Le mie gite su gulliver
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Avvicinamento non breve da l'Ecot (oltre 3h). Ero curioso ma dubbioso su questa via quotata in modo un po' contraddittorio PD+/4c sulle fonti web francesi. In realtà è un buon modo per salire questa panoramica cima, anche se le valutazioni sia generale che delle difficoltà dei singoli tiri mi hanno lasciato molto contrariato. L2 in partenza è ben oltre il 3b dichiarato (almeno 4a). L3 non è 4c se si passa nel camino a sx (zaino permettendo). Il resto ci può stare. Complessivamente PD+ è cmq strettino. Anche la discesa, non scontata nel percorso e non banale, non è F ma almeno PD-. Io non ho usato le scarpette perchè la via è molto discontinua (tanta terra e erba nei tiri), ma per L2 e L3 non farebbero poi così schifo. Noi avevamo una corda da 40m e 4 rinvii e abbiamo usato un friend medio solo per integrare all'inizio L2.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Ha già detto tutto Alberto. Dente nord decisamente impegnativo se si fa il tiro di V, meno dal camino ovest, comunque molto liscio. Dente centrale per niente banale, anche per la roccia poco rassicurante. Discesa infinita. Un sogno finalmente realizzato, grazie al socio.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
note su accesso stradale :: park del pian del re 10 euro al giorno
L'ho ripetuta dopo diversi anni e, in effetti, restando sul filo e seguendo i fix, si incontrano diversi passaggi di III e il PD+ ci può anche stare. E' sul livello della sud della Roma o della traversata Fouriun-Venezia per intenderci, solo più corta e meno articolata. Basta una corda da 30m e una manciata di rinvii. Quando si incontra la normale proseguire sul filo seguendo i fix, ci sono ancora un paio di passaggi interessanti.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Neve dal ghiacciaio (5300m), continua fino in vetta grazie all'abbondante innevamento di quest'anno (ramponi e piccozza utili, corda facoltativa ma raccomandabile - ghiacciaio cmq senza crepacci). Cresta finale divertente in queste condizioni di misto. Partiti fra gli ultimi, senza tirare (e chi ce l'avrebbe fatta?) siamo comunque arrivati in vetta per primi, ma il livello tecnico dei numerosi frequentatori di questa montagna è piuttosto basso, come anche quello di molte guide locali, la cui preparazione non è purtroppo all'altezza della grande disponibilità e della cortesia.
A detta della ns guida, parrebbe che dal prossimo anno la salita allo Stok sarà interdetta, come ogni itinerario nella valle di Stok. Questo per ridurre l'inquinamento del rio prodotto dai rifiuti dei campi lungo di esso ed in particolare del campo base.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Ottime condizioni, buona traccia presente, no ghiaccio (anche grazie all'abbondante innevamento di quest'anno a detta della ns. guida). Bella cima, un po' nascosta, che si vede finalmente solo dopo alcuni giorni di trek lungo la Markha valley, la cui completa integrità è stata in parte intaccata dalla una recente strada che la risale per diversi km. Scarsa frequentazione rispetto all'altra classica della zona (Stok Kangri).
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Condizioni molto secche ma perfette, soprattutto per la parte alta in roccia. Dalla gengiva si sale senza ramponi fino in vetta (no ghiaccio, no verglas) Conviene inizialmente seguire la cresta SE sul filo sin dove si impenna e non farsi attirare da tracce orizzontali sotto cresta che portano alla base del canalone delle Gabel (come invece abbiamo fatto noi in salita). Per arrivare alla gengiva l'ultimo tratto è ormai in ghiaccio mentre il ponte sulla terminale alla base del camino iniziale dopo il traverso sul Rothorngletscher, già al limite al mattino, è caduto proprio sotto i miei piedi in discesa (per fortuna che mi stavo calando in doppia...per la quale servono almeno 60m di corda - per tutte le altre basta da 50m).
In discesa, arrivati all'albergo Berggasthaus Trif scopriamo che il resto del sentiero per Zermat è chiuso per inagibilità (ponti spazzati via dalla piena del rio Trifbach provocata, scopriremo poi, dal cedimento la sera precedente di un ghiacciaio sotterraneo a monte). Così dobbiamo risalire più di 150m e scendere con il più lungo sentiero che passa nei pressi dei paravalaghe e arriva al campeggio. Nessun avviso di tutto ciò ci è stato dato dal rifugio al momento della partenza. Informarsi quindi delle condizioni del sentiero diretto nei prossimi giorni.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Nonostante le indicazioni poco incoraggianti di Rok1976 decidiamo di andare a vedere di persona.
