Le mie gite su gulliver
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Dopo averla attesa per anni eccola finalmente. Ha già detto tutto Alberto, con il quale ci siamo pure tolti lo sfizio del Saint Robert dal percorso più facile e intuitivo, senza nemmeno allungare troppo i tempi. Fatta tutta in conserva, praticamente. Bella bella bella.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Nonostante il temporale di venerdì sera, quello del mattino (fra le 5 e le 6) e il cielo velato fino alle 9, la roccia era asciutta. Picca e ramponi indispensabili per salire il nevaio, in ghiaccio e neve durissima (in realtà è un ghiacciaio pensile). Soste e fix in ordine, noi abbiamo integrato pochissimo e prevalentemente con cordoni lunghi. Prime lunghezze fatte a tiri, quindi in conserva protetta, fino in vetta. Proseguito fino al segnale Baretti, passando sul lato ovest (possibilità di fare una doppia al ritorno per superare il salto, cordoni in posto). Pur avendo programmato di ridiscendere dalla via, abbiamo invece deciso di scendere dalla normale (essendo in tre, si sarebbe fatta lunga a fare tutte quelle doppie). Ancora qualche nevaio sotto le rocce Pareis, che facilita e velocizza un po', mentre la risalita dal col d'Arnas, dal ghiacciaio sempre più in basso, è veramente scoraggiante.
Ottima alternativa alla normale, dove si cammina un po' di meno e si arrampica un po' di più.
percorso per l'attacco
la via
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Avvicinamento e discesa come da descrizione e come ribadito da Teddy. Il primo tiro (diedro) non è più facile dei seguenti, quindi conviene legarsi alla base. Noi abbiamo fatto 8 tiri con una corda da 40 m, integrando poco (qualche friend e cordone), non abbiamo usato scarpette, ci sono appoggi sufficienti per gli scarponi. Via certamente non difficile (D), ma nemmeno facile (F), pertanto non fatevi ingannare, c'è del III e del III+ (passi). In alto, dopo il tratto più affilato, siamo rimasti sul filo (roccia meno solida). I bolli rossi di vernice che si incrociano fra il primo e il secondo tiro e che risalgono il canalone a fianco dello sperone portano in vetta (possibile via di fuga o di discesa).
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Ha detto tutto il socio Renato. Le condizioni dovevano (da previsioni) essere migliori, ma ce l'abbiamo fatta lo stesso. Peccato per la visibilità nulla in vetta e il forte vento, che ha mollato solo durante la discesa. Al ritorno con Anna abbiamo provato a salire ancora il Tacul ma il ghiaccio vivo sotto la vetta e l'affollamento ci hanno fatto desistere a poche decine di metri.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
La valutazione riportata è decisamente eccessiva, come quella di altri itinerari di questa cima presenti sul sito. Anche potendo passare dal passo degli Italiani (ma non con le condizioni attuali) non si va oltre un PD-/PD. Facendo il giro basso sul ghiacciaio, considerato che le parti su roccia sono tutte pesantemente attrezzate, non usando le corde fisse della cresta finale siamo intorno ad un F+, persino F se si sceglie di evitare la cresta e salire dal versante sud da dove arriva la Terzulli.
Ad oggi non si tocca neve per salire al Passo Brizio, il tratto attrezzato è molto breve (ma non è una via ferrata come definita da alcuni e pertanto non serve il kit col dissipatore ma solo il casco), per scendere dal lato opposto passare a dx (il percorso attrezzato sulla sx porta solo al bivacco), la Vedretta di Mandrone, il Pian di Neve e il Ghiacciaio dell'Adamello sono in pratica tutti secchi e c'è ghiaccio vivo (solo mascherato da 2 dita di neve recente) su entrambi i lati del Passo degli Italiani, che è pertanto difficilmente praticabile. Pertanto noi, per ridurre al massimo lo sviluppo del giro, abbiamo aggirato il Corno Bianco stando più alti possibile contro le pareti, nonostante i crepacci ben visibili presenti nei due brevi tratti più ripidi (eventualmente evitabili facendo un giro più largo verso il centro del ghiacciaio). Abbiamo poi preso la cresta finale dove iniziano le corde fisse (che non abbiamo usato vista la modesta difficoltà della cresta).
Ritorno infinito dallo stesso percorso. 14 ore dal Rifugio all'auto. Solo noi e altri tre dal Garibaldi, molti invece dalla Terzulli, la maggior parte in scarpe da running e calzoni corti, qualcuno salito direttamente dal park in giornata in meno di una manciata d'ore...
Appena posso posterò qualche foto che spero possa essere più utile di quelle di torte e di compagni di merenda coi piedi tagliati...
