- Accesso stradale
- Partito dalla sterrata 1 km oltre Eternod, in buono stato
Partito da sopra Eternon, soluzione a mio avviso più redditizia non tanto per il dislivello minore ma perchè si evita la noiosa poderale del fondovalle, incontrandola soltanto dopo l’Alpe Comba German. Sono arrivato all’Alpe Arvus seguendo una “scorciatoia” che però mi ha creato problemi nell’attraversamento del torrente causa pietre gelate, meglio seguire la poderale. Ottimo il sentiero per il bivacco Molline, dove finalmente incontro il sole. Nonostante l’esposizione sud il sole arriva ormai tardi (9.30 circa).
Non avendo molte informazioni del percorso dopo il bivacco, ho scelto di salire il costone a sinistra dello stesso, per portarmi nel valloncello sospeso sotto la dorsale che conduce alla cima. Scelta che si è rivelata giusta perchè subito ho incontrato diversi ometti ed anche una traccia di sentiero, che si snoda comoda su terreno prevalentemente erboso.
Raggiunto un ripiano non ho più visto ometti: ritengo questi vadano subito a sinistra per guadagnare il crestone sud, io ho invece valutato più redditizio proseguire in diagonale ascendente nell’avvallamento puntando alla cima, ben evidente. Nessun problema, terreno molto agevole fino a circa 2800 m, dove ho poi salito un più ripido pendio per raggiungere una sella a sud della cima; un po’ di sfasciumi e qualche zona di pietrame ma nulla di problematico; conviene puntare ad una zona di rocce chiare dove si traversa a destra e poi si guadagna una sella sulla dorsale.
Da qui mancano gli ultimi 100 m, aggirando una placconata di roccia sempre sul versante sud-est, si riprende poi la salita sul facile crinale fino in cima, talmente poco frequentata che non c’è nemmeno un ometto di vetta.
In discesa ho optato per scendere più direttamente un pendio di sfasciumi rossastri verso est dirigendomi verso la testata del vallone; a quota 2750 m (ma potevo anche farlo più in alto) ho traversato sulla sinistra superando varie zone di erba e colate di pietrame per raggiungere il pendio di salita al Monte Crete Seche, ultima cima che “mi mancava” in questo vallone e che ho raggiunto senza nessun problema (numerosi ometti e una vaga traccia).
Ritorno al bivacco scendendo il dolce vallone sfruttando le numerose zone prative in mezzo a zone di pietraia e poi incontrando il tubo che porta l’acqua al bivacco ed un buon sentiero.
Vallone di Menouve in veste autunnale, davvero bello e tranquillo: solo una manciata di escursionisti al bivacco, gli alpeggi invece sono ormai vuoti. Montagne fuori dalle rotte più frequentate, molti animali nei paraggi.