Per prima cosa bisogna informare che l’itinerario per il raggiungimento del rifugio des Conscrits da quello di Trè la Tete verrà sostituito entro l’anno corrente da un nuovo sentiero che non scenderà più sul ghiacciaio e tra le morene ma rimarrà più in alto traversando a mezzacosta le fiancate erbose della montagna (vedi mappa nella galleria fotografica). Dal rifugio des Conscrits c’è una traccia evidente e ben segnata da ometti di pietra per raggiungere il ghiacciaio di Tré la Tête con crepacci ancora chiusi o appena aperti. La cresta si presenta, a detta di alcune guide che l’avevano già ripetuta, più affilata del solito soprattutto verso la prima punta a quota (3664 m) probabilmente per la forte azione eolica dell’inverno scorso ma comunque in buone condizioni di percorrenza. La discesa verso il Col de la Bèrangére è risultata molto delicata perchè presentava ghiaccio vivo per circa metà pendio (vedi foto) in ulteriore estensione col rialzo termico e la terminale del colle si passa agevolmente ma è in fase di apertura. I piccoli nevai sulla fiancata della Bèrangére tenevano ancora bene con neve dura nonostante l’esposizione a sud. Per le condizioni riscontrate porterei la difficoltà complessiva a un “AD-” .
Ascensione scelta in base alle previsioni meteo che davano venti molto forti in quota da nord est e così è stato: sulle creste del Monte Bianco si alzavano pennacchi di neve per decine di metri mentre la nostra zona rimaneva protetta dalla sua imponente mole con solo qualche raffica ma di debole vigore. Tempo impiegato: 6 ore da rifugio a rifugio. Consigliabile nelle attuali condizioni.
Poche cordate sulla via nonostante la suggestiva bellezza dell’ambiente circostante: a sinistra della cresta le scintillanti pareti nord delle Aiguilles di Tré la Tête, la Lex Blanche e des Glaciers e a destra il verde intenso dei fondovalle dell’Alta Savoia senza tralasciare il selvaggio versante ovest del Bianco e l’imponente Aiguille de Bionassay. A proposito della Bionassay sembra che sempre più cordate preferiscano raggiungere il rifugio Durier traversando da Col des Dômes verso il Col de Miage per evitare il classico percorso dove si trovano ripidi pendii franosi e frequenti scariche di pietre.
Con il paziente e, in queste occasioni, inseparabile Edy.
Allego traccia.
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