrepassata la diga del Lago di Camposecco, sale sulla sin. orografica della valle ed è da subito decisamente impegnativo: si tratta appunto di un itinerario segnato sì ma non un sentiero, solo qualche traccia che sale sul ripido tra sfasci di valanghe e frane con blocchi di pietre di ogni dimensione, un caos primordiale che spezza il ritmo della salita. Nella pietraia e tra le balze erbose sospese, non è facile intravvedere il percorso di salita ma cercando e seguendo i bolli bianchi e rossi, si arriva alla base di un canalino roccioso, servito da catene in buono stato, come gli ancoraggi, che aiutano e facilitano la salita altrimenti molto delicata su terreno ripido, impervio e instabile. Si possono trovare anche tratti di roccia compatta con appigli e appoggi. (Potrebbe essere utile aver imbrago e cordino per maggiore sicurezza: non è una “via ferrata” ma non si possono neppure considerare “mancorrenti” …) Si arriva dunque dopo circa 100 metri di “arrampicata” al Passo delle Coronette (2690 m.) sulla cresta di Camposecco, frastagliata e aerea. Si tratta del punto più alto della traversata.
Si scende obliquando leggermente a dx per poi dirigersi a sinistra seguendo sempre i segni bianchi e rossi del GTA: anche qui nessun sentiero ma solo indicazioni di percorso, che, soprattutto in inizio di stagione, è tutto da scoprire di metro in metro. (Il gestore del Rifugio Andolla ci ha poi detto: ”se me l’aveste chiesto, io vi avrei sconsigliato in questo periodo …”)
Si segue un ideale percorso in diagonale verso sinistra, contornando l’anfiteatro segnato da enormi residui rocciosi di valanghe e frane con massi accatastati e spesso instabili, seguendo ometti, paletti rossi e bolli, (attenzione ai nevai) … non scendere troppo e mirare ad una morena estremamente franosa e instabile, oltrepassarla e dopo varie anse e guadi, si punta ad arrivare sotto la perpendicolare del Bivacco Varese che su uno sperone roccioso è sempre ben visibile e spicca nella sua colorazione rossa. Il percorso è articolato e riservato, si legge, ad “escursionisti esperti”, vivamente consigliati gli scarponi.
In caso di mal tempo è necessario avere tracce GPS scaricate e/o cartine interattive, altrimenti diventa veramente complesso uscire dalla pietraia e ritrovare il percorso di discesa.
Esiste ed è segnato sulle cartine un sentiero che scende direttamente nel vallone ma il gestore del rifugio lo ha sconsigliato in inizio stagione perchè presenta l’attraversamento di guadi decisamente impegnativi per la portata dell’acqua.)
Dal bivio che porta al Bivacco e ad una via ferrata, si scende su percorso più semplice, segnato ma ancora “libero”; si forma quindi il sentiero che dopo alcuni guadi, raggiunge antichi alpeggi con baite in pietra (qui non manca davvero la materia prima) ormai in disuso. Ormai su sentiero si arriva al bellissimo Rifugio Andolla, 2418 m. da tempo visibile nel prato verde. Super accoglienza e confort.
Percorso avventuroso, mai banale, divertente ma faticoso.
Andrea, l’attuale gestore del Rifugio Andolla, è assolutamente encomiabile per l’accoglienza e la gentilezza nella sua vivace professionalità, riconoscimento doveroso e sincero.
Durante questo percorso il segnale della rete telefonica è inesistente se non in alcuni rarissimi casi; al Rifugio Andolla è operativo il telefono fisso ma non c’è campo per i cellulari.
Terzo giorno. Dal rifugio Andolla, su sentiero si scende al Lago Alpe dei Cavalli e all’Alpe Cheggio (1480 m.) in 1h40 e 950 metri di dislivello negativo. Quindi autostop per riprendere l’auto. NB. Se qualcuno “ne avesse ancora” potrebbe decidere di arrivare al Lago di Antrona a piedi: dal lungo Lago dell’Alpe dei Cavalli si volta a dx al bivio ben segnato (C27/C32) su sentiero che in 400 metri di dislivello porta all’Alpe Forcola Superiore 1930 m. e quindi dal colle scende ripido verso il Lago di Antrona. (3h) Quest’ultimo sentiero è indicato sulle carte ma non è stato percorso dal sottoscritto.
I bivacchi, durante i lavori di costruzione delle dighe erano luoghi di ricovero per gli operai che sono stati rivalutati e ristrutturati per l'accoglienza di escursionisti e alpinisti.
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Itinerari
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