Dufour (Punta) o Dufourspitze Via Normale della Cresta Ovest

Dufour (Punta) o Dufourspitze Via Normale della Cresta Ovest
La gita
luigi77
5 23/06/2025
Accesso stradale
In macchina fino a Tash, poi parcheggio pubblico e treno fino a Zermatt, poi trenino fino a Rotenboden.
Traccia GPX

Arrivati al rifugio la sera di Lunedì 23 (dislivello positivo dal trenino stazione Rotenboden: 505 metri), saliti alla Dufour martedì 24 (dislivello positivo 1796 metri). Rifugio stellare con doccia calda, buoni materassi, architettura geniale e terrazza sul Cervino, mai visto un rifugio così, unica pecca la cena un po’ scarsina di carne e senza acqua gratis. Provvidenziali i paletti con i catarinfrangenti per orientarsi alle 2,30 di mattina, i ramponi si mettono dopo un 500 metri. La cresta – prima di neve un po’ ghiacciata ma semplice – poi di roccia, non è mai di grado elevato ma ha molti passaggi esposti e pericolosi (per la mia poca esperienza su misto) anche su brevi crestine di neve molto affilate. Si può proteggere molto bene i punti pericolosi con una piccola scelta di friend medio piccoli e fettucce. Dopo un tratto su roccia riprende la cresta di neve piuttosto ripida ma senza ghiaccio e quindi tranquilla. Da qui altro tratto di roccia, dove si trova anche il punto più pericoloso, dove si deve passare sulla sinistra in un canalino di ghiaccio (vedasi la foto), si può scalare anche usando la roccia in diedro/camino senza puntare i ramponi sul ghiaccio vivo, cordino sul posto, un po’ marcio. Io ho anche messo un friend piccolo. Arrivati in cima, siamo scesi con le doppie sulla Silbersattel, tutto bene ma attenzione a non calarsi alla prima cima successiva alla vetta, quella con la targa alla madonna, dove c’è uno spit con un anello, quella è una discreta trappola. Proseguire invece sulla cresta ancora per pochi metri finché dopo una crestina di neve molto affilata ho visto i pali di calata con anche spit a rinforzo. Siam riusciti a calarci con una sola corda da 50 metri (al limite) ma meglio una da 60. Volevamo fare la Nordend che era li davanti e vicina (e penso semplice) ma era troppo tardi. In discesa non è facilissimo trovare dall’alto il passaggio migliore sul ghiacciaio, perchè si vede poco cosa c’è sotto, ad ogni modo andare prima verso destra ma non troppo sotto la Nordend, poi si piega sulla sinistra (allego la foto del percorso esposta al rifugio), vari crepacci ma nessuno largo, molti seracchi incombenti sopra la testa nei tratti in cui si sta sulla destra (scendendo) quindi si va via veloci, ma penso intorno ai 3800 inizia l’incubo sfondoni fino all’inguine che fanno faticare molto e perdere molto tempo. Meglio fare questa gita in primavera o in piena estate, in modo da trovare il ghiacciaio più secco e meno neve sulla cresta. Per arrivare a prendere l’ultimo trenino (20.12), bisogna essere al rifugio al massimo alle 15.30, perchè anche andando parecchio veloci, ci abbiamo messo 3 ore e mezzo, con tanti saliscendi. (Dislivello positivo: 424). Posto spettacolare, tutto bellissimo,

Grazie al bravo socio Fabio Bretto

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