1.3Km
Note
Storico
250m
250m
350m
400m
500m
550m
550m
600m
600m
1.3Km
4.4Km
5.8Km
5.8Km
5.8Km
5.8Km
6Km
7Km
8.4Km
8.9Km
Scala proteggibilità; grado max e obbl: I/RS2 ; 6b+ max – 6a obbl
Materiale in posto: soste e alcuni spit-fix
Materiale occorrente: 12 rinvii, una serie friend BD dal n°0.2 al n°4, doppi da n°0.3 a n°3. Utile ma non indispensabile un n°5. Corde 55m
La via supera la parete strapiombante che sovrasta il “Diedro delle Antiche Sere” riprendendo parzialmente, nei primi due tiri sopra la cengia, due vecchi tentativi ad opera prima di E. Bonfanti e S. Cerutti e poi di A. Cò e R. Pagliano. La parte bassa si dirama dal diedro regalando uno dei tiri più belli di Sea, un sistema di fessure su muro leggermente strapiombante con difficoltà incredibilmente molto abbordabili. I tiri sopra la cengia anche se in alcuni, seppur brevi, tratti presentano roccia che richiede un minimo di attenzione sono molto aerei e di grande effetto. Dopo segue un diedro fessurato di dita molto più facile di quanto sembri da sotto che conduce verso la parte finale della via, dove, rispetto alla via dell’Addio vs. 2022, esce nelle fessure a sinistra (uscita dell’Addio originale). Un itinerario che nonostante le apparenze è tutto scalabile senza difficoltà eccessive e che conduce, ancora una volta, in cima ai Titani, la parete più alta di Sea.
Banda d’ Travestì è dedicata al circo dell’arrampicata, a tutti i suoi clown e saltimbanchi, a coloro che si travestono da grandi arrampicatori senza esserlo, a coloro che si travestono da oracoli parlando e straparlando di un’etica che è solo inventata da loro e costruita su di loro, a coloro che dandosi arie da santoni e professori vogliono insegnarci retoriche stupidaggini, a coloro che criticano senza però mai fare nulla, a quelli delle filippiche inconcludenti e a quelli che non possono fare a meno di mettersi in mostra sempre e ovunque, ai finti superuomini mancati che mai si abbevereranno alla vera fontana di giovinezza, ai bugiardi, agli opportunisti e agli approfittatori del mondo verticale. Se non vi riconoscete in una di queste categorie andate a farla
Gli interventi dei Rocciatori Val di Sea non mirano a “mettere in sicurezza” gli itinerari, ma a sostituire, nei limiti del possibile, l’attrezzatura ritenuta ormai vecchia e poco affidabile. Nessuna via è stata o sarà trasformata in “plaisir” né integralmente chiodata a fix. La posa o sostituzione di materiale non implica assunzione di responsabilità da parte dell’associazione riguardo a manutenzione, sicurezza o assenza di incidenti. L’iniziativa è priva di fini di lucro e ha come unico scopo il recupero di vie oggi dimenticate.
Spetta quindi all’arrampicatore valutare lo stato della chiodatura, integrare se necessario con protezioni proprie e affrontare le vie solo se in possesso delle capacità tecniche e fisiche adeguate. Considerata inoltre la possibile instabilità della roccia, è indispensabile saper riconoscere e gestire eventuali pericoli, rinunciando alla scalata se le condizioni lo richiedono.
Avvicinamento
Materiale in posto: soste e alcuni spit-fix
Materiale occorrente: 12 rinvii, una serie friend BD dal n°0.2 al n°4, doppi da n°0.3 a n°3. Utile ma non indispensabile un n°5. Corde 55m
La via supera la parete strapiombante che sovrasta il “Diedro delle Antiche Sere” riprendendo parzialmente, nei primi due tiri sopra la cengia, due vecchi tentativi ad opera prima di E. Bonfanti e S. Cerutti e poi di A. Cò e R. Pagliano. La parte bassa si dirama dal diedro regalando uno dei tiri più belli di Sea, un sistema di fessure su muro leggermente strapiombante con difficoltà incredibilmente molto abbordabili. I tiri sopra la cengia anche se in alcuni, seppur brevi, tratti presentano roccia che richiede un minimo di attenzione sono molto aerei e di grande effetto. Dopo segue un diedro fessurato di dita molto più facile di quanto sembri da sotto che conduce verso la parte finale della via, dove, rispetto alla via dell’Addio vs. 2022, esce nelle fessure a sinistra (uscita dell’Addio originale). Un itinerario che nonostante le apparenze è tutto scalabile senza difficoltà eccessive e che conduce, ancora una volta, in cima ai Titani, la parete più alta di Sea.
