Tor (Becca della) Via Abandonnée

Tor (Becca della) Via Abandonnée
La gita
enzo51
3 12/07/2019
Accesso stradale
fino a lazey per sterrata in buone condizioni poi divieto.

Ci siamo voluti togliere la curiosita’ di capire come mai anni dopo la prima salita, piu’ nessuno tolto noi oggi e’ venuto a mettere il naso quassu’..non ci abbiamo messo tanto a capirlo. Per quanto suggestivo, appartato, di gran bellezza naturale, e selvaggio possa essere..la roccia che spesso viene via, e lichene a ricoprirla per una vasta estensione a rendere parecchio insicuro il procedere, gia’ la dice lunga. Le difficolta’ seppur medeste (quarti gradi non se ne sono visti, e i III+ ammesso fossero dei III+ lo devono a mio avviso al lichene a costringere scivoloso per natura, a lavorare piu’ di braccia che di piedi. Lichene che disturbera’ sia pure in misura minore, anche nella restante parte riguardante la traversata di cresta a vetta raggiunta (fattibilissima anche quest’ultima in conserva protetta, grazie alla possibilita di far passare fettucce e cordini attorno a robusti alberelli e all’uopo spuntoni di roccia’ presenti in abbondanza. Questo da quando si attacca fino a quando si cala all’ampia ampia forcella (da dove poi di li’ la cresta riprende a salire in direzione del Tighet), da dove con una virata decisa discendente verso destra (occhio al pietrisco), si arriva al canale in vista dello spit con maillon per la calata in doppia. Doppia che puo’ essere di 30 m come di 60m, disponendo di due mezze da 60. (per il successivo tratto nel canale altrimente scendibile a piedi su detrito mobile e tale da rendere a mio avviso superflua un ulteriore seconda discesa in doppia)
No ci sono ancoraggi intermedi. Si puo’ cmq al termine della prima doppia di 30m (con una corda di 70m si eviterebbe di scendere i pochi metri restanti fino a un ripiano detritico sempre all’interno del canale. Tratto cmq facile da scendere in disarrampicata facendo un minimo di attenzione
Il cordino verde lasciato dai primi salitori vattelapesca..dopo nove anni..sta di fatto che non l’abbiamo trovato. Idem per l’ometto a inizio via, anche questo non c’era , e i tre pini cembri son diventati quattro.

Presto spiegati quindi le ragioni di questa scarsa per non dire nulla del tutto frequentazione del luogo, imputbili oltre al fatto che c’e’ da ravanare parecchio non tanto in fase d’approccio (dove cmq il sentiero a un certo punto finisce e bisogna ricercare il percorso piu’ agevole su terreno d’avventura ad arrivare all’attacco), quanto in discesa a Tornare a Tillac dal selvaggio vallone parallelo del tutto privo di sentiero. Si contorna un laghetto e dal bosco fitto si riguadagna il piano e l’auto, con rigogliosa vegetazione ovunque.
Auto che meglio sarebbe stato l’avessimo lasciata giu’ a a Lazey ( un’ora in piu’ di cammino arrivare all’attacco), a evitare il rischio di incorrere in una sanzione, per violazione della proprieta’ privata.
Sanzione che non si e’ fatta attendere a lungo, anche questa messa in conto.
Bell’avventura comunque in compagnia di Angelo e Jean Pierre.

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