- Accesso stradale
- Strada asfaltata fino al colle. I posti per il parcheggio libero sono limitati ad un piazzale al colle e ad alcuni piazzali a bordo strada nel km che precede il colle stesso. Al colle, ampio parcheggio a pagamento.
Una bella gita in un ambiente superbo… almeno la prima parte!
Siamo partiti dall’affollato Col de Bavella, seguendo una traccia alternativa rispetto a quella indicata in descrizione: dal colle, tendendoci a destra di un ripetitore, abbiamo seguito le indicazioni per la “Croce Leccia”. Il sentiero sale dritto sul versante tra le ripide pareti, ma senza difficoltà né dal punto di vista tecnico, né dal punto di vista dell’orientamento, in quanto segnato da numerosissimi bolli verdi. L’itinerario porta dapprima ad un pianoro, dal quale, con una brevissima deviazione e un breve passo di facile arrampicata, si raggiunge la piccola Croce Leccia, posta su uno speroncino granitico.
Ritornati al pianoro, i bolli verdi continuano in direzione ESE, in leggera discesa, fino al ricongiungimento con il sentiero della variante alpina del GR20, marcato dalla doppia tacca gialla, simbolo che ci guiderà fino al ricongiungimento con il percorso “classico” del GR20, più avanti nell’anello.
Il percorso sale ripido tra le prime meravigliose guglie granitiche fino alla Bocca di U Truvone, marcata da un cartello che riporta, erroneamente, la quota 1334 (il colle è invece quotato 100 metri più alto). Da lì la pendenza diventa mediamente più morbida, si cammina per lo più nella pineta su un sentiero sempre ben marcato, caratterizzato da brevi ma numerosi saliscendi.
La famosa placca con catena si trova pressappoco sotto alla Punta di l’Arjettu. Il passaggio è costituito da una placca lunga una decina di metri da superare in discesa, fino al saltino finale di 1 metro e mezzo circa, agevolato da due gradini metallici, il tutto protetto dalla catena. Questo passaggio potrebbe presentarsi un po’ scivoloso in caso in cui la roccia fosse bagnata, ma con le condizioni di oggi nessun problema né per noi, né per la nostra amica a 4 zampe che ha avuto bisogno del nostro aiuto giusto nel breve tratto verticale.
Il cammino prosegue senza ulteriori difficoltà fino alla deviazione per la Punta di a Vacca; per la cima, noi abbiamo seguito gli ometti in direzione sud sulla cresta fino ad un collettino tra due speroni (la cima è lo sperone sulla destra salendo). Dal collettino abbiamo aggirato lo sperone dal suo versante meridionale, risalendo dal versante occidentale con un paio di passi di arrampicata (10-15 minuti dal sentiero principale).
La traccia principale prosegue in salita fino alla Bocca di u Pargulu, il punto più alto della gita. Volendo completare l’anello, da qui si scende dapprima in direzione NE, poi più direttamente, sempre seguendo le tacche gialle, fino a raggiungere il percorso classico del GR20 (da qui si seguiranno le tacche biancorosse) che conduce fino al Col de Bavella. Questa parte di percorso è su ottimo sentiero sempre comodo e per lo più ombreggiato grazie all’abbondante copertura boscosa. Tuttavia, è molto più monotono dal punto di vista paesaggistico rispetto alla maestosità delle guglie granitiche che si ammirano nella parte alta, include numerosi saliscendi (tutti brevi, tranne la risalita finale di 200 metri) ed è molto lunga. Noi abbiamo impiegato circa 3 ore ad arrivare alla Bocca di u Pargulu (che si trova al 5° km di percorso, sui 17 totali segnati dal mio contapassi), comprensive della visita alla Croce Leccia, 1 ora di sosta sotto la Punta di a Vacca e numerose brevi pause per acqua e foto lungo il percorso; dalla Bocca al colle di Bavella sono altri 12 km che abbiamo percorso con una discreta fretta a causa della minaccia di un temporale imprevisto, impiegando altre 3 ore di cammino continuativo, con rarissime e brevissime soste.
Personalmente, se dovessi tornare in zona lascerei perdere l’anello, limitando la gita al tour delle torri fino alla Bocca di u Pargulu, per poi tornare sul percorso di salita: decisamente meno faticoso e infinitamente più appagante dal punto di vista paesaggistico.
Oggi tantissime persone sul percorso, la maggior parte impegnate nella variante alpina di questa penultima tappa del GR20.