Banda d’ Travestì è dedicata al circo dell’arrampicata, a tutti i suoi clown e saltimbanchi, a coloro che si travestono da grandi arrampicatori senza esserlo, a coloro che si travestono da oracoli parlando e straparlando di un’etica che è solo inventata da loro e costruita su di loro, a coloro che dandosi arie da santoni e professori vogliono insegnarci retoriche stupidaggini, a coloro che criticano senza però mai fare nulla, a quelli delle filippiche inconcludenti e a quelli che non possono fare a meno di mettersi in mostra sempre e ovunque, ai finti superuomini mancati che mai si abbevereranno alla vera fontana di giovinezza, ai bugiardi, agli opportunisti e agli approfittatori del mondo verticale. Se non vi riconoscete in una di queste categorie andate a farla
Gli interventi dei Rocciatori Val di Sea non mirano a “mettere in sicurezza” gli itinerari, ma a sostituire, nei limiti del possibile, l’attrezzatura ritenuta ormai vecchia e poco affidabile. Nessuna via è stata o sarà trasformata in “plaisir” né integralmente chiodata a fix. La posa o sostituzione di materiale non implica assunzione di responsabilità da parte dell’associazione riguardo a manutenzione, sicurezza o assenza di incidenti. L’iniziativa è priva di fini di lucro e ha come unico scopo il recupero di vie oggi dimenticate.
Spetta quindi all’arrampicatore valutare lo stato della chiodatura, integrare se necessario con protezioni proprie e affrontare le vie solo se in possesso delle capacità tecniche e fisiche adeguate. Considerata inoltre la possibile instabilità della roccia, è indispensabile saper riconoscere e gestire eventuali pericoli, rinunciando alla scalata se le condizioni lo richiedono.
Da Forno Alpi Graie percorrere la strada che porta al Santuario della Madonna Nera e parcheggiare in prossimità del bivio con il Vallone di Sea. Seguire la strada sterrata fino al suo termine, non proseguire sul sentiero ma guadare il torrente Stura riprendendo dalla riva opposta la strada che porta alle prese dell’acquedotto. Giunti alle costruzioni risalire la pietraia alla loro destra seguendo diversi ometti fino ad arrivare alla parete principale, in corrispondenza dell’attacco di “Sogno di Sea”. Seguire allora il sentierino a destra che costeggia la parete fino all’attacco dello “Spigolo dell’incomunicabilità”, superarlo e giungere all’attacco di “Titanic” (cordino con manico rosso di spazzola attaccato al primo dei spit-fix con piastrine artigianali). Attacco a quota 1600m circa, 400m di dislivello, 1h circa.
Descrizione
- L1-salire il tiro a destra di quello di “Titanic”. Si attacca sul margine destro del grottino, si traversa a sinistra e si supera quindi un difficile passaggio che porta verso destra sotto alle lame atletiche dell’uscita. Arrivati sulla cengia andare alla sosta di destra alla base del diedro appoggiato fessurato di “Antiche Sere”, con andamento da destra a sinistra (sosta con 2 spit-fix non per doppia). Grado 6b+.
- L2-attaccare il diedro delle “Antiche Sere” salendo la fessura ad incastro fino a un breve diedro, da superare sulle placche a sinistra. Si giunge al pulpito di sosta. Non fermarsi ma proseguire moschettonando il successivo spit-fix e, abbandonando il diedro, salire a sinistra su roccia ben ammanigliata (1 spit-fix) fino a superare un più ostico ribaltamento fessurato che adduce alla terrazza rocciosa di sosta Grado 6a.
