Monviso – Cresta Est

Monviso – Cresta Est
La gita
vigiutribula
4 11/08/2025
Accesso stradale
Nessun problema

Partenza dal Sella alle 5, circa 1h per arrivare all’attacco.
C’è ancora il nevaio, noi abbiamo attraversato con i ramponi, non indispensabili, ma in tal caso utile una picca per gradinare. Il tratto è breve 20mt in orizzontale ma ripido, e
si giunge su una cengia che dá facile accesso alla cresta. Il grosso chiodo e il segno giallo, citati nella relazione, sono poco più su, ma si vedono solo quando siete sulla cresta.
Inserisco solo le note sui passaggi più “delicati” o dove credo serva qualche indicazione in più, il resto è facile, si arrampica quasi sempre su II, i molti ometti e segni di evidente passaggio aiutano nel dare la direzione, mai davvero obbligatoria.
Quota di attacco 2.850mt circa.
Primi tratti, praticamente si cammina, fino a quota 3.000 dove si trova un primo muretto di III+ da salire, due chiodi in parete, circa 20mt. Noi abbiamo fatto un tiretto.
A quota 3.200mt si incontra la prima targa in metallo in memoria di Maria Quaranta.
Si passa a dx si intravede un chiodo in alto, integrabile bene con un paio di friends.
Sulla cengia sopra al tiro c’è un chiodo con un paio di cordini, si integra facile con uno 0,4 Bd per fare una sosta e recuperare.
Tiretto facile ma molto esposto.
A quota 3.450 si raggiunge la targa ai piedi del S. Robert (per noi ore 8,50).
Aggirato a sx, scendendo un paio di metri si trova una larga cengia rocciosa, percorrerla per pochi metri e poi risalire dritto per una 50ina di mt, attraversare il canale salire ancora su buona roccia in breve ci si trova dietro al S. Robert.
Quota 3.650 (ore 10 per noi) si incontra la famosa deviazione per la via della Lepre (fa paura solo a vedere il passaggio, ampiamente segnato da grossi bolli gialli).
Alla base parte il tratto più “duro” della salita, una evidente spalla, con un
grosso chiodo alla base dove fare sosta.
Un po’ ostica la partenz, IV+, ma dopo i primi 3 mt molla e diventa più easy.
La spalla è protetta con un cordone blu a 3mt, un cavo di acciaio a metà ed un cordone verde (attenzione è incastrato solo il nodo, ergo si rinvia ma non volateci sopra😅) tiro integrabile con un paio di friend medi.
Noi abbiamo fatto un tiro, circa 25mt, sul terrazzino sommitale si riesce ad allestire una sosta con cordone per recuperare il secondo.
Da lì in poi le difficoltà sono terminate, sia arrampica ancora ma più semplice.
A quota 3.770 si incontra la normale, da lì in 10min in punta, noi ci siamo arrivati alle 11,30.
Come detto già da tutti interminabile la discesa, tecnica e delicata fino al bivacco Andreotti, poi una ciaplera immonda fino al Passo delle Sagnette. Lunga e noiosa la ferrata, che richiede ancora di essere vigili in quanto molto esposta.
Al rifugio alle 18.

Salita davvero bella, per ambiente e ingaggio, in completa solitaria per noi.
Bravissima Ari, che si è conquistata il suo sogno nel cassetto!💪🏻

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