Argentea (Monte) da Campo, via diretta

Argentea (Monte) da Campo, via diretta
La gita
settecapelli
3 06/08/2011
Accesso stradale
ok, in auto fino alla sbarra

sgambata mattutina vicino casa, alla faccia delle code in autostrada e del meteo incerto sull’arco alpino.
salito per il sentiero stella e rientro per la normale. invece della discesa rompiginocchia dalla cima al leveasso, consiglio di ritornare alla collettassa e raggiungere da qui il leveasso per il meraviglioso sentiero latronato.
indispensabili pantaloni lunghi e bastoncini: in estate oltre all’erba lunga che potrebbe nascondere zecche e vipere, migliaia di ragni (per fortuna pacifici ma grandi come rane) amano stendere le loro tele proprio sul sentiero. avvistati caprioli.

Se una mattina d’estate un pescatore… essendo in attesa che finisca di asciugare la vernice bianca data al gozzo il giorno prima – e cmq essendo troppo afoso per remare – decidesse di alzarsi di buon’ora e fare due passi in montagna?
Cosi’ deve aver pensato Baciccin, che, preso il secchiello della vernice avanzata, decise di utilizzarla per segnare quel sentiero che, percorso da bambino, era utilizzato dal nonno contadino per raggiungere nel piu’ breve tempo possibile i prati della segagione presso la cima dell’Argentea.
Non rimaneva che scegliere il segnavia, che doveva essere diverso da tutti quelli già in uso da quelle parti. Scelse una stella.
Fu così che, letteramente immerso nel verde della macchia mediterranea, tra i mille profumi di eriche, mirti, cisti, creò il suo capolavoro: una stella ogni dieci passi, poste, dove ancora presenti, sui muretti dell’antico percorso ma, più spesso, direttamene sulle serpentiniti, che vedevano così ingentilite le forme contorte dovute alla loro natura metamorfica.
Il problema fu che faceva caldo, troppo caldo, e Baciccia, da pescatore, aveva dimenticato che da queste parti, con l’avanzare del giorno, la brezza di mare trova un ostacolo alto oltre mille metri e non trova alro sfogo che spingersi su per gerbidi e pietraie, ovviamente condensando e formando così tipici banchi di nebbia.
Baciccia ormai era quasi in cima e non ebbe problemi ad orientarsi, tuttavia successe una cosa imprevista: la vernice non asciugava come sul gozzo, ma prendeva a colare dalle punte inferiori delle stelle.
Essendo la vernice resistente addirittura al mare, chissà per quanti secoli ancora in paese avrebbe riso della sua impresa.
Non trovò quindi altro modo di riparare se non rifare il giro e, con una vernice grigio-verde come le pietre, ritoccare le sbavaure. in molti casi, dovette anche ricoprire i segnavia e fare delle nuove stelle, ma questa volta in autunno, con tempo meno umido.

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