Proseguendo sullo stradone sterrato che superato il rifugio, dopo un ponticello ed una curva a gomito tra saliscendi si inoltra nel bosco. Superate le radure , intraprendere il sentiero CAI N 300 A. Ignorando il tratto che prende quota e passando per Vucculo dell’Arena porta alla cima del Panormo, si continua a procedere alla medesima quota e direzione fino al superamento di un torrentello. Dopo il fosso si interseca lo stradone sul quale passa il Sentiero Italia SI S05. Percorrerlo quindi in salita fino a quota 1530 circa. Arrivati nei pressi di una paretina rocciosa, invece di passarle avanti tramite il sentiero, abbandonarlo e guadagnare la sella risalendo pochi metri sulla destra. Alle spalle di questa parete, imboccare il ripido canalone e scenderlo fino ad arrivare alla base del Braccio degli Alburni. Costeggiare la base della parete sulla sinistra orografica, superare il varco creato da un enorme macigno poggiato alla parete stessa, fino ad arrivare all’attacco della via, caratterizzato da una partenza in fessura aggettante, dove un cordino in una clessidra indica l’inizio della via.
- L1 La via inizia con un passo atletico in leggero strapiombo per imboccare un accennato diedro fessurato che conduce a una placca, poi un secondo diedro per arrivare in sosta. 7b.
- L2 Scalare la placca verticale portandosi ad obliquare verso sinistra fino a raggiungere delle balze erbose che anticipano la grande cengia dove è presente la sosta. 7b/+.
dalla sosta obliquare camminando sulla cengia per circa una dozzina di metri verso destra (faccia parete) per raggiungere una seconda sosta di trasferimento.
- L3 Scalare l’evidente rampa a balze che conduce al grande strapiombo.6a.
- L4 Questo tiro rappresenta sicuramente il tiro chiave della via, dopo una complessa ma breve sezione in strapiombo traversando su un’estetica placca con grandi appigli. Distanti ed eleganti movimenti fino in sosta. L’ingresso del tiro può essere affrontato in artificiale con dei passaggi di A1, la seconda parte, da quando si ribalta lo strapiombo fino in sosta liberata è stimata 7c/+.
- L5 Si prosegue su una placca verticale con roccia delicata a tratti fratturata che conduce fino ad una cengia con albero. 6c.
- L6 Scalare la placca verticale super compatta fino a un tratto di leggero strapiombo che si passa a sinistra cavalcando uno spigolo. 7a.
- L7 Anche questo tiro simile al precedente su roccia compatta e verticale oltrepassando un lieve strapiombo con un passo atletico, poi lineare fino in sosta. 6c+.
- L8 Ancora su roccia compatta e poi su balze erbose fino ad arrivare alla fine della parete. Ultima sosta da attrezzare su albero. 6a.
Discesa:
Lasciandosi l’uscita della via alle spalle, costeggiare il crinale del Braccio per circa 150 metri in direzione S, fino ad immettersi sul crinale del Panormo e quindi rientrando nel sentiero CAI 300 SI perdere quota fino ad arrivare a ripercorrere la stessa strada dell’andata.
P.S. calarsi sulla via è possibile in tal caso si consiglia di passare da tutte le soste tranne S3, dalla cengia di S2 con una doppia con corde da 60 conduce fino alla base della parete.