- Accesso stradale
- strada di lanaitho, sterrata ottima. Parcheggio appena dopo la nuova costruzione a C all'apparenza abbandonata che si trova sulla destra alla fine del dritto viale alberato. Poco prima al bivio a Y prendere la sx.
- Traccia GPX
- Nostra traccia. Occhio alla discesa, alla fine è forse possibile rientrare sul sentiero di salita portandosi a dx. Noi ci siamo persi ravanando lungamente nella boschina.
- Traccia escursionistica trovata su internet. La prima salita di questa traccia è la discesa della via (iscala Su Piggiu de Sant'Elene)
Bella via alpinistica (4 spit e 3 chiodi su tutta la via, soste comprese), e soprattutto bella arrampicata, sempre verticale su prese generose, davvero divertente! Dall’ultima sosta si vede la radura di partenza, quindi la parete è ben verticale! Paragonata alla NW del cusidore, è come arrivare solo in cima al primo torrione, difficoltà simili o di poco più facile, ma forse più impegnativa per la lunghezza dei tiri e la maggiore difficoltà a orientarsi e proteggersi.
Unica pecca un po’ troppa vegetazione, che cresce nei posti più impensati. Disturba la progressione solo alla fine di L2, però spesso fa aumentare il tiro corda, davvero odioso su tutti i tiri che raggiungono quasi sempre i 50 metri, diversamente da come si legge nella relazione.
Trovare l’attacco è un terno all’otto. Allego traccia con i nostri avanti e indietro che può aiutare. Noi abbiamo seguito la stradina a sx 50m dopo il rifugio, poi preso tutti i bivi a sx, arrivati a una piccola radura non abbiamo seguito la strada che torna indietro verso sx ma saliti a dx, qua si prende un ottimo sentiero con bollini di spray rossi, che però conduce troppo a sinistra, arrivati all’unico bivio (10 min dal primo bollo rosso almeno) conviene prendere a dx un sentiero non marcato che poi si perde e iniziare a ravanare in salita in direzione parete. Si supera un sentiero con bolli gialli, portarsi ancora verso dx e individuare l’attacco segnato da un piccolo cordino blu nell’unica zona un po’ più libera dalla vegetazione e con roccia conglomerata alla base.
Portarsi molti cordini in kevlar (6/7), alcuni tiri si proteggono quasi solo con cordini. Una serie di friend 0.2-3 + nut è più che sufficiente. Io non avevo nut ma sarebbero stati molto utili vista la confermazione delle fessure.
Per me R2+, non è proteggibilissima, si fanno dei bei sleghi, su sezioni ragionevolmente facili, dove è un po’ più difficile ci si protegge.
Attualmente c’è un chiodo sul diedro strapiombante dell’ultimo tiro di V+, ben piantato ma sarebbe buono ribatterlo. Se quello uscisse sarebbero cazzi perché non ci si protegge altrimenti.
La via e abbastanza logica da seguire, e con la relazione qua su Gulliver non ci si rischia di perdere.
Alla fine di L2 infilarsi dritti in un tunnel di alberelli rimontando un pilastrino accennato, poi si trova la sosta su albero (no spit).
Fare attenzione che S3 non è in una nicchia, ma in una rientranza appena accennata nella placca, ci si potrebbe confondere con la grossa nicchia gialla sulla destra, a cui la rampa vs dx di L3 conduce. S3 si trova proprio sulla verticale del cordone da cui si esce dalla rampa, ma piuttosto che salire dritti è conveniente andare a sx e poi tornare a dx, con buona pace per il tiro corda.
Su L7 appena usciti dalla parete seguire la cresta verso dx, puntando a un specie di caminetto/diedro stretto con in cima un albero, sopra c’è un ampio terrazzo da cui si può recuperare il secondo su un albero (50m). Non prendere la rampa tutta a dx che costeggia i bordi della parete.
Poi abbiamo proseguito in conserva, facendo un tiretto di 20/30m sulla parte finale di cresta stretta, dopo la quale ci si slega.
Noi siamo scesi dalla iscala “Su Piggiu de Sant’Elene”. Dopo che ci si slega salire in obliquo verso destra per pochi minuti, quando si è in vista di un grande ometto scendere nel grande terrazzo di roccia sottostante tramite una rampa. Portarsi sul margine del terrazzo su una sorta di prua e individuare uno spit con un cavo metallico (piccola roccia messa in verticale). Scendere usando la scala fatta con un ginepro, seguire la cengia e prendere una seconda scala su ginepro. Fare grande ansa verso la parete e accedere alla pietraia sottostante. Da qui seguire la traccia con numerosi ometti, alla fine spostandosi verso sx (salto di roccia con corda), e poi spostarsi di nuovo decisamente a sx guadagnando la boschina.
Noi poi abbiamo seguito una traccia con ometti che abbiamo perso e ci ha portati un po’ troppo verso il fondo valle (direzione Tiscali). Lotta enorme nella boschina, ma alla fine ne siamo usciti. Arrivati nella boschina dovrebbe essere possibile scendere verso destra e ricollegarsi al sentiero seguito durante l’avvicinamento. Con questa discesa si accorciano abbastanza i tempi: noi abbiamo impiegato 1h30 perdendo più di mezz’ora cercando di districarci nella macchia e allungando parecchio la strada.
Avventura in perfetto stile supramonte su roccia eccellente, sempre con fra!