- Accesso stradale
- da Praz-de-Fort per comoda strada, fino al divieto di transito ai veicoli non autorizzati
- Traccia GPX
Arrampicare alle Aiguilles Dorèes è un’esperienza unica, da quale dei due versanti si sceglie di arrivare (Trient o Saleinaz) va conquistata a ogni metro di cammino e ogni goccia di sudore lasciato in avvicinamento. Forse la logistica migliore è quella di sgropparsi una tirata unica in giornata fino all’Envers de Dorèes al prezzo di almeno 5-6 ore a passo cammellato, approcciando i giorni seguenti i diversi settori partendo dal bivacco che dista tra 1 e 2 ore circa (il passaggio dalla fenêtre Suzanne per la parete Ovest della Aig. Varappe non sembra consigliabile, pare più sicuro aggirare il costone Sud-Ovest e risalire il ghiacciaio senza particolari difficoltà oggettive).
Mantenendo un percorso un po’ più ampio del necessario verso il Promontoire si ha il vantaggio di poter distinguere meglio i settori e gli attacchi delle vie: solo su questa porzione si contano oggi una 20-ina circa di linee.
Se pensate che il granito migliore del Bianco sia ai Satelliti vi sbagliate di grosso: la differenza è che alle Aiguilles Dorèes non avete la funivia, non c’è il blasone da “chi più in alto sale e bla bla bla” e forse non trovate il compagno di corso all’attacco.
Se non vedi non credi.
Siamo partiti con un piano più ambizioso, che poi è diventato un piano B, che poi è rimasto un piano solo. E’ finito con un gran bel pezzo musicale ma con una nota stonata a rosicarmi per giorni: potevamo fare meglio?
Piuttosto fiaccato dalla salita del giorno precedente e dallo slalom tra rischiosi detriti di morena e rolling stones, con la foto da topoguida alla mano non riesco a individuare la posizione della prima via e al secondo tentativo sparacchio il calcio di rigore in tribuna: come aver corteggiato la più figa del liceo per anni e quando finalmente decide di mollarla … faccio cilecca, non una ma due volte di seguito (come cantava Pezzali? “6/1/sfigato”).
Un minuto prima di mettere le suole sulla roccia ci viene un aiuto angelico in forma di due züchitt (le uniche due presenze in tutta la conca del Promontoire) che con granitica certezza ci srotolano davanti agli occhi la meglio invenzione dell’arrampicata: la fiche granite #15 di Piola; capiamo di essere altrove ma questo altrove, a questo punto, è un gran lusso da baciarci i gomiti.