Il Frendo è in tutto e per tutto un viaggio assolutamente non regalato, lungo e severo nonostante la sua gradazione di solo D, la comoda discesa, le tante cordate che lo percorrono.
La parte inferiore è attualmente completamente asciutta e presenta pochi problemi tanto che i primi trecento metri sono abbastanza rapidi, fermo restando che il famoso quarto grado chamoniardo non è per nulla banale ma il più delle volte rude e faticoso. La cresta nevosa è al momento abbastanza inconsistente nella metà inferiore e su ghiaccio in quella superiore. Abbiamo valutato più sicura l’uscita a sx, tre tiri su ghiaccio e misto con le prime due soste a spit e l’ultima sosta dopo il tiraccio di 55 mt a 80° su simpatico nut martellato senza pietà dalle picche dei predecessori. Ovviamente siamo riusciti a perdere l’ultima benna ma questo ci ha inaspettatamente regalato un ottimo bivacco alla Midi dove abbiamo sì patito un freddo cane ma anche goduto di uno spettacolo mozzafiato sia alla sera che alla mattina e festeggiato degnamente il compleanno di Lorenzo. E la cosa più bella di questa due giorni sul bianco non è stato altro che l’atmosfera di mutua intesa e allegria che mai ci siamo fatti mancare. Non so se arriveremo mai a quell’arte di salire le montagne così come la inseguiamo ma personalmente mai come ieri la vetta era qualcosa senza importanza e la montagna davvero qualcosa da respirare.