- Accesso stradale
- OK
Una bella linea quasi interamente spittata (eravamo incerti se spittarla interamente stante le poche possibilità di mettere friends, poi abbiamo optato per lasciare i pochi punti ben proteggibili senza fix), dall’avvicinamento molto comodo (forse il più comodo di Sea). La roccia è ottima, presenta solo in partenza 7-8 metri di roccia mediocre, da far attenzione. Abbiamo anche pulito e spazzolato il più possibile la via, che è già ben scalabile, anche se pioggia e ripetizioni miglioreranno la situazione. A prescindere da gradi e bellezza, un piccolo gesto per ricordare Dino, “Dinoru” su Gulliver, all’alba del settimo raduno VGV. Scalabile fino al tardo autunno.
A Dino,
Un anno fa ripercorrendo la via “Le Ruote degli Ittiti” avevamo intravisto, tra le pieghe di questo bello sperone, la possibilità di tracciare una nuova linea, completamente indipendente da quella esistente. I passaggi sembravano promettere bene e forse, pensavamo, si sarebbe potuto finalmente aprire la tanto sospirata “via facile” che di fatto in Sea non esiste.
A distanza di un anno siamo tornati, oggi il 31 di agosto, quando le ombre si fanno lunghe e si ha la percezione che ormai l’estate sta per morire, anche il classico “mese della vacanza” è finito, alla frenesia della stagione estiva, delle lunghe giornate passate a rincorrere il sole e le stelle sulle più alte pareti, si scivola verso l’autunno, con i suoi colori e la sua luce.
Oggi Sea era particolarmente bella, con le ombre che tagliavano di netto i diedri, che sembravano quasi disegnati. E lassù in alto le grandi montagne, immobili nell’attesa dell’inverno, a farci ancora una volta dono dei loro spazi infiniti.
La via l’abbiamo fatta, una bella via ma anche questa volta Sea ci ha beffato. La “via facile” si vede che non vuole proprio concederla. Non che sia davvero difficile ma nemmeno così facile da poter essere percorsa da chi magari ancora non è avvezzo a queste rocce.
In ogni caso una via per diventare tale deve avere un nome, come tutto ciò che nasce, forse essa solo non morirà mai. Allora abbiamo pensato di dedicarla a un amico che dalle alte vette non ha fatto ritorno, abbiamo pensato di dedicarla a Dino Ruotolo, “dinoru” come firmava le sue imprese alpinistiche. Quella che poteva essere la grande avventura da raccontare durante qualche gita o in una notte di capodanno si è trasformata nell’ultima; chissà forse bastavano pochi metri, ancora un traverso, una manciata di tempo rispetto a quello già vissuto sulla grande cresta, e invece Dino e il suo amico si sono per sempre portati dietro il mistero di quegli ultimi istanti.
Ci sembra giusto dedicarla a Dino soprattutto a una settimana dal settimo raduno “Val Grande in Verticale”, a cui Lui sempre aveva partecipato con grande entusiasmo, fin dalla prima edizione. Purtroppo quest’anno non lo vedremo arrivare trafelato in ritardo alla cena o alla festa di fine evento, non lo potremo vedere ma qualcosa di Lui vivrà comunque su quelle rocce.
Speriamo allora che la via sarà ripetuta, fosse anche solo per rendere omaggio e mandare un ricordo e un saluto a Dino.