3.9Km
Note
Storico
100m
450m
2.3Km
2.5Km
2.6Km
2.8Km
2.9Km
La via guadagna il filo di una crestina secondaria, che fa da sponda al più ombroso canale subito a monte della cresta principale delle Rocche dell'Aguia, seguendo una linea di placche e di pilastrini che affiorano da un pendio erboso e ricco di detriti (L1-L3). Raggiunto il filo della crestina, con breve trasferimento si risale ad un forcellino, per poi ripartire verso la sommità di un ultimo secco risalto (L4).
Si guadagna così un affaccio che consente di abbracciare, da un lato, il versante più settentrionale dell’imponente cresta principale già percorsa dalla via “Nido d’aquila” (caratterizzato da ampie e tetre pareti a sbalzo sul sottostante canale) e, dall’altro lato, il versante più solatio di una più alta struttura tuttora inesplorata (caratterizzata invece da un’ampia muraglia merlata, sostenuta da un ripido spigolo).
Avvicinamento
Si guadagna così un affaccio che consente di abbracciare, da un lato, il versante più settentrionale dell’imponente cresta principale già percorsa dalla via “Nido d’aquila” (caratterizzato da ampie e tetre pareti a sbalzo sul sottostante canale) e, dall’altro lato, il versante più solatio di una più alta struttura tuttora inesplorata (caratterizzata invece da un’ampia muraglia merlata, sostenuta da un ripido spigolo).
Come per la via Nido d’aquila, fino al riparo sotto al satellite di roccia; di qui, invece di risalire verso sx all’interno del canalone a valle del primo e più imponente crestone delle Rocche dell’Aguia, si prendono talune tracce di selvatici che costeggiano la struttura verso dx e che, in breve, iniziano a risalire all’interno del più ombroso canale a monte del crestone stesso.
Sull’opposta sponda, detto canale è delimitato da un pendio di rocce piuttosto abbattute ed erbose; superata una caratteristica tana di selvatici, si raggiunge dunque un punto di scolo sul fondo del canale, sotto un grosso masso incastrato, dove il pendio presenta una serie di placche relativamente più ripulite e compatte (ometti; quota 550 m circa).
Descrizione
Sull’opposta sponda, detto canale è delimitato da un pendio di rocce piuttosto abbattute ed erbose; superata una caratteristica tana di selvatici, si raggiunge dunque un punto di scolo sul fondo del canale, sotto un grosso masso incastrato, dove il pendio presenta una serie di placche relativamente più ripulite e compatte (ometti; quota 550 m circa).
- L1 (35 m) Si attacca una bella placca lisciata dall’acqua, per poi proseguire per risalti più appoggiati e ingombri di detriti e di erba, e guadagnare un terrazzino alla base di un appoggiato pilastrino (III e II; sosta su 2 ch. e 1 cless. con cordino bianco e maillon di calata).
- L2 (30 m) Dopo aver aggirato alcuni massi staccati, si sale cercando di mantenere il centro del pilastrino; in uscita, dopo aver attraversato una fascia di detriti e di erba, si sosta alla base di un secondo vago pilastrino, ormai in vista della linea di cresta (III e II; sosta su 2 ch. con cordino rosso e maillon di calata).
- L3 (30 m) Per rocce via-via più ripide ma ben scolpite, si esce quindi ad un terrazzino sotto un solido alberello di pino, a poca distanza dal filo di cresta (II e III; sosta da attrezzare su albero, con bell’affaccio sulle sottostanti cascate del rio Cu du mundu).
- L4 (breve trasferimento in conserva+30 m) Seguendo ora il filo di cresta si aggirano alcuni altri alberelli, fino a scavalcare una punta di roccia, e guadagnare un forcellino con un grosso masso piatto, alla base di un ultimo secco risalto; scavalcato il masso in direzione di un evidente pino, si affronta il risalto a sx del suo spigolo, dove oppone una bella serie di placca piuttosto compatte (III; sosta da attrezzare su 1 ch. con cordino rosso, nella fessura orizzontale subito sotto alla sommità del risalto).
Rientro: in corda doppia sulle soste della via.
Via di carattere esplorativo, aperta da N. Pizzorni e S. Rellini in data 29 dicembre 2024, allo scopo di realizzare una prima prospezione sulle strutture a monte del primo e più imponente crestone delle c.d. Rocche dell’Aguia (o Agugia).
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