Le mie gite su gulliver
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
La valutazione riportata è decisamente eccessiva, come quella di altri itinerari di questa cima presenti sul sito. Anche potendo passare dal passo degli Italiani (ma non con le condizioni attuali) non si va oltre un PD-/PD. Facendo il giro basso sul ghiacciaio, considerato che le parti su roccia sono tutte pesantemente attrezzate, non usando le corde fisse della cresta finale siamo intorno ad un F+, persino F se si sceglie di evitare la cresta e salire dal versante sud da dove arriva la Terzulli.
Ad oggi non si tocca neve per salire al Passo Brizio, il tratto attrezzato è molto breve (ma non è una via ferrata come definita da alcuni e pertanto non serve il kit col dissipatore ma solo il casco), per scendere dal lato opposto passare a dx (il percorso attrezzato sulla sx porta solo al bivacco), la Vedretta di Mandrone, il Pian di Neve e il Ghiacciaio dell'Adamello sono in pratica tutti secchi e c'è ghiaccio vivo (solo mascherato da 2 dita di neve recente) su entrambi i lati del Passo degli Italiani, che è pertanto difficilmente praticabile. Pertanto noi, per ridurre al massimo lo sviluppo del giro, abbiamo aggirato il Corno Bianco stando più alti possibile contro le pareti, nonostante i crepacci ben visibili presenti nei due brevi tratti più ripidi (eventualmente evitabili facendo un giro più largo verso il centro del ghiacciaio). Abbiamo poi preso la cresta finale dove iniziano le corde fisse (che non abbiamo usato vista la modesta difficoltà della cresta).
Ritorno infinito dallo stesso percorso. 14 ore dal Rifugio all'auto. Solo noi e altri tre dal Garibaldi, molti invece dalla Terzulli, la maggior parte in scarpe da running e calzoni corti, qualcuno salito direttamente dal park in giornata in meno di una manciata d'ore...
Appena posso posterò qualche foto che spero possa essere più utile di quelle di torte e di compagni di merenda coi piedi tagliati...
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
La debole nevicata dei giorni precedenti ha lasciato un po' di bianco sulla parti in ghiaccio, dando un'idea di condizioni migliori di quelle reali. Ghiaccio vivo ricoperto da 2 dita di neve fresca sulla Vedretta della Presanella, che si sale comunque senza problemi anche passando nei punti più ripidi (occhio solo ai crepacci). Discesa lato sud attrezzata da un cavo d'acciaio (non indispensabile). Più neve fresca (anche 10 cm) già trasformata e portante sulla Vedretta di Nardi, sulla pala finale tracciata diretta e sulle roccette terminali, pertanto ramponi ai piedi fino alla croce.
La valutazione riportata è a mio avviso un po' eccessiva, anche con le condizioni attuali. Viste le contenute pendenze dei pendii non è oltre un buon F+/PD-.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Sarà anche la via "più facile" al Pic d'Asti dopo la normale, ma non fatevi ingannare perchè è decisamente più impegnativa e già una ritirata dall'attacco reale (primo chiodo) sarebbe problematica. Noi avevamo le scarpette e le abbiamo usate dal primo chiodo, perchè la via è molto di placca, i piedi si usano molto e un'ottima aderenza aiuta, soprattutto nella variante finale, che visto che viene fatta praticamente da tutti non è più una variante. Ho motivo di credere, ma correggetemi se sbaglio, che quest'ultimo tiro a fix sia l'ultimo tiro di Fant'Asti.
Noi, oltre ai rinvii, abbiamo usato solo qualche cordone.
Oggi freddo intenso, nebbie e vento hanno un po' aumentato l'ingaggio, magari torneremo con un clima migliore per vedere l'uscita diretta.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Volevamo salire a piedi (si risparmiano 36 chf a testa) ma la pioggia battente, prevista fino alla sera, ce l'ha impedito. In ogni caso il sentiero di accesso percorre solo in parte le piste e volendo si può prendere anche poco sotto il Passo del Bernina, evitandole in questo modo quasi completamente.
Dopo gite in Oberland e negli Ecrins a noi le condizioni sono parse complessivamente buone, complice anche un ottimo rigelo. Il ghacciaio è molto crepacciato e alcuni ponti sono un po' alla frutta, ma non c'è ghiaccio (a parte il traverso alla base sotto il Piz Cambrena) e la buona traccia rende evidenti i punti pericolosi.
Cresta finale, molto bella, tracciata in gran parte sul filo.
Una sessantina di persone sulla normale e una decina sulla Kuffner. Quasi tutti guide con clienti. Solo due solo saliti in mattinata dopo l'apertura degli impianti, ovviamente salivano slegati alle 10 e ovviamente... erano italiani!
Prenotando la mezza pensione con pernottamento in camera (e non camerone), l'impianto di risalita è in omaggio e si risparmia pure qualche franco!
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Park di Preda Rossa 5 euro.
Sentiero per il rifugio un po' scomodo perchè scavato dall'acqua nella parte centrale.
