Cinto (Monte) da Haut Asco

Cinto (Monte) da Haut Asco
La gita
amlain
5 06/09/2024
Accesso stradale
Ok, ampio parcheggio ad Haut Asco

Una bella avventura in montagna in un ambiente aspro e severo, ma di una bellezza selvaggia.
Per i canoni “alpini” la EE/F trae un po’ in inganno, non tanto per la difficoltà tecnica dei passaggi, quanto per la continuità delle difficoltà stesse che fondamentalmente non mollano mai. Leggendo la descrizione mi aspettavo alcune difficoltà all’inizio della salita, per poi camminare abbastanza tranquillamente fino in cima. Colpa mia che non ho letto le altre gite per non “guastarmi” la sorpresa.
In realtà, superato il ponte a quota 1500 circa, inizia un’alternanza tra passaggi di facile arrampicata e salite molto ripide, interrotti da passaggi su placche lisce che, se bagnate, devono essere tutt’altro che simpatiche da superare. Nei primi 250 metri di dislivello dal ponte si superano 4 punti protetti da catene. Raggiunto quindi il vallone che costeggia il Capu Borba e che conduce al colle Eboulis, perlopiù si cammina, ma non mancano affatto le occasioni di aiutarsi con le mani sulle suddette placche e su altri passaggi di facile arrampicata. Nelle parti camminabili, raramente c’è un vero e proprio sentiero, spesso si passa su faticose lingue di ghiaia, su un percorso poco obbligato. Verso quota 2400 compaiono altri due passaggi con catene, gli ultimi prima dello strappo finale per il colle.
Dal colle alla vetta è ancora lunga: si perderanno e riprenderanno diversi metri di dislivello (200 tra andata e ritorno, calcolati a spanne), sempre su terreno scomodo e con frequenti passaggi di facile arrampicata spesso su blocchi o di traverso su placche.
Dopo tanta fatica, la soddisfazione di arrivare in cima è enorme, supportata dall’impagabile vista sul raro accostamento tra la montagna e il mare.
La discesa non sarà molto meno impegnativa della salita.
Attualmente il percorso è quasi tutto in comune con una delle tappe del GR20. In effetti sono abbondantissimi i segnavia, tra ometti, bolli rossi, tacche gialle e tacche biancorosse, anche se spesso non è facile vederle e bisogna aguzzare un po’ la vista.
È davvero una bella gita, in un ambiente meraviglioso e con un percorso che fa sentire la cima davvero guadagnata.
Un solo appunto per i 4 zampe: oltre a noi, non c’era nessun altro con il cane sul percorso. Solo in cima abbiamo incontrato una coppia con un setter (forse saliti dal versante sud?). Salire con la nostra cagnolona (molto allenata alle gite in montagna) è stato difficile, molti passaggi di arrampicata banali per chi possiede le mani non lo sono per un cane che dovrà essere sistematicamente aiutato e/o sollevato sopra ai gradoni. Ovviamente anche i passaggi con catene sono stati un problema con lei. Se proprio volete andare con il vostro cane, valutate il suo peso, perché dovrete sollevarlo come un sacco di cemento per decine di volte.

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