Le mie gite su gulliver
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
note su accesso stradale :: con auto normale fino al tornante
Questa breve crestina aveva attirato la ns attenzione due settimane fa salendo alla Punta del Lago Sud. La GMI liquida velocemente la salita come "poco difficile. F", ma è un itinerario minore, quindi siamo pronti ad ogni sorpresa. La roccia non è molto buona all'inizio, poi migliora, ma è sempre molto lichenata. Ci sono alcuni passi interessanti e si riesce a tenere bene il filo. Noi abbiamo usato una corda da 30m, facendo qualche tiro, nut, friend e cordini. Ci è piaciuta e ci siamo divertiti di più di quanto potessimo aspettarci. Sono curioso di leggere le impressioni di eventuali ripetitori.
salendo nel vallone del Rouen, i Tre Denti sulla sx
Zoomata sui Tre Denti
sulla dorsale durante l'avvicinamento
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Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
A distanza di pochi giorni torno in zona.
L'originaria vaghissima descrizione dell'itinerario (ora integrata), l'assenza di foto del percorso e di ulteriori precisazioni da parte dei ripetitori, lasciavano intendere che si trattasse quasi di una passeggiata, almeno rispetto alla vicina Punta Corna. Io però sono diffidente per natura, almeno nei confronti di certi personaggi, e infatti i miei sospetti non vengono smentiti. Io sono salito (e sceso) cercando di seguire il filo e ho arrampicato quasi costantemente con passaggi di II/II+, talvolta esposti. Al di sopra di un breve muretto di III al termine allo spigolo iniziale (non evitabile) ho persino trovato una sosta con due vecchissimi cordoni per una doppia. Il primissimo tratto e la parte finale sono e sembrerebbero però in gran parte aggirabili per cenge erbose o camini meno impegnativi qualche decina di metri sx del filo (mi è parso di vedere dei radi ometti).
Bella cresta, roccia complessivamente buona, e bella montagna che meriterebbe di essere visitata di più. Certo l'accesso, privo di evidenti sentieri marcati, non invita.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
note su accesso stradale :: si arriva ancora al Pian del Re
Noi abbiamo attaccato una trentina di metri sotto il passo, su una sorta di sperone che borda la parete SE. Intercettata la normale al colletto dopo la rampa iniziale siamo saliti dritti raggiungendo in breve la cresta che abbiamo seguito fedelmente sul filo, a parte una paretina poco dopo l'intaglio, aggirata lato Po. Trovato un chiodo nel tratto di disarrampicata del dente (II+). Intercettata nuovamente la normale, poco sotto la vetta in corrispondenza dell'incrocio con la cresta SO, da non perdere la paretina successiva, da superare un metro a sx di un fix della via di Michelin (3 m, III). Sufficiente una corda da 30m, qualche friend medio e fettucce lunghe per una conserva protetta. Raggiunta anche la cima N, per dare uno sguardo a futuri progetti...
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
note su accesso stradale :: Ok fino alla sbarra
La sbarra era aperta per lavori in corso sulla strada, ma non ci siamo fidati di proseguire in auto, e in effetti al ritorno era chiusa!
Come da descrizione, saliti la sud, scesi con una doppia, saliti la nord e poi proseguito per cresta verso il Colle Speranza, infine scesi dal canalino prima di quello del colle. Tutto per fortuna molto più facile di quanto si possa supporre da sotto...
Ho riscritto completamente il testo dell'itinerario, perchè era molto vago (per usare un eufemismo) come inserito dal primo relatore. Non che i successivi si siano lasciati andare nel fornire migliori precisazioni...
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Dopo la Est della Udine azzardiamo questa traversata, che fatta in questo senso, ritenevo più facile che fatta in senso opposto. Cresta pulita e asciutta, fatta tutta in conserva cercando di "non perder tempo a pettinar le bambole". Non abbiamo integrato nulla, ma abbiamo fatto 4/5 calate, alcune brevi altre fino a 20 m, oltre le due dalla Udine alla Breccia degli Angeli (corda da 60 per la seconda). Effettivamente in questo senso le difficoltà massime saranno sul III (forse un paio di passi qualcosa in più), ma a parte le calate inevitabili, si disarrampica molto sempre su II/II+. Nella seconda parte verso la Roma, abbiamo avuto qualche difficoltà a trovare i fix, forse poco visibili in questo senso di marcia.
E' comunque una traversata molto lunga. Noi siamo arrivati in cima alla Roma alle 17.45! (e senza frontali al seguito naturalmente...).
