- Osservazioni
- Visto valanghe a pera esistenti
- Neve (parte superiore gita)
- Primaverile/trasformata
- Neve (parte inferiore gita)
- Bagnata
- Quota neve m
- 2000
- Equipaggiamento
- Scialpinistica
- Traccia GPX
Gli sci si possono calzare qualche centinaio di metri dopo il ponte sul torrente: partiamo con relativa calma intorno alle 8.40, il sole è già alto e la neve nel pianoro iniziale è già piuttosto bagnata, segno inequivocabile che nella notte non c’è stato rigelo, quanto meno in bass. Mano a mano che saliamo, ci rendiamo conto che la neve continua ad essere abbastanza umida e pesante, perciò saliamo di buon passo sotto il sole sempre più caldo, confidando che la quota migliori le condizioni del manto. Sopra i 2.500 m la consistenza della neve comincia a migliorare ma oggi, complici l’orario e l’irraggiamento imperterrito del sole dopo notti con scarso rigelo, non troviamo il tappeto intonso di neve trasformata che agognavamo. Una volta arrivati sulla spalla, lasciamo gli sci e percorriamo la cresta fino a raggiungere la cima a quota 3.278 m (almeno la picca oppure i ramponi oggi facevano comodo sul passaggio più ripido ed esposto). Dalla vetta panorama splendido a 360 gradi: alta val Grisanche, Cervino e Dent d’Herens, Monte Bianco e Grand Jorasses, Grivola e Grand Combin. Una volta ritornati al deposito sci e calzati gli assi ai piedi, accogliamo la proposta dell’Occitano di scendere in boucle dai pendii con esposizione nord, invece di ripercorrere i pendii con esposizione nord-est da cui si sale. Fino a quota 2.500 metri neve un pò pesante ma sciabile: seguendo le indicazioni del Maestro di sci (sciata di “coda” con curvoni ampi in velocità) la sciata è stata godibile e divertente, su pendenze sempre buone ma mai troppo accentuate. Sotto i 2.500 metri la neve diventa sempre più pesante, e la sciata ne risente: sui pendii superiori più accentati curve strette sulla massima pendenza, poi le pendenze diminuiscono, e la neve diventa sempre più bagnata, quindi poche curve filanti per rientrare sul pianoro iniziale prima del torrente, e da qui breve tragitto sci in spalla sino all’auto.
Finalmente si ritorna in Val d’Aosta – per qualcuno valli alpine piemontesi nord-occidentali 🙂 – cielo blu, panorami splendidi, ma purtroppo il “tappeto perfetto” di neve primaverile trasformata si è negato ai nostri sci. Oggi in compagnia dei Confratelli Andrea l’Occitano ed Andrea il Valdostrano, sulla cresta finale incontriamo anche Gaia ed Enrico, che ci raggiungono poi in piola a Planaval per il lauto pasto e le consone libagioni usuali.