- Accesso stradale
- Funivia di La Grave, scendere al primo troncone
Condizioni generali molto buone. Avvicinamento al Refuge de Promontoire già molto impegnativo, circa 6 ore passando per morene, cenge esposte, ghiacciaio con qualche tratto delicato, terreno instabile.
La via di salita invece è quasi sempre su roccia buona, anche se presenta diversi tratti esposti e poco proteggibili. Addomesticata da chiodi e qualche sosta, ma neanche troppo!
Noi seguendo le indicazioni di una guida cartacea e il percorso più logico non abbiamo avuto problemi di orientamento.
Probabilmente seguendo una cordata davanti abbiamo solo fatto una variante dura su uno spigolo con degli spit invece di aggirarlo (nel tratto appena dopo il dos de l’ane, dove invece di attraversare a dx verso le dalles des autrichens e il relativo camino abbiamo tirato dritto)
Dal Gran Pic si fanno 3 doppie su spit, noi abbiamo poi messo i ramponi appena prima del traverso ghiacciato: il cavo aiuta moltissimo, ma nel couloir sono comunque necessari fino al colletto. Abbiamo fatto una breve deviazione verso la Dent Zsigmondy, essendo un 3900 ufficiale.
La cresta prosegue sul filo sempre su roccia abbastanza buona, discesa dal 2éme e 3éme Dent disarrampicando, doppia dal 4éme Dent, poi ancora risaliti senza toccare la neve al Doigt de Dieu. Da qui si scende brevemente poi si fa una prima doppia, poi non lasciarsi tirare dalla sosta che sembra che porti direttamente sul ghiacciaio (la nostra si è incastrata malamente costringendo a risalire il pendio nevoso e la terminale poco rassicurante) ma proseguire per cenge a sinistra faccia a monte e scendere poi con un’altra doppia (forse due).
Rientro su ghiacciaio con qualche piccolo buco evidente che si passa senza troppi problemi.
Noi ci siamo fermati al Refuge de l’Aigle per sfruttare la giornata successiva di bel tempo per salire ancora la normale della Meije Orientale e percorrere la lunga discesa fino a Le Pied du Col il giorno successivo.
Tre giorni spettacolari sulla Meije, con Lory che lo sognava da tempo