Gita in compagnia di Alain-Diego-Flowered. Lunedì con Cristina vado al couloir Zen. Cax! Anzi Claus! La parete est è discretamente innevata…neanche fosse Belen la fotografo da tutti i lati possibili. Di frone, di profilo. Col binocolo la scruto…sembrerebbe fattibile. Forse alla base manca qualcosa. Mando foto a Alain. Si decide di andare a vedere. Al massimo un Tablasses ci esce! Lunedì notte mette una spanna di fresca e Cristina mi dice che ha fatto vento forte. Saliamo, dal rifugio del Valasco la possiamo vedere bene. Lì faremo le nostre valutazioni.
Alle 4 siamo in cammino. Le stelle ci accompagnano in un avanzare lento e assonnato. Poche parole, tanta la voglia di arrivare. Le prime luci colorano la parete. Uno spettacolo gentilmente offerto a chi ha la voglia di alzarsi così presto e abbandonare il caldo delle coperte. Binocoliamo…sembra bella e poco imballata. Ma le distanze possono ingannare e poi le cime fumano, ma non inquinano. Percorriamo una stretta gorgia dove la neve è accumulata dal vento. Fatichiamo e in uscita uno sferzante vento ci accoglie e ci fa sbandare. Ci chiediamo come potrà essere su. Forse accumuli. Raggiungiamo la cresta nevosa, da me battezzata “proboscide” perchè, forse, in preda a visioni esotiche indotte dalla fatica. Alain viaggia a mille e mi aspetta proprio dove dobbiamo valutare il da farsi. Saliamo ancora, la proboscide è una zona ancora franca. La neve qui è ottima. Siamo alla strettoia. Ancora un consulto e decidiamo di calpestare la parete. Sorpresi dalla qualità della neve proseguiamo ora più convinti. A metà salita mi giro da Alain lo guardo…anche lui come me indugia un pò. La pendenza è notevole. Almeno 50° e più. Meno male che c’è questa neve altrimenti. Ci alterniamo nella traccia e ora dobbiamo traversare. L’inscenier ordina i lavori l’operaio gli esegue..ci prepariamo un paio di passaggi, scavando una piccola canaletta. In questo punto le roccette, sotto la neve, possono farci una brutta sorpresa comparendo di colpo sotto le lamine. Siamo nel canale e il vento ci porta in dono una leggera nevicata di cristalli fatti volare e ricadere come una cascata di brillanti ghiacciati. Esco e sono sorpreso. Un piccolo plateau ci conduce comodamente alla cima.
Mangiamo, silenziosamente ci prepariamo e siamo pronti a scendere. Prime curve facili e poi mi affaccio nel canale. Alè si va…neve ottimale. Scendiamo poco alla volta. La pendenza e la possibilità di toccare le rocce ci impongono la massima prudenza. Al traverso passa Alain. La canaletta è perfetta. Ci dà una certa sicurezza. In parete: qui le pendenze sono quasi ossessive. Duecento metri “verticali”. Curviamo con la massima prudenza. La neve ci aiuta molto. Gli spazi però non sono abbondanti, si devono usare dei “corridoi” perchè in molti punti si vedono i rilievi della roccia sotto pochi cm di bianco. La parte più difficile è alla base. Il fondo durissimo è coperto da pochissima neve. E si deve passare tra gli spuntoni rocciosi. Ma un poco alla volta passo. Aspetto Alain. Ora siamo di nuovo vicini. Mi avvio alla strettoia e sono-finalmente-nella proboscide. Lascio andare…mi giro e anche Alain è nella cresta. Raggiungiamo il canalino scoperto in salita e scendiamo alle balze sottostanti. “Tutta a mancina” e raggiungiamo il lago. L’emozione è grande.
Ora la parete fumante è sopra di noi. Scendiamo su super neve al Valasco dove ci fermiamo per pranzare.
Un bicchiere di vino suggella l’amicizia e la passione in un altro giorno da ricordare
Du bon ski…