Ghiacciaio in ghiaccio vivo nella metà inferiore, ancora un po' di neve in alto stando sulla sx. Cresta tutta pulita (non si tocca neve o ghiaccio). Noi, per prenderla, non abbiamo salito il canalino (ovviamente secco) sulla dx (anche se c'erano tracce recenti che portavano lì), ma abbiamo raggiunto il colletto con un traverso a mezzacosta su terreno franoso (forse meglio ancora seguire il filo direttamente dalla Sella di Pioda). Cresta non particolarmente impegnativa in queste condizioni (occhio solo al roccia spesso un po' scivolosa), solo il passo del Cavallo di Bronzo è un po' più impegnativo, perchè esposto e improteggibile per il primo, ma è breve e ben ammanigliato. Basta una corda da 30 m.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Salita strappata con le unghie e con i denti ad un meteo ballerino e a condizioni non proprio ottimali.
La salita dal Konkordiahutte al Grunhornlucke è tutta su sfasciumi o ghiaccio secco, la discesa verso il Finsteraarhorn hutte ha invece ancora neve nei primi 200 m che nasconde pericolosissimi crepacci (stare a dx). Il primo ghiacciaio sopra il rifugio è in ghiaccio vivo per i primi 100/150 m, ghiaccio vivo pure nel traverso dopo il Fruhstuckplatz per raggiungere il secondo ghiacciaio (grazie alla guida svizzera che ha scavato provvidenziali scalini).
Nessun rigelo fino a 4000 m, vento forte e nebbie e cresta sporca per il temporale della sera precedente. Per prudenza, noi l'abbiamo salita e scesa coi ramponi ai piedi, senza particolari perdite di tempo rispetto alle cordate con guida che l'hanno percorsa senza (in salita). La roccia è buona, non serve materiale specifico.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Saliti e scesi dalla cresta, la discesa dal Col de la Condamine per il ghiacciaio è tutta in ghiaccio vivo e assolutamente sconsigliata dalla rifugista. Nonostante partendo dal rifugio lo sviluppo e il dislivello siano contenuti è una gita molto lunga. L’accesso al col du Selè non è affatto banale e quest’anno, con la poca neve, si è obbligati a diversi “gava e buta” di ramponi e a percorrere, nella parte bassa, un tratto di infide placconate coperte di detrito insidiosissimo. Sulla cresta il percorso è da ricercare, seguendo gli ometti che evitano il filo per gran parte della prima parte quasi orizzontale, altrimenti laboriosissimo e lunghissimo per via dei numerosi gendarmi presenti. Il tratto chiave è decisamente esposto ma ben proteggibile e soprattutto inevitabile. La parte ripida finale è ancora non banale, con passaggi esposti, molto delicati soprattutto in discesa.
il rosso la cresta e in verde la normale, visti del Gioberney (il ghiaccio vivo è coperto da un'effimera spruzzata di neve)
salendo al col du selè
la lunga cresta vista dai pressi del colle
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Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Volevamo fare la cresta NE ma la pioggia serale, le basse temperature (con conseguente rischio neve in quota) e la fitta nebbia all'alba ci hanno fatto prima aspettare e poi ripiegare sulla normale. Il meteo con le ore è poi decisamente migliorato, la nebbia si è dissolta, ma da 3000 in su una spolverata di neve fresca ci ha consigliato di tenere i ramponi anche sulla cresta finale. Salito anche la vicina Pointe Richardson, non considerata da nessuno. Prime lingue di neve da 2900 m, ghiaccio vivo nella parte bassa del ghiacciaio.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Condizioni non certo delle migliori, come previsto e appurato fin dal park dove si vede bene la parte alta del percorso.
Noi abbiamo bivaccato in tenda al Lac des Fetoules (posto per 3-4 tende, più un paio poco oltre al bivio per il rifugio).
Prima neve da 3000 m circa, noi siamo saliti sulla dx (più diretto) a fianco del salto ripido del ghiacciaio (ormai in ghiaccio vivo), poi abbiamo traversato verso sx verso la cresta. Secondo salto del ghiacciaio anch'esso secco e crepacciato, cengia sottocresta in ghiaccio (vietato scivolare, si finirebbe nella terminale). Cresta finale, facile e divertente, secca e fatta senza ramponi. Un cordone per un'eventuale doppia per scendere nell'unico passo un po' più impegnativo. Discesa per lo stesso itinerario.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Saliti e scesi dalla cresta NO (pulita e asciutta) alla cima NE, prima di puntare alla Sant'Orso. Preferire l'aggiramento lato ovest degli ultimi metri piuttosto che il filo di cresta, soprattutto in discesa.
ll pendio NO del Sant'Orso è ormai in ghiaccio e si deve passare dalla cresta Paganini (no ramponi). Terminale sotto il colle Paganini problematica in discesa con neve smollata (un'altra cordata - olandese - ha fatto una doppia su corpo morto). C'è ancora un po' di neve nel valloncello a fianco del ghiacciaio, fino a 2950 m circa.