Siamo nel sud ovest dell'isola, terra selvaggiae ricca di bellezze naturali incontaminate, ma paradossalmente anche molto sfruttata sin dall'età nuragica per estrarre dal sottosuolo le preziose risorse naturali (minerali e metalli).
Sfruttamento quindi sempre avvenuto nei secoli fino al suo massimo sfruttamento con l'avvento dell'era industriale.
Dalla metà degli anni 50 del novecento il settore (divenuto fondamentale per l'economia di questi luoghi e quasi unica fonte di lavoro) entra in crisi per gli effetti della perdita di competitività rispetto a mercati divenuti oramai mondiali, con la chiusura delle ultime miniere a metà degli anni 90 del secolo scorso.
La Fondazione del Cammino (sede nel comune di Iglesias) si occupa quindi di valorizzare e manutenere questo itinerario che abbraccia in un unico grande percorso tratti di costa selvaggia con scegliere e pareti a picco sul mare, testimonianze di architettura industriale in buona parte abbandonate all'incirca, importanti monumenti archeologici, montagne coperte da fitte foreste abitate da un'importante fauna locale, sorprendenti sorgenti e cascate, grotte di notevole estensione di cui diverse visitabili, stagni e saline abitati da una ricca avifauna, senza dimenticare le isole di Sant'Antioco e San Pietro.
Qui si da un cenno di massima del lungo percorso rimandando all’apposito sito e app del Cammino dove si possono scaricare tutte le tracce delle tappe ad avere molte altre informazioni.
Il Cammino parte ed arriva ad Iglesias, cittadina vivace e ricca di vetrine e locali, con un bel centro storico, facilmente raggiungibile da Cagliari.
La prima impegnativa tappa ci porta subito sulla costa delle Miniere facendoci toccare sin dall’inizio la storia mineraria di questi luoghi con il complesso di Monteponi che è visitabile.
Da qui il percorso sale verso nord e rimane sul mare o nell’immediato entroterra per altre 4 tappe sconfinando nel tratto di costa denominata “costa Verde” una volta che si è doppiato Capo Pecora.
Con la tappa 6 e 7 si entra nel territorio dell’Arburese passando per i villaggi fantasma di Ingurtosu e Montevecchio profondamente legati al patrimonio dell’archeologia industriale delle Miniere dismesse.
Ci si affaccia sulla pianura Campidanese passando per i paesi di Guspini, Arbus e Gonnosfanadiga che abbandoniamo presto per entrare con la tappa 8 nel complesso montuoso del Linas caratterizzato da grandi foreste e una ricca varietà di giacimenti minerari.
La tappa 10 ci porta a Villacidro, ultimo grande paese prima di una serie di tappe (dalla 10 alla 14) sempre all’interno del complesso montuoso del Linas dove non esistono paesi e che è quasi sempre coperto da fitte foreste di leccio, ricco di corsi d’acqua e sorgenti, dove si trovano alcune sorprendenti cascate ed è territorio abitato da una ricca fauna come per esempio il facilmente osservabile Cervo Sardo.
Le tappe 14 e 15 ci fanno gradualmente abbandonare le foreste per raffacciarci sul Campidano con i paesi di Domusnovas, Musei e Villamassargia.
Le tappe 17 e 18 ci portano di nuovo a camminare tra fitte foreste e importanti siti minerari (come il visitabile villaggio minerario Rosas), portandoci infine nelle pianure del basso Sulcis.
Le tappe 19 e 20 sono ricche di testimonianze archeologiche (tempio di Antas su tutti) e di grotte visitabili come quella di Is Zuddas.
Con la tappa 21 affrontiamo le ultime importanti difficoltà altimetriche e iniziamo un percorso di riavvicinamento al mare che si completa con la tappa 21 e 22 toccando il punto più meridionale del Cammino in corrispondenza do Porto Pino.
Le tappe 23 e 24 ci fanno nuovamente apprezzare le bellezze della costa senza dimenticare le importanti testimonianze architettoniche di Tratalias Vecchia.
Qui camminiamo lungo le sponde di stagni ricchissimi di avifauna e di saline in parte ancora sfruttate come le saline di Sant’Antioco.
La tappa 25 parte da Sant’Antioco (città ricca di Chiese da visitare) e ci porta a Carbonia che sorge nel primo entroterra.
Le tappe 26 e 27 ci portano, lungo un territorio ricco di testimonianze archeologiche, in vista del polo Industriale dismesso di Portovesme con le suo ciminiere e le sue pale eoliche.
Da qui un traghetto ci porta in 40 minuti a Carloforte sull’isola di San Pietro dove si svolge la tappa 28 che permette di scoprire alcune bell3Se dell’isola come le calette, le saline e le tonnare.
Con la tappa 29 si cammina ancora lungo le spettacolari scogliere vulcaniche per abbandonare definitivamente il mare verso la fine della tappa.
La tappa 30 ci riporta infine ad Iglesias lungo il tracciato recentemente recuperato delle ex ferrovie Iglesias/Calasetta e Monteponi/Portovesme.
- Cartografia:
- Cartina insieme al numero di Meridiani Montagne Sardegna Costa Occidentale.
- Bibliografia:
- Vedi numero Meridiani Montagne Sardegna Costa Occidentale con relativa cartina che evidenzia tutte le tappe del percorso.
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