- Accesso stradale
- Comodi parcheggi alla sbarra che chiude la strada dopo il rifugio Savoia.
Undicimiladuecentocinquantatre piedi. Gita più avventurosa del previsto, rischiando di non raggiungere la cima…ma andiamo con ordine. Partenza frizzantina (3°) e nessun problema fino al pian Borgnoz già accarezzato dal sole, salita tenendo il torrente a destra (tracce e rari ometti) fino a 2900 metri circa, quando imbocchiamo il canale di sinistra, lasciando in quello di destra scorrere il torrente e la cascatella; a 2955 o a 2965 circa portarsi a destra su una delle due comode cenge che permettono di arrivare ad una spalla e ritrovare il torrentello lasciato precedentemente. Finalmente a circa 3130 metri ci si trova ai piedi del sofferente ghiacciaio dell’Aouille: non va assolutamente affrontato come erroneamente abbiamo fatto noi (calzando i ramponi), trovandoci in breve tra decine di crepacci! Bisogna, senza sentiero ma con rari ometti, girare a destra di 90° e salire, su massi, poche decine di metri per arrivare ad un grande vallone che va superato faticosamente al centro su terreno friabile, portandosi gradualmente a sinistra, verso l’ora evidente cornice nevosa del ghiacciaio dell’Entrelor: per rocce rotte e detriti instabili e fangosi (cautela) si raggiunge la vetta, caratterizzata da panorama circolare. Fortunatamente, anche se ormai alle 14, siamo riusciti ad arrivare in cima, non senza aver sbagliato un’altra volta direzione: le descrizioni, non avendo punti di riferimento, sono a volte scarsamente illuminanti. Torniamo contenti con l’Entrelor in tasca.
Difficoltà EE/F, dsl 1000 metri; quattro ore e mezzo a salire e tre e mezza a scendere senza contare il doppio ravanamento…
Con la compagnia di Giulia e Gian Mario.