Montagnaya (Punta di) da la Ferrera per la Comba di Montagnaya

Montagnaya (Punta di) da la Ferrera per la Comba di Montagnaya
La gita
andrealp
4 29/03/2014
Accesso stradale
nessun problema, strada pulita
Osservazioni
Visto valanghe lastroni esistenti
Neve (parte superiore gita)
Polverosa
Neve (parte inferiore gita)
Primaverile/trasformata
Quota neve m
1700
Equipaggiamento
Scialpinistica

Partiti per salire la Trouma des Boucs giunti presso Ruz abbiamo constatato la completa assenza di neve fino almeno ai paravalanghe del pendio iniziale e abbiamo optato per la poco conosciuta ma affascinante Montagnaya che si staglia sul versante opposto. Partiti poco dopo le sette, siamo scesi lungo l’interpoderale fino al ponte a quota 1620 sul Buthier di Valpelline, portando gli sci a spalle per circa un’ora e calzandoli sporadicamente in alcuni tratti nel bosco ancora sufficientemente innevati. Abbiamo quindi seguito il sentiero estivo che intorno a quota 1800 compie un lungo diagonale verso destra e porta alla conca dove, si stacca a sinistra l’itinerario che porta alla Becca di Luseney. Proseguendo
siamo penetrati nell’ampia comba di Montagnaya ma, evitando il classico percorso che conduce al colle e di lì alla cresta, abbiamo prima aggirato il bastione roccioso e poi risalito il ripido pendio sulla a destra, superandolo interamente con gli sci ai piedi dopo una serie interminabile di punti e virgola, tracciando su manto farinoso e un po’ insidioso fino alla cresta finale e alla vetta. Panorama eccezionale con il Monte Bianco che si ergeva in tutta la sua maestosità e il Cervino che faceva capolino fra qualche nube mentre il vento, a tratti fastidioso, era quasi improvvisamente cessato. Discesa inizialmente sul pendio prossimo alla traccia di salita, su neve farinosa con una leggera crosta da vento superficiale. Subito dopo ci siamo spostati per sfruttare gli ampi spazi di neve farinosa offerti dalla Montagnaya che ci ha regalato una discesa da ricordare. Da quota 2000 la neve era già primaverile e davvero divertente. Peccato per il quasi continuo portage finale da quota 1750 e poi per la risalita fino al bivio Gita lunga e in alcuni tratti impegnativa ma di grande soddisfazione, in un ambiente selvaggio e ben poco frequentato. Anche se noi non li abbiamo utilizzati sono comunque necessari rampant, ramponi e piccozza, soprattutto per affrontare il pendio finale qualora lo si trovi con neve ghiacciata. Con Beppe, Daniela, Piero, Marilena, Alessandra e Roberto.

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