Il ghiacciaio non è messo bene ma l'ho visto in stato peggiore (fine luglio 2017). C'è ancora relativamente poco ghiaccio scoperto, una buona traccia e i ponti di neve di dubbia tenuta sono "solo" due (ma per uno è già stato trovato il passaggio alternativo). Si sale passando dal colle est, scavalcando un cocuzzolo roccioso e solo gli ultimi metri prima della cresta sono in ghiaccio. Noi in salita, siamo comunque saliti direttamente al colle ovest (30 m in ghiaccio vivo a 45°, usata una vite). La cresta finale (poco cresta per la conformazione) l'abbiamo trovata meno impegnativa del previsto e l'abbiamo salita a corda tesa. La roccia è cattiva solo nella parte bassa del canale che si risale nel lungo tratto mediano. Le difficoltà, a mio parere, sono costanti sul II+/III con un unico passo di III+ proprio all'uscita del canalino a breve distanza dalla vetta. In discesa abbiamo fatto qualche doppia (anche per giustificare il porto di due mezze corde da 30m), non tutte indispensabili.
Confermo in ultimo l'annotazione di MBourcet 213: nel tratto attrezzato per scendere/salire dal ghiacciaio al rifugio, il punto di passaggio fra le due scalette metalliche e i cavi d'acciaio presenta un passo molto impegnativo per l'assenza di appoggi per i piedi. Portate gambe lunghissime.... ;-D
Molta gente al rifugio, diverse cordate sulla Pointe de la Pilatte e tre sul Pilier NE, quasi tutti con guida. Solo noi sulla normale.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
note su accesso stradale :: Parcheggio di Morteratsch 9 euro al giorno (solo monete).
La difficoltà indicata (PD) è forse un po' generosa ma con le condizioni incontrate ci può anche stare. Il tratto chiave è al momento la salita e (la discesa) dei primi metri della fascia rocciosa per la Fuorcla Boval, dopo i nevai alla sua base. Ad oggi c'è una scala di allumino e una corda fissa per passare la crepaccia e superare i primi metri leggermente strapiombanti. Oltre è in fase di ultimazione su un muro verticale e quindi su placche lisce un percorso attrezzato con scalini metallici ma manca ancora la corda fissa. In alternativa si può passare leggermente a dx in una specie di canale su terreno molto delicato (placche lisce sporche di detrito). Sopra un sentiero più marcato sulla ghiaia porta alla parte rocciosa finale di buon granito con percorso ben segnalato con bolli e frecce rosse e qualche anello e fix di protezione nei tratti più impegnativi. I passaggi comunque non sono mai oltre il II grado.
Parte glaciale in buone condizioni ma la spolverata della vigilia potrebbe nascondere del ghiaccio, non fastidioso comunque. Qualche crepaccio comincia ad essere ben evidente nella cupola finale. Panorama all'altezza delle aspettative, davvero di prim'ordine su tutto il versante settentrionale del gruppo del Bernina. In discesa per superare le infide placche noi abbiamo fatto due brevi doppie (corda da 30m).
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
La descrizione presente è ben fatta. A differenza di quanto indicato dalle guide Vallot non serve molto materiale oltre a 7-8 rinvii e fettucce lunghe per costruire le soste inesistenti. Solo per i tiri inferiori, poco o nulla protetti è sufficiente qualche friend medio e piccolo, mentre i due tiri finali sono ottimamente serviti da chiodi e fix. Anche noi siamo saliti per errore lungo il diedro della vecchia via (con fix ribattuti) e quindi, capito lo sbaglio, ci siamo ricalati dalla sosta successiva (rischio incastro corde nella fessura del fondo del diedro). Abbiamo fatto in scarponi i primi tiri, in scarpette gli ultimi due. Nonostante l'esposizione, visto che il percorso passa sul bordo sx dell'ampio crestone, il sole arriva piuttosto tardi.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Noi abbiamo fatto la traversata Bianca-Nera provenendo dalla Bianca. Zero neve (a parte pochi metri di un colletto della cresta) sul percorso dai noi seguito. Dal colle della Nera siamo scesi verso il Sella, risaliti al Col Lauson (ancora neve nell'ultimo tratto lato Valnontey) e rientranti in Valsavarenche. Sulla cresta scarse difficoltà tecniche ma terreno molto molto delicato.