- Accesso stradale
- Premessa: già la strada da Bobbio a Villanova è decisamente stretta. Poi la strada per la conca di Pra' va percorsa con la massima attenzione e assolutamente non con auto
basse (è fatto divieto di superare i 20 km/h,
ma credo che forse solo un pilota di rallye ci
riuscirebbe, stante lo stato del tracciato). Il
costo per percorrere il tratto Villanova-Pra' è di
10 euro al giorno e si può salire e scendere
solo in determinati orari (fare riferimento al sito del comune di Bobbio PelIice). Il permesso si acquista alla trattoria di Villanova.
Gita effettuata in modalità Drugo Lebowsky. Salito ieri in auto alla Conca del Pra’ dopo aver pagato regolare obolo di 20 euro (10 euro al giorno) al comune di Bobbio Pellice. Da qui in 1h 45′ al Rifugio Granero (47 euro mezza pensione CAI, ottima gestione, cena decisamente abbondante). Oggi partito alle 6.30 (ringrazio lo staff per avermi preparato la colazione in anticipo, in quanto ero l’ unico che puntava a una cima, gli altri ospiti erano tutti impegnati sui vari circuiti di trekking della zona), arrivato in punta dopo 2h 45′, tempo in linea con quanto indicato dal rifugista (2h30/3h). Qualche annotazione sulla salita; il percorso è bollato quasi interamente, mancano giusto gli ultimissimi metri del castello sommitale. Il bivio con il passo Seillerino è indicato perfettamente; nel canale è presente una buona traccia indicata anche da ometti; se la si segue sono giusto presenti un paio di passaggi di I (se si va su difficoltà maggiori vuol dire che si sta sbagliando) e anche il rischio di finire su terreno infido si riduce drasticamente (casco comunque consigliato in presenza di altri salitori). Arrivati al colletto sotto le ultime rocce le indicazioni scompaiono; non bisogna traversare sul versante opposto come sembrerebbe suggerire una traccia ma bisogna identificare il punto in cui risalire la parete (le descrizioni parlano a mio avviso in maniera fuorviante di canalino). Ho messo una foto (non propriamente da concorso, ma dovrebbe rendere l’ idea) dell’ attacco; all’ inizio vi è un passaggio di I poi la traccia fa una serie di zig-zag (seguire gli ometti) che consentono di arrivare in cima senza più usare le mani ( vale il discorso di prima, se ci si ritrova con passaggi anche solo di II vuol dire che si è sbagliato). Vista sul Monviso molto ravvicinata ma compromessa da un po’ di nuvolaglie. Visto moltissimi camosci e un po’ di pernici; nessun escursionista diretto in vetta o comunque incontrato oltre il rifugio. Un grazie allo staff del Rifugio Granero per avermi prestato il casco che giustamente io non avevo pensato di portare e un saluto agli escursionisti/e con cui ho piacevolmente scambiato due chiacchiere in questi giorni.