Gran Paradiso da Pont Valsavarenche per il Rifugio Vittorio Emanuele II

Gran Paradiso da Pont Valsavarenche per il Rifugio Vittorio Emanuele II
La gita
babo84
4 05/04/2025
Accesso stradale
Parcheggio di Pont.
Osservazioni
Nessuno
Neve (parte superiore gita)
Farinosa compatta
Neve (parte inferiore gita)
Crosta da rigelo non portante
Quota neve m
2000
Equipaggiamento
Scialpinistica
Traccia GPX

Dopo poche ore di sonno in auto, la partenza é per le 4 del mattino.
La temperatura é +1°C a Pont, ma la notte dal cielo terso ha portato un rigelo importante.
Mi immetto sulla pista da fondo, sci ai piedi dall’ auto, con la frontale al minimo per poter godere del cielo stellato incredibile che si presenta.
Con me parte un altro solitario, francese, e ci intendiamo subito per condividere la gita.
Il sentiero che sale al Vittorio Emanuele é davvero gelato, i numerosi passaggi in discesa hanno levigato ogni tornante.
Scivolo, cado e mi ammacco due dita, pulseranno per tutta la salita, nonostante il freddo.
A metà sentiero si indossano i rampant, più che altro per sgravare la testa dal pericolo di scivolare ogni tanto.
All’ uscita del bosco non cambia molto la situazione, la traccia é gelata e la neve dei pendii ben sciabili tritata dai numerosi passaggi.
Avevo già deciso di scendere lato Chabod, la situazione lo conferma.
Raggiungiamo il rifugio Vittorio Emanuele alle 6, ma non é ancora uscito nessuno. La sala da pranzo del rifugio é una grande vetrina, e stanno servendo la colazione.
Ci raggiungeranno 4 ragazzi del CAI Firenze a 100 metri dalla cima.
Dopo il rifugio l’ assenza di vento e le prime luci dell’ alba, unite ad una neve che via via diventa farina rendono la progressione gradevole.
Sopra i 3.500 metri la fatica aumenta, così come il freddo, e la progressione rallenta.
Soltanto quando sorgerà il sole sulla Schiena D’ Asino infonderà nuove energie per arrivare al deposito sci intorno alle 10.
Per mezz’ ora saremo in pochi persone, ma nel giro di un’ ora stimo arrivino 200-250 persone.
Tutto il ghiacciaio sembra completamente chiuso, così come il percorso verso il Chabot.
La pala terminale é molto tritata, discretamente sciabile. Poi da 3800 a 3300 sul ghiacciaio Laveciau é ottima FARINA con discreti spazi intonsi.
Non scendiamo al Chabot, ma ci teniamo quanto più possibile a sx, verso Pont, e la neve in basso si presenta in ogni forma a seconda delle esposizioni, anche a distanza di pochi metri.
Crosta dove ha visto un po’ di sole, ancora farina a nord, quasi trasformata in pieno sud.
Si arriva alla strada sci ai piedi, anche se il caldo a 2.000 metri é importante (ormai sono le 14) e nei boschi terminali é solo sopravvivenza.
Il mio primo Gran Paradiso, con condizioni ottimali, privo di difficoltà tecniche ma comunque intenso!

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