- L3-salire il diedrino inclinato che porta in centro al bellissimo muro fessurato aggettante. Salire il sistema di fessure via via più facili (al pilastro incuneato nella parete stare a sinistra) fino alla cengia mediana. Grado 6b+.
- L4-trasferimento. Ribaltarsi sulla cengia, pochi metri a sinistra si trova la sosta, da non confondere con quella più a sinistra ancora, allestita per le calate in doppia, che è di “Titanic”
- L5-sfruttando la lama salire sulla placca (2 spit-fix) e proseguire fino a un gradone (spit-fix da allungare per evitare attriti), ribaltarsi su un pulpito (spit-fix) e proseguire in fessura (utile ma non indispensabile il friend n°5) fino al diedro finale (alcuni spit-fix di cui 2 di un tentativo). Questo tiro riprende da metà il vecchio tentativo di Bonfanti-Cerutti, a destra della nuova sosta ci sono ancora i due vecchi golfari arancioni di calata piazzati da Bonfanti. Grado 6a+.
- L6-superare con traverso da sinistra a destra l’arcata strapiombante (alcuni spit-fix). Attenzione in uscita a un blocco che si muove anche se non sembra staccarsi (qui la spittatura è comunque ravvicinata). Si sosta stando in piedi sulla grossa prua prominente nel vuoto che sovrasta il “Diedro delle Antiche Sere”. Qui si trova ancora il cordone con maillon di calata probabilmente del tentativo Cò-Pagliano. Grado 6a+.
- L7-salire la placca inclinata da sinistra a destra posta sotto gli strapiombi (2 spit-fix e un cordino incastrato) fino al suo termine, qui ribaltarsi a sinistra proseguendo sul muro leggermente strapiombante (alcuni spit-fix). Grado 6b.
- L8-proseguire nel diedro sopra la sosta più ostico di quanto appaia da sotto (2 spit-fix), al suo termine traversare a destra e immettersi nel bellissimo diedro fessurato con fessura da dita e provvisto di ottimi gradini per i piedi. Proseguire ancora superando un successivo breve risalto che porta a una bella cengia erbosa. Grado 6a. Possibile scappatoia: se alla fine del diedro iniziale invece di andare a destra si esce a sinistra si arriva alla cengia erbosa (1 spit-fix) che percorsa in leggera discesa porta all’ultima sosta di “Titanic”. Da qui ci si può comodamente calare con 4 doppie fino alla base.
- L9-a sinistra della sosta salire la fessura sulla faccia destra del diedro. Proseguire più facilmente fino a un altro diedro (qui passa l’originale della “via dell’Addio”, un vecchio friend incastrato), arrivare a uno spit-fix e abbandonando il diedro (lame incastrate) ribaltarsi a destra su un terrazzino erboso. Grado 5c.
- L10-salire il muro a tacche (1 spit-fix) fino a una cornice che si segue verso destra fino a una fessura che incide il muro grigio (1 spit-fix sul traverso). Salire la non facile fessura fino a una zona più fratturata (qualche spit-fix) che porta al terrazzo roccioso sotto al diedro finale della “via dell’Addio vs. 2022”. Grado 6a+.
- L11-non proseguire nel grande diedro di fronte alla sosta (via dell’Addio vs.2022) ma salire le fessure del diedro giallastro a sinistra. Sotto al tetto traversare a sinistra e sostare su una cornice (2 spit-fix sul tiro di cui il primo visibile da sotto). Grado 6a+
- L12-salire lo spigolo sopra la sosta (1 spit-fix) e quindi proseguire ascendendo verso sinistra fino all’uscita (1 spit-fix sull’ultimo ribaltamento prima della sosta di calata a destra). Grado 5c+
Discesa
Da S12 alla sosta della “via dell’Addio vs.2022” posta sul terrazzino adiacente e pochi metri sopra la S10. Da qui ci si cala verticalmente sfruttando 2 soste dell’Addio vs.2022 e quindi le 4 calate su “Titanic” che riportano all’attacco.
L. Brunati, L. Enrico, M. Enrico ; 27/07 e 02/08/2025; L. Enrico, M. Enrico ; 15-17/08/2025
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