Tamaro (Capanna) da Rivera

Bisognava tornarci dopo la scoppola presa con Tom una vita fà, con il memorabile capitombolo sul traverso… Il motore è decisivo nel tenere sotto controllo la fatica della salita, che è lunga e con molti tratti ripidi, e un finale piuttosto scassato… ho pedalato sul retro della capanna senza quasi accorgermene dato che ero in una nuvola… sono stato schiscio sul traverso orizzontale fino alla bocchetta data l’expo alquanto flattery… e pure dopo la bocchetta ho rispolverato il motto “non c’è vergogna” scendendo nella prima parte dove il buon senso e i ricordi consigliavano… ma poi si entra nel bosco e parte una discesa maiuscola, abbastanza impegnativa nella prima parte per sassi rocce e radici, poi per lo più scorrevole, ma comunque bella lunga e godibile… una volta a valle c’è qualche km di rientro a rivera che si può rendere un pò più piacevole su ciclabili e brevi sterrate… insomma, one level up rispetto al monte bar come impegno, ma nel complesso gita da inserire nel novero di quelle che meritano il pellegrinaggio annuale… gli unici umani li ho incontrati all’assedio della polenta nella capanna, chissà perché mi aspettavo di trovare casino… gitarella di soddisfazione!