Indispensabili piccozza e ramponi per raggiungere l’attacco (o, come abbiamo fatto noi, piccozza + bastoncino…in quanto senza ramponi al seguito; ringrazio Franca del Remondino per avercela gentilmente imprestata; in caso contrario…niente via!). C’è ancora un residuo di neve di circa 25 metri che, al mattino, si presenta molto dura. Per quanto concerne la via, l’ho trovata molto piacevole per i seguenti motivi: roccia lavorata, a tratti bellissima e con colori superbi (specie nella parte alta); protezioni in loco che lasciano spazio per integrare (necessari friend dallo 0.3 al 2 BD) comodamente nelle varie fessure; ambiente sempre rilassante. Un po’ di lichene c’è ma non disturba; alcuni tratti centrali della via un po’ discontinui ma comunque non fanno media. Ovvio, qualcosina muove, ma siamo pur sempre in montagna. Noi abbiamo attaccato verso le 11 circa ed il sole è arrivato a S1 (consiglio di non attaccare prima…con queste temperature fa freddino). Ho impiegato un’eternità a salire il secondo tiro in quando presentava una decina di metri in acqua corrente e senza poter integrare (in teoria sarebbero placche facili, se asciutte); per il resto tutto ok. Nel complesso quindi una bella via! Peccato solo per il frastuono durato una ventina di minuti dell’elicottero che ha recuperato un ferito scivolato in un canalino di neve sopra al Lago di Nasta ma bella fortuna che c’è quando serve! Ritorno al Pian della Casa mentre le ombre si allungavano, con il sottofondo musicale dei campanacci delle mucche. Con Manu.