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
note su accesso stradale :: strada per il Pian del Re ancora aperta
Ottime condizioni, roccia asciutta e pulita. So che non dirò nulla di nuovo ma ci provo lo stesso: in L1 e L4 lo zaino potrebbe dare un po' fastidio, L4-L5-L6 si possono ridurre a 2 tiri (sosta su spuntone con fix evidente in cresta), L11-L12 si possono concatenare. Per chi vuole andare veloce L5 e L6 (e naturalmente L7) si possono fare in conserva. Altre unioni di tiri mi da l'idea che farebbero troppo attrito e poi non si resta più vista. Noi l'abbiamo fatta con una singola da 60 e con le scarpette, a parte L3, se l'avessimo fatta in scarponi, non credo che le avremmo rimpiante. Bastano i rinvii, non serve integrare.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
note su accesso stradale :: Strada della valle Argentera in ottimo stato ma polverosa
Ripetuta dopo tantissimi anni. Noi abbiamo seguito il filo aggirando solo i torrioni "inutili" da scalare. A sorpresa trovato il cordone per la doppia, forse evitabile (forse) divallando lato Valle Lunga, forse non necessaria (forse). Complessivamente la cresta non è particolarmente impegnativa (l'abbiamo percorsa slegati), ma va bene così vista la qualità della roccia (calcescisto). In discesa, il primo tratto stare a sx, paralleli alla cresta.
la cresta vista dal colle di Rodoretto
la cresta da Punta Acuta
torrioni
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Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Dopo la via dei principianti alla Gias dei Laghi, raggiunto il Colle Aver, traversiamo sul lato NE e raggiungiamo la cresta che percorriamo tutta in conserva, protetta nel tratto più affilato ed esposto. Siamo stati tentati si seguire integralmente il filo, ma la dubbia solidità della roccia, ci ha indotto a seguire le indicazioni di Parodi e ad aggirarne un tratto sul versante SO. Nessuna protezione in loco. Dopo l'ultimo colletto noi siamo saliti ancora per cresta. Gradazione di Parodi forse un po' eccessiva, sia nel complesso che nella difficoltà dei passaggi più impegnativi.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Noi siamo saliti in conserva sulle placche fino al tratto chiave (il cui inizio è evidente). Poi il tiro da 30/35 m di IV (diversi chiodi), un secondo più facile e corto fino alla rampa verso sx, poi noi abbiamo "inventato" un terzo tiro da 40 m nel camino/canale di dx (passi di III, forse uno breve di III+, roccia non troppo solida). Ultimi metri su gradoni e si esce direttamente alla croce. Pochi chiodi (sulle placche in basso) fuori dal tratto più impegnativo, noi non abbiamo trovato così semplice e veloce (come invece indicato) proteggersi diversamente prima e dopo. Fatta con gli scarponi, corda da 45 m.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Quando un anno fa salii l'Oriol dalla cresta Ovest l'obiettivo era anche di raggiungere la Sacilotto, ma persi troppo tempo sulla cresta dell'Oriol (che attaccai troppo a sx) e, pur provandoci ancora, non riuscii a raggiungere il colletto fra le due vette. Tentati un traverso dalla normale, senza successo, quindi scesi un pezzo della cresta NE, ma era tardi e dovetti desistere. Capii che una via possibile passava da lì, poi consultando la guida del CAI vidi che c'erano anche altre soluzioni, ma, comunque, per la discesa, la via più comoda era sempre raggiungere la cima dell'Oriol per prendere la sua normale.
Seguo quindi oggi l'itinerario descritto, ringraziando Bernard per averlo pubblicato (un lavoro in meno ;-D). La cresta NE della Sacilotto è in lunghissima, ma sul filo si sta ben poco nel primo tratto. Seguirla fedelmente richiederebbe troppo tempo e comporterebbe comunque il superamento di passaggi per niente banali. Si pesta e si tocca molta teppa, ma si usano quasi costantemente le mani. Meglio dopo la quota 2623 e ancor meglio dopo la 2795, dove la roccia prevale e si resta quasi costantemente sul filo. Non ci sono passaggi particolarmente impegnativi ma è richiesto un certo fiuto per trovare il percorso e il passaggio perchè è facile complicarsi la vita e perdere tempo.
Dalla Sacilotto sono sceso come indicato ma non ho trovato il cordone per la doppia. Sono comunque passato dal lato Nord a quello Sud senza problemi sfruttando una comodissima breccia. Ho poi raggiunto il colletto sotto lo spigolo NE dell'Oriol per cenge rocciose e/o erbose pochi metri sotto il filo di cresta. A questo punto, pur avendolo già percorso in gran parte in discesa un anno fa, essendo solo e piuttosto stanco, ho preferito salire 10/15 m a dx dello spigolo, dove la parete forma una sorta di canale roccioso, la pendenza è notevole ma ci sono molte prese e appoggi. La poca neve non ha dato problemi. Ho così raggiunto la cresta NE e la normale a pochi metri dalla vetta. Sono poi sceso dalla normale disarrampicando (ma ho contato almeno 4 soste per doppie) e poi giù nel selvaggio vallone del Laitous, privo tracce, per la gioia dei menischi.
Alcune considerazioni: in caso di ritirata dalla Sacilotto non vedo facile ridiscendere la cresta verso il Colle del Limbo, nemmeno il primo tratto per poi scendere verso SE per canali erbosi verso la fine della strada. Uno di questi canali invece potrebbe essere sfruttato per salire, senza passare dal colle del Limbo, tagliando via la prima parte della cresta, che presenta numerosi e faticosi saliscendi. E' un percorso da effettuarsi solo con tempo stabile, assenza di nebbia, e terreno asciutto e senza gelo o neve. Dalla forcella alla base dello spigolo dell'Oriol parte un cengia detritica discendente che taglia tutta la parete nord della montagna. Al suo termine c'è una sorta di conca sul lato settentrionale della cresta Ovest. Uno speroncino di facili roccette permette di raggiungere una forcella poco a est del Punto Nodale e un canalino roccioso di scendere sulla traccia della normale.