Rutor (Testa del) Via Normale da La Joux per il Rifugio Deffejes

Rutor (Testa del) Via Normale da La Joux per il Rifugio Deffejes
La gita
mau_b
5 15/10/2011

Una “due giorni” scelta apposta in autunno per i colori e la “poca gente” che questo periodo può offrire. Il primo giorno partiti nel pomeriggio da La Joux verso il Deffeyes. Vista spettacolare grazie ai tipici colori autunnali. Rifugio ovviamente chiuso ma volevamo usare l’invernale. Non abbiamo trovato nessuno ed avendo il locale tutto per noi abbiamo trascorso una serata molto conviviale col classico spirito della montagna, della luce delle candele, del cibo cucinato da noi, di una buona bottiglia di vino e.. del freddo!! Un’ora dopo il tramonto l’erba era già luccicante di brina. Non è presente un fornello quindi cena e colazione ce la siamo dovuta “portare sulle spalle” e cucinare noi. Locale in ottimo stato, peccato per la poca acqua, non del tutto pulita, presente nel serbatoio. Per evitare inconveniente abbiamo bollito quella del torrente. Il mattino dopo salita con le frontali “in costa” sulla sinistra guardando il ghiacciaio. Non abbiamo fatto tutta la morena come alcuni scrivono ma abbiamo attaccato il ghiacciaio un po prima. In ogni caso questa traccia si nota grazia ad un buon calpestio. Ghiacciao nella prima parte con crepacci apertissimi, molto suggestivo quanto pericoloso (anche se quelli peggiori sono quelli che non si vedono). Nella seconda parte invece (dove c’è il pianoro dove atterrano a volte anche gli aerei) 15 cm di neve fresca rendevano tutto “morbido, uniforme e bianco” : piuttosto pericoloso quindi. Arrivati al colle del rutor, alla capanna deffeyes, guardando indietro si vedeva solo la nostra traccia : davvero suggestivo. Fatto la cresta di misto, foto rituali con la Madonnina , ritorno al colle del rutor e discesa in direzione valgrisa. Ripidissimi i primi 50 metri di dislivello giù dal colle. Nessuna traccia, quindi il primo di cordata metteva il suo piede scommettendo se avrebbe sotto la neve altra neve, una roccia o ghiaccio. Tuttavia dopo questa primissima parte la situazione si normalizza. Il rifugio degli angeli non è a vista quindi non si deve scendere troppo bensì cercare di portarsi più a destra possibile. Nei pressi dell’ex Scavarda (nel quale non siamo però entrati)abbiamo tolto i ramponi ed incontrato le prime persone. Da lì in poi una lunga camminata fino a Bonne dove avevamo lasciato delle macchine 2 giorni prima. Uscita stupenda, un panorama selvaggio dovuto al ghiacciaio “nudo” tipico del primo autunno e all’assenza di gente sul percorso. Uscita facile ma… tantissimo da camminare!

Guidati da Ale, con Fausto, Réné, Michel, Mattia, Andrea

Link copiato