Gita in compagnia di Mario-la guide-Monaco.
Che dire…un sogno nel cassetto…realizzato.
L’ambiente è superbo. Non bastano due occhi per vedere tutto…una parete immensa, una discesa da sogno…
Saliti al Gonnella dove siamo accolti da amici e non da clienti. Mangiato e dormito molto bene. Alle 5 del mattino ci mettiamo lentamente e comodamente in moto e in breve siamo fuori dal canalino a “Y”. La neve e’ dura e la progressione è rapida. Raggiungiamo la base della parete. Superata la terminale ci dirigiamo verso il couloir Saudan, il nostro obiettivo di salita e discesa. A 2/3 del canale 6 bergamaschi, incontrati il giorno prima, stanno salendo di buona lena. Io e Mario siamo tranquilli e…una scarica di sassi ci fa venire un colpo! Una piccola pietra colpisce il mio casco danneggiandolo parzialmente. Superato l’istante di “terrore” decidiamo di stare lontani dalla cresta rocciosa, probabile fonte di altre cadute rocciose. La neve compatta ci fa andare su velocemente. Poi osservando la cresta(Tournette) che delimita il Saudan nella sua parte sx, capisco il perchè della pioggia meteorica: due francesi-lo scoprirò in seguito al rifugio-stanno salendo e probabilmente hanno staccato delle rocce che poi sono piovute giù. Al primo sole decidiamo di fare pausa colazione. Si sta bene seduti sulle rocce calde. Scherziamo e ridiamo. Poi si riparte. La neve è dura, ma promette bene. Ai 3/4 del Saudan tiriamo tutto a dx entrando in parete. Un traverso spettacolare. Ci portiamo poco alla volta sulla verticale della vetta. Pochi metri e sbuchiamo sulla cresta e in pochi minuti siamo in cima.
Sono emozionato. Non ero mai stato sul Bianco…le cundi della parete sono perfette. Non ci resta che riposare e poi scendere. Ci godiamo la tranquillità della vetta. Solo tre-quattro alpinisti francesi vicino a noi. Nel frattempo una nebbia si alza dalla parete W. Il cielo è azzurro, ma perniciose “buffate” di umidità stanno coprendo il bianco lenzuolo.Decidiamo di scendere. Le prime curve, guardinghe, per capire la neve e anche perchè la visibilità non è ottimale. Poi un pò alla volta prendiamo il giusto ritmo e la visibilità in parte migliora. Curvo e sono felice. Traversiamo verso il Saudan. Pendenza sui 50° e neve dura, ma gripposa. Ingredienti per una discesa perfetta. Io avanzo, Mario mi segue. Superiamo una strettoia e lascio andare avanti la “guide”. Ora la parete è ampia. Quasi ci “perdiamo” non avendo punti di riferimento. E’ enorme. Noi che siamo abituati a fare curve in pochi metri, qui ci sentiamo un pò smarriti…scendiamo paralleli io tutto a destra a cercare le contropendenze, Mario pennella l’intera tela bianca. Ogniuno il suo “style”. Lo spartito è quello, l’interpretazione soggettiva. Curve, curve e ancora curve, ma anche le immense pareti finiscono. Superiamo la terminale e lasciamo correre gli sci. Risaliamo pochi metri e ci fiondiamo nel couloir a Y. La neve qui è papposa. Ideale per “cazzeggiare” un pò lasciandosi lentamente alle spalle la tensione della discesa. 300m di canale e poi fine…siamo sul ghiacciao dove ci leghiamo e raggiungiamo il Gonnella. Coca e torta con la panna sono le “coccole” di Nadia. Mi sdraio di faccia sul tavolo. Sono esausto e felice, ma so che è ancora lunga la strada del rientro. Salutiamo e raccolti “baracca e burattini” percorriamo quasi totalmente la morena in sci. Qualche togli-metti, ma niente di particolare. Poi asfalto e finalmente le quattro ruote…
Un grazie a Robi e Alain per le info. io sarei dovuto andare con loro, ma non ero convinto di reggere la quota. Dopo i 4mila5 dei Lyskamm me la sono sentita. Ed è andata benissimo…
du bon ski…