Vista la bassa quota è ideale come gita invernale (se non c'è neve) o nelle mezze stagioni.
Dal campetto di Sonnino (426 m) si percorrono pochi metri verso il paese, poi si svolta di 180 gradi su una stradina sotto le ultime case. La stradina diventa presto un sentiero che si infila in un valloncello e ne risale il versante sinistro. Il sentiero è evidente anche dal parcheggio perché è costeggiato da uno steccato di legno. Dopo circa 30 minuti si arriva a una statua della Madonna (650 m) vicino a un piccolo rifugio. Il sentiero, ora meno evidente, risale un crestone sassoso e si porta dall’altra parte del crestone per continuare, ora nel bosco e ben visibile, lungo la direzione del crestone tenendosi alla sua sinistra. Si arriva a una sella (738 m) dove si scavalca il crestone e si continua sul versante sud fino a un’altra sella (749 m). Poco prima si incontra una curiosa iscrizione su una lapide, che racconta di un fatto avvenuto nel 1835 (0.45 h). Alla sella ci si ritrova sotto al monte Tavanese, che occorre aggirare sulla SINISTRA (versante nord), prendendo un sentiero che parte in piano nel bosco. Questo è il punto più critico della gita, perché non ci sono indicazioni, e se uno segue le indicazioni del libro di Ardito, o la guida del Cai dell’Appennino, prende invece un vecchio sentiero, ora dismesso, che aggira il Monte Tavanese a destra (versante sud). Poco dopo però il sentiero scompare e occorre procedere scomodamente nel bosco tra arbusti e alberi seguendo tracce di animali. Il nuovo sentiero, quello di sinistra, invece è ben tenuto. Fa un lungo giro attorno al Tavanese e raggiunge in circa 30 minuti il colle Serra Palombi (723 m, con traliccio elettrico), alla base del monte delle Fate. Per salire il monte ci sono due sentieri. Il primo, più lungo ma meno ripido, parte in piano verso sinistra, aggira il versante nord della montagna in un bel bosco di lecci, fino a un piccolo rifugio in una panoramica radura, e poi risale il monte da dietro. Il secondo è più diretto e ripido e per trovarlo occorre salire dritto oltre al traliccio e cercare dei bollini rossi, un po’ scoloriti. In circa un’ora si è in vetta. In vetta c’è un’altra Madonna (con tettoia) e un panorama bellissimo a 360 gradi, con vista su mare, isole, e monti del Parco Nazionale d’Abruzzo.
- Bibliografia:
- A piedi in Lazio, di Stefano Ardito