Le mie gite su gulliver
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Ottime condizioni, buona traccia presente, no ghiaccio (anche grazie all'abbondante innevamento di quest'anno a detta della ns. guida). Bella cima, un po' nascosta, che si vede finalmente solo dopo alcuni giorni di trek lungo la Markha valley, la cui completa integrità è stata in parte intaccata dalla una recente strada che la risale per diversi km. Scarsa frequentazione rispetto all'altra classica della zona (Stok Kangri).
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Condizioni molto secche ma perfette, soprattutto per la parte alta in roccia. Dalla gengiva si sale senza ramponi fino in vetta (no ghiaccio, no verglas) Conviene inizialmente seguire la cresta SE sul filo sin dove si impenna e non farsi attirare da tracce orizzontali sotto cresta che portano alla base del canalone delle Gabel (come invece abbiamo fatto noi in salita). Per arrivare alla gengiva l'ultimo tratto è ormai in ghiaccio mentre il ponte sulla terminale alla base del camino iniziale dopo il traverso sul Rothorngletscher, già al limite al mattino, è caduto proprio sotto i miei piedi in discesa (per fortuna che mi stavo calando in doppia...per la quale servono almeno 60m di corda - per tutte le altre basta da 50m).
In discesa, arrivati all'albergo Berggasthaus Trif scopriamo che il resto del sentiero per Zermat è chiuso per inagibilità (ponti spazzati via dalla piena del rio Trifbach provocata, scopriremo poi, dal cedimento la sera precedente di un ghiacciaio sotterraneo a monte). Così dobbiamo risalire più di 150m e scendere con il più lungo sentiero che passa nei pressi dei paravalaghe e arriva al campeggio. Nessun avviso di tutto ciò ci è stato dato dal rifugio al momento della partenza. Informarsi quindi delle condizioni del sentiero diretto nei prossimi giorni.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Nonostante le indicazioni poco incoraggianti di Rok1976 decidiamo di andare a vedere di persona.
Il ghiacciaio non è messo bene ma l'ho visto in stato peggiore (fine luglio 2017). C'è ancora relativamente poco ghiaccio scoperto, una buona traccia e i ponti di neve di dubbia tenuta sono "solo" due (ma per uno è già stato trovato il passaggio alternativo). Si sale passando dal colle est, scavalcando un cocuzzolo roccioso e solo gli ultimi metri prima della cresta sono in ghiaccio. Noi in salita, siamo comunque saliti direttamente al colle ovest (30 m in ghiaccio vivo a 45°, usata una vite). La cresta finale (poco cresta per la conformazione) l'abbiamo trovata meno impegnativa del previsto e l'abbiamo salita a corda tesa. La roccia è cattiva solo nella parte bassa del canale che si risale nel lungo tratto mediano. Le difficoltà, a mio parere, sono costanti sul II+/III con un unico passo di III+ proprio all'uscita del canalino a breve distanza dalla vetta. In discesa abbiamo fatto qualche doppia (anche per giustificare il porto di due mezze corde da 30m), non tutte indispensabili.
Confermo in ultimo l'annotazione di MBourcet 213: nel tratto attrezzato per scendere/salire dal ghiacciaio al rifugio, il punto di passaggio fra le due scalette metalliche e i cavi d'acciaio presenta un passo molto impegnativo per l'assenza di appoggi per i piedi. Portate gambe lunghissime.... ;-D
Molta gente al rifugio, diverse cordate sulla Pointe de la Pilatte e tre sul Pilier NE, quasi tutti con guida. Solo noi sulla normale.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
note su accesso stradale :: Parcheggio di Morteratsch 9 euro al giorno (solo monete).
La difficoltà indicata (PD) è forse un po' generosa ma con le condizioni incontrate ci può anche stare. Il tratto chiave è al momento la salita e (la discesa) dei primi metri della fascia rocciosa per la Fuorcla Boval, dopo i nevai alla sua base. Ad oggi c'è una scala di allumino e una corda fissa per passare la crepaccia e superare i primi metri leggermente strapiombanti. Oltre è in fase di ultimazione su un muro verticale e quindi su placche lisce un percorso attrezzato con scalini metallici ma manca ancora la corda fissa. In alternativa si può passare leggermente a dx in una specie di canale su terreno molto delicato (placche lisce sporche di detrito). Sopra un sentiero più marcato sulla ghiaia porta alla parte rocciosa finale di buon granito con percorso ben segnalato con bolli e frecce rosse e qualche anello e fix di protezione nei tratti più impegnativi. I passaggi comunque non sono mai oltre il II grado.
Parte glaciale in buone condizioni ma la spolverata della vigilia potrebbe nascondere del ghiaccio, non fastidioso comunque. Qualche crepaccio comincia ad essere ben evidente nella cupola finale. Panorama all'altezza delle aspettative, davvero di prim'ordine su tutto il versante settentrionale del gruppo del Bernina. In discesa per superare le infide placche noi abbiamo fatto due brevi doppie (corda da 30m).
