Sbarua (Rocca), Placche Gialle – Febbre Gialla

Sbarua (Rocca), Placche Gialle – Febbre Gialla
La gita

Premessa..
La “Sbarua Centrale” (il cui scudo centrale delle “Placche Gialle” è davvero impressionante..), vista da sotto sembra un “Capitan” in miniatura a tutti gli effetti.. ed una via che riesca a salirne la mitica parete , è già di per sé garanzia di bellezza e di notevole esposizione..
La particolarità di questo tracciato è che affronta la salita sfruttando i punti deboli della parete mantenendosi costantemente sul 6a con alcuni passi anche più duri aggirando/evitando (con dei significativi traversi) i tratti verticali/strampiombanti più compatti in cui le difficoltà si aggirano costantemente sul 7a/7a+..
vedi ad esempio il 2° tiro (7a+) della “Via dei Fratelli” che parte da S1 di “Febbre Gialla” (avendone la sosta 1 in comune) o l’uscita della via “Tetti a Emme” (7a) che, da S5 di “Febbre Gialla”, potrebbe essere erroneamente interpretata come lunghezza finale più logica su cui proseguire (come è successo a noi costringendoci successivamente a tornare sui nostri passi e ad uscire verso dx sull’ultimo tiro in comune con la via de ”L’Armandone”).

La spittatura è ottima e abbondante (realizzata probabilmente dal basso visto la distanza ravvicinata in molti tratti) rendendo la via oggettivamente NON pericolosa.
Il materiale (spit FIXE) è in buono stato nonostante si tratti di acciaio normale (NON inox) datato 2005..

Ci sono però alcune considerazioni che vorrei fare riguardo la valutazione dell’ obbligatorio molto basso menzionato nella relazione iniziale..

Premetto che non avevamo con noi lungoni-anti panic, staffe o ammennicoli vari che potessero favorire o permetterci una progressione in A0 e, come tutti sanno, per determinare un grado massimo “obbligatorio”, bisognerebbe prima di tutto identificare tutti i tratti in cui, in base alla distanza (ravvicinata) degli ancoraggi fissi presenti in via, sarebbe possibile progredire in A0 (annullando di fatto le difficoltà scalatorie).
Per progressione in A0 si intende che tenendosi con una mano al rinvio sottostante, con l’altra mano si possa rinviare l’ancoraggio successivo trazionandolo a sua volta per progredire ulteriormente..
Quando, data la maggiore distanza fra i due ancoraggi tale pratica non è più fattibile e, per progredire è necessario arrampicare almeno per un tratto in libera (mani e piedi su roccia fra un ancoraggio e il successivo che può essere raggiunto solo scalando..), si definisce di fatto il limite massimo di difficoltà che si deve “obbligatoriamente” superare arrampicando in libera nel tratto più difficile della via in cui NON sia possibile progredire in A0..
In base a questo metodo valutativo universalmente riconosciuto (ma che a volte è bene ricordare per fare chiarezza..) in alcuni tratti di questa via, il grado [5a obbligatorio] ci è sembrato alquanto sottostimato!

Mi riferisco in particolare alla prima parte del 5° tiro: muretto iniziale +traverso sulla soprastante placca per raggiungere il fessurone sulla sx+prima parte fessurone (inizialmente sporco) in cui le difficoltà sono secondo noi risultate superiori a quelle riscontrate in L3 nel traverso a dx sotto il tetto (dove, anche se si tratta di pochi passi, se fatti onestamente in libera il 6a+ c’è tutto!).
Idem per quanto riguarda la prima parte del 6° tiro (diedro svaso lichenato a dx della pianta fino a mettere i piedi sulla placca superiore) dove, anche lì, secondo noi, le difficoltà sono risultate superiori a quelle riscontrate in L3 e forse anche ad L5.
In tutti questi tratti, sebbene la spittatura possa ritenersi ravvicinata ed ultra sicura (tipo falesia), obbliga comunque a fare almeno un passo in libera (mani e piedi su roccia) prima di raggiungere lo spit successivo con cui proteggersi, quindi, senza regalare nulla a nessuno, direi che il 6a obbligatorio c’è tutto!

Se poi la salita viene effettuata esclusivamente ed eticamente in libera come ha fatto Marco (Bestia) che da 1° non ha nemmeno “sfiorato” per sbaglio i rinvii mentre passava dentro le corde.. (evitando resting ed altre facilitazioni..) il tutto potrebbe diventare ancora più emozionante.. e, dato che come detto prima in L3 il 6a+ c’è tutto ed i passaggi di cui sopra, se affrontati completamente in libera, sono anche più duri, la difficoltà massima della via (salita in modo etico) potrebbe risultare superiore al 6a+.. .

Ritornando all’obbligatorio dichiarato.. un climber che in falesia sale il 5a e non oltre.. su questa via farebbe solo pochi metri all’ inizio (rinviando con difficoltà già il primo spit) per poi tornare indietro..

Protezioni molto ravvicinate che comunque non permettono di azzerare completamente i passaggi devono essere viste come un plus (la sicurezza nel nostro sport non è mai troppa..) e non certo come una caratteristica sminuente..
Se, come mi è parso di leggere in qualche precedente relazione, qualcuno desiderava una spittatura più lunga.. poteva rinviare uno spit si e uno no.. rendendo di fatto molto più emozionante la salita (sul primo tiro, dal 3° spit in poi, è possibile farlo abbastanza agevolmente..).

Nel complesso una bella via che consiglio a chiunque salga (realmente) il 6a in falesia.. su una parete esteticamente notevole e con un’esposizione che si “sente”, aumentandone il piacere durante la percorrenza..

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