- Accesso stradale
- Tutto ok
Salita al bivacco lunghetta con qualche simpatico passaggio esposto ma comunque tranquilla, bivacco molto bello, un gioiellino quassù.
Il giorno seguente per salire alla Punta Bianca conviene aggirare il torrione subito dietro il bivacco e riprendere il filo di cresta – non seguite gli ometti altrimenti finite a ravanare come noi… in ogni caso si sale lo stesso un po’ ovunque.
Dalla Bianca si raggiunge la base della cresta e si prende la cengia seguendo gli ometti, ben visibili. Noi abbiamo probabilmente mancato il primo canalino che porta al traverso alto, continuando quindi a traversare bassi fino a quando la prosecuzione diventa impossibile, per poi salire la rampa-canale in diagonale destra che adduce al canale principale.
Il canale è molto sdrucciolevole, attenzione a non tirare roba alle persone dietro di voi. Si punta in cima al canale dove si trova un cordone per sostare, da qui si entra nell’imbuto in cui sono presenti soste per calata, qualche vecchio chiodo e possibilità di integrare con friends.
Si prosegue fino in cresta, che si guadagna con uno spigolo ben appigliato, e si è in vetta. Passaggi max III salvo errori di percorso. Discesa con calate su buone soste, noi avevamo una corda da 60m ed è più che bastata.
Per concludere un giro ad anello siamo poi scesi verso Punta Nera (qualche cordone per brevissime calate in loco, sfasciumi importanti. Ometti a segnare la via), dalla quale abbiamo proseguito un po’ in cresta un po’ sul lato fino al Colle di Rayes Noire, dal quale si scende facilmente a reperire il sentiero. Bella ravanata nel complesso!
Con Enri, Davide e Varpu conosciuta al bivacco 😀
L’itinerario lo chiamerei più “parete ovest” o “canale ovest” dato che di cresta ha ben poco, si aggira tutto stando in basso lol