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
La descrizione presente è ben fatta. A differenza di quanto indicato dalle guide Vallot non serve molto materiale oltre a 7-8 rinvii e fettucce lunghe per costruire le soste inesistenti. Solo per i tiri inferiori, poco o nulla protetti è sufficiente qualche friend medio e piccolo, mentre i due tiri finali sono ottimamente serviti da chiodi e fix. Anche noi siamo saliti per errore lungo il diedro della vecchia via (con fix ribattuti) e quindi, capito lo sbaglio, ci siamo ricalati dalla sosta successiva (rischio incastro corde nella fessura del fondo del diedro). Abbiamo fatto in scarponi i primi tiri, in scarpette gli ultimi due. Nonostante l'esposizione, visto che il percorso passa sul bordo sx dell'ampio crestone, il sole arriva piuttosto tardi.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Noi abbiamo fatto la traversata Bianca-Nera provenendo dalla Bianca. Zero neve (a parte pochi metri di un colletto della cresta) sul percorso dai noi seguito. Dal colle della Nera siamo scesi verso il Sella, risaliti al Col Lauson (ancora neve nell'ultimo tratto lato Valnontey) e rientranti in Valsavarenche. Sulla cresta scarse difficoltà tecniche ma terreno molto molto delicato.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Speravamo di trovare ancora un po' di neve sopra il bivacco invece niente, non la si tocca proprio. Resistono solo due minuscoli nevaietti a pochi metri dal bivacco che spariranno in pochi giorni e qualche lastrone prima del canale finale e poco prima della vetta. Piccozza e ramponi inutili (ma basterebbe del verglass...). Itinerario per il bivacco non così poco visibile come letto in altre relazioni (a parte l'imbocco della traccia nei prati poco oltre il casotto di caccia), i numerosi ometti aiutano più dei bolli. Salita alpinisticamente deludente in queste condizioni. Gli unici tratti dove si usano le mani (dietro il bivacco e nel canale sotto la cima) sono oggettivamente più pericolosi che difficili e cmq non proteggibili con questo terreno instabile.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
note su accesso stradale :: ultimo tratto molte pietre affioranti
Bella gita, completa, condizioni buone, nonostante la massiccia presenza di grandine della sera prima che sulla via non ha infastidito. Si trova ancora un nevaio sul sentiero a 15 minuti dal rifugio. Canale in neve, non gelata ma scivolosa (picca e ramponi indispensabili vista la pendenza), cresta pulita e asciutta. Avevamo nut e friend che non abbiamo usato, grazie ai numerosi ancoraggi naturali per cordini (lame e spuntoni). Nel tiro chiave (il quarto), l'ultimo chiodo non l'abbiamo usato, siamo passati nel camino a sx. Discesa dalla normale del passo della Forchetta (canale ancora parzialmente innevato). Molta neve ancora nella conca del lago, e nei pianori dove passa il sentiero fino a 2600 m circa.
il percorso (visto dalla De Cessole, novembre 2013)
il canale
nel canale
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Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Il caldo dell'ultima settimana ha picchiato anche qui e a farne le spese è stato soprattutto il pendio ovest della Fieschersattel che ha scaricato quasi totalmente e gli ultimi 40 m sono completamente secchi e con un po' di ghiaccio. Le due terminali si passano ancora bene ma sono già molto segnate. Nessuna traccia dalla Monchjochhutte, l'unica recente proveniva dalla Konkordiahutte, quindi dal pianoro alla base del pendio (3300m) primi 300 m da "interpretare" fra seracchi e crepacci (ancora abbastanza chiusi). Noi siamo saliti prima sull'Hinter, tracciato, seguendo la cresta NO (tratto in ghiaccio all'inizio), ma poi scendendo dal versante NE dove si passa con gli sci. La cresta SE del Gross invece è completamente pulita e si fa senza ramponi (tranne i 30 m finali se si aggira il filo sul fianco SO). Attenzione a non salire il gendarme iniziale perchè poi si è costretti a scendere con una breve doppia (si aggira abbastanza comodamente per placche sul fianco NE). Con le condizioni attuali dalla sosta a monte del gendarme per scendere fin sul ghiacciaio serve una calata da 50m.
Per la discesa dalla Fieschersattel c'è una sosta per una calata da 50m che ti porta nulla neve.
Solo noi da questa via. Due dalla cresta NO (via solita estiva), due con gli sci provenienti dalla Finsteraarhornhutte.
alba
sotto la Fieschersattel
sul pendio
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Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Dopo il Paramont saliamo la Becca Bianca, dalla cresta NE con discesa dal versante NO, nell'impluvio a forma di "Z" (più ripido, 40°). La neve dove ha preso sole ha già mollato parecchio (cresta), ma altrove è ancora buona. Con quest'innevamento sembra quasi un'altra montagna rispetto alle foto prese in piena estate! Ghiacciaio ben coperto. Decisamente consigliata in queste condizioni, sembra di essere ben più in quota!
Nessuno in giro a parte gli escursionisti al rifugio.
sotto il colletto fra Paramont e Becca Bianca
la vela finale
imponenti cornici verso est
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