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
La debole nevicata dei giorni precedenti ha lasciato un po' di bianco sulla parti in ghiaccio, dando un'idea di condizioni migliori di quelle reali. Ghiaccio vivo ricoperto da 2 dita di neve fresca sulla Vedretta della Presanella, che si sale comunque senza problemi anche passando nei punti più ripidi (occhio solo ai crepacci). Discesa lato sud attrezzata da un cavo d'acciaio (non indispensabile). Più neve fresca (anche 10 cm) già trasformata e portante sulla Vedretta di Nardi, sulla pala finale tracciata diretta e sulle roccette terminali, pertanto ramponi ai piedi fino alla croce.
La valutazione riportata è a mio avviso un po' eccessiva, anche con le condizioni attuali. Viste le contenute pendenze dei pendii non è oltre un buon F+/PD-.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Sarà anche la via "più facile" al Pic d'Asti dopo la normale, ma non fatevi ingannare perchè è decisamente più impegnativa e già una ritirata dall'attacco reale (primo chiodo) sarebbe problematica. Noi avevamo le scarpette e le abbiamo usate dal primo chiodo, perchè la via è molto di placca, i piedi si usano molto e un'ottima aderenza aiuta, soprattutto nella variante finale, che visto che viene fatta praticamente da tutti non è più una variante. Ho motivo di credere, ma correggetemi se sbaglio, che quest'ultimo tiro a fix sia l'ultimo tiro di Fant'Asti.
Noi, oltre ai rinvii, abbiamo usato solo qualche cordone.
Oggi freddo intenso, nebbie e vento hanno un po' aumentato l'ingaggio, magari torneremo con un clima migliore per vedere l'uscita diretta.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Volevamo salire a piedi (si risparmiano 36 chf a testa) ma la pioggia battente, prevista fino alla sera, ce l'ha impedito. In ogni caso il sentiero di accesso percorre solo in parte le piste e volendo si può prendere anche poco sotto il Passo del Bernina, evitandole in questo modo quasi completamente.
Dopo gite in Oberland e negli Ecrins a noi le condizioni sono parse complessivamente buone, complice anche un ottimo rigelo. Il ghacciaio è molto crepacciato e alcuni ponti sono un po' alla frutta, ma non c'è ghiaccio (a parte il traverso alla base sotto il Piz Cambrena) e la buona traccia rende evidenti i punti pericolosi.
Cresta finale, molto bella, tracciata in gran parte sul filo.
Una sessantina di persone sulla normale e una decina sulla Kuffner. Quasi tutti guide con clienti. Solo due solo saliti in mattinata dopo l'apertura degli impianti, ovviamente salivano slegati alle 10 e ovviamente... erano italiani!
Prenotando la mezza pensione con pernottamento in camera (e non camerone), l'impianto di risalita è in omaggio e si risparmia pure qualche franco!
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Park di Preda Rossa 5 euro.
Sentiero per il rifugio un po' scomodo perchè scavato dall'acqua nella parte centrale.
Ghiacciaio in ghiaccio vivo nella metà inferiore, ancora un po' di neve in alto stando sulla sx. Cresta tutta pulita (non si tocca neve o ghiaccio). Noi, per prenderla, non abbiamo salito il canalino (ovviamente secco) sulla dx (anche se c'erano tracce recenti che portavano lì), ma abbiamo raggiunto il colletto con un traverso a mezzacosta su terreno franoso (forse meglio ancora seguire il filo direttamente dalla Sella di Pioda). Cresta non particolarmente impegnativa in queste condizioni (occhio solo al roccia spesso un po' scivolosa), solo il passo del Cavallo di Bronzo è un po' più impegnativo, perchè esposto e improteggibile per il primo, ma è breve e ben ammanigliato. Basta una corda da 30 m.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Salita strappata con le unghie e con i denti ad un meteo ballerino e a condizioni non proprio ottimali.
La salita dal Konkordiahutte al Grunhornlucke è tutta su sfasciumi o ghiaccio secco, la discesa verso il Finsteraarhorn hutte ha invece ancora neve nei primi 200 m che nasconde pericolosissimi crepacci (stare a dx). Il primo ghiacciaio sopra il rifugio è in ghiaccio vivo per i primi 100/150 m, ghiaccio vivo pure nel traverso dopo il Fruhstuckplatz per raggiungere il secondo ghiacciaio (grazie alla guida svizzera che ha scavato provvidenziali scalini).
Nessun rigelo fino a 4000 m, vento forte e nebbie e cresta sporca per il temporale della sera precedente. Per prudenza, noi l'abbiamo salita e scesa coi ramponi ai piedi, senza particolari perdite di tempo rispetto alle cordate con guida che l'hanno percorsa senza (in salita). La roccia è buona, non serve materiale specifico.