- Accesso stradale
- Ampio parcheggio alle alpi di Campo
- Traccia GPX
- Contiene anche il grosso errore che abbiamo fatto interpretando male le frecce
Cima per chi ama la ricerca dell’itinerario…La prima parte ripristinata veramente a regola d’arte come dice Stella Alpina, si imbocca scendendo di poco sulla strada asfaltata dove a sinistra si incontra la palina del sentiero C20 con l’indicazione della mate finale : Pizzo Ciapè 3 ore 15 minuti. Ma arrivati alle alpi di Cama, complici anche i cinghiali che hanno devastato il prato è veramente difficile ritrovare i pochi segni, che diventano anche difficili da interpretare : nel corso di pochi metri tre frecce C20 che mandano in direzioni opposte (ed infatti abbiamo sbagliato, vedi la traccia, alla grande). Quando si incontra la prima freccia nel mezzo del campo arato dai cinghiali che manda a destra, girare invece intorno alle baite a sinistra, si raggiungono le due frecce una che manda a sinistra ed una a destra : bene in mezzo a queste salendo si ritrovano le tracce di sentiero! Non è comunaue finita, perchè poco dopo si incontra una palina con l’indicazione C20 che manda verso le Alpi di Ro; non seguirla ma proseguire dritto fino a raggiungere l’alpe di Cama superiore (quel che ne resta, poche pietre) dove una palina quota 1966, ma non è vero si è più in basso. Da qui con percorso libero si va a prendere il crestone erboso sopra di noi, lo si segue per buone tracce fino a superare sulla destra la quota 2241 (qui prestare attenzione, perchè il sentiero diviene ben esposto ed in due tratti è franatao). Si giunge quindi sulla cresta ovest della serie di torrioni tra cui c’è il pizzo Ciapè (dal quale per buona parte della salita ci guarda un gruppo di camosci e stambecchi). Si inizia a risalire tenendosi sul bordo della pietraia, i segni si perdono, poco dopo si ritrovano alcuni ometti e vecchi segni giallo-rossi, giunti poco prima della base dei torrioni, si gira a sinistra seguendo gli ometti (ne abbiamo aggiunti) ed ancora i vecchi segni giallo-rossi che fanno fare un lungo traverso sul imitare superiore della pietraia, sino a condurre ad un canalino erboso (sulla parete di fronte arrivando si vede ancora un grosso segnale giallo rosso), che si risale per andare a prendere la cresta nord, che con pochi facili passaggi di arrampicata (molto esposti, ma senza grosse difficoltà) portano all’ometto in cima al Pizzo Ciapè.
Per la discesa, tornati al fondo della pietraia ed abbiamo optato per un fuori pista piuttosto ripido tra rododendri e mirtilli per andare a prendere il sentiero segnato nella carta Valle Antrona di Geo4map come SG (Sentiero geologico), ben visibile dall’alto con l’idea di scendere a Cheggio via Alpi di Ro ed alpe Rodina, ma arrivati all’alpe Ro nessuna traccia del sentiero per l’alpe Rodina..Siamo quindi risaliti al Cavalllo di Ro (una sessantina di metri di dislivello aggiuntivi), poi giù a Cheggio e per la vecchia mulattiera che taglia tutti i tornanti della strada ritornati al parcheggio.
Gita per chi ama orientarsi, cima con un panorama eccezionale, va veramente “conquistata”. Abbiamo incontrato in discesa un altro escursionista col quale abbiamo condiviso le perplessità sullo stato di abbandono del percorso. Gita con zio Ermy, Franchino e Tiziano