Le mie gite su gulliver
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Condizioni buone, ghiacciaio con solo qualche crepo grosso aperto. Cresta finale con neve dura nel tratto ripido dopo la spalla, parti rocciose pulite (il sole del pomeriggio ha cancellato ogni incrostazione dei temporali dei giorni precedenti), ma intervallate da numerosi tratti in neve che obbligano a tenere i ramponi. Passi più impegnative (camino sulla sx del filo quasi alla croce) forse agevolati dalla neve. Complessivamente cresta mai difficile, solo a tratti un po' esposta, ma la quota si sente (e si vede). Noi l'abbiamo fatta in conserva.
Un saluto a Monica e Old Bear incontrati che scendevano mentre noi si saliva al rifugio.
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Poco ghiaccio ma ghiacciaio molto tormentato e numerosi crepi da aggirare o saltare durante l’avvicinamento (tutto al buio) e la discesa. Quest’anno condizioni un po’ più difficili in questo settore delle Ande dove ha nevicato poco e i ghiacciai sono un po’ sofferenti. Parte alta per salire sul fungo di vetta trovata come da descrizione (2 picche indispensabili). Vetta “spaccata” da un crepaccio di oltre un metro e mezzo di larghezza quindi stop a pochissimi metri dalla punto culminante: troppo rischioso tentare due volte la sorte con un salto. Solo pochi giorni prima la fessura sarebbe stata meno larga e superabile. Va bene così. Discesa con tre doppie lunghe (una verticale sotto la cumbre, due nel canalino sotto la seraccata). In queste condizioni AD+. In ottima compagnia della guida peruviana Walter Albino. Bella esperienza di andinismo.
Il giorno dopo, al rif. Ishinca, confrontandomi con altro italiano appena ritornato dalla vetta, anche lui fermatosi al crepo finale, mi confida che la sua guida l’ha invece superato. Curioso, chiedo come e la giovane guida peruviana, sorridendomi, mi risponde in italiano: “dai era facile, bastava saltare, buttandosi e piantando le picche” (??!!). Chissà perché ma a me ha subito ricordato il borioso gulliveriano “poeta della Levannetta”… ;-D
dal campo base (rifugio Ishinca)
dal campo morena
il percorso visto dall'Urus
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Non servono ramponi per arrivare al colle nord delle cadreghe (i residui di neve, anche dura, si salgono senza problemi, ma sono comunque aggirabili). Cresta fortunatamente baciata dal sole che ci ha aiutato ad alleviare gli effetti del vento e delle rigide temperature cadute improvvisamente in picchiata nella notte. Le maggiori difficoltà sono nella metà inferiore, in alto c'è maggior esposizione, la roccia è meno bella, ma il terreno è più facile. Saliti comunque in gran parte in conserva. Discesa comoda con 4 doppie (l'ultima perfettamente inutile), trovato ghiaccio nel canale sotto il passo chiave. Arrivati a Castello in tempo prima che si scatenasse l'inferno...
In controtendenza alla moda attuale che prevede dimostrazioni di forza e resistenza con lunghe gite in giornata, noi optiamo per farla in due giorni. Non saremo forse alpinisti in questo modo, secondo qualcuno, ma non importa, la montagna (per noi) non è un palcoscenico ne dev'essere per forza una fonte di sofferenza, e non comprendiamo come chi la interpreta così possa sentirsi superiore agli altri...
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Lasciate l'auto al park al bivio al centro di Ailefroide, tanto si torna lì.
Gita impegnativa che inizia...quando comincia la discesa.
Qui infatti non vale il detto "in discesa tutti i sassi rotolano" è si troverà appagato sia chi cerca un notevole impegno fisico, sia chi vuole una gita tecnica (4 serie di doppie più alcuni tratti di disarrampicata su roccia, attualmente con ramponi ai piedi). E' ce n'è (e bisogna averne) proprio fino alla fine, perchè le "Vires d'Ailefroide" non è per niente un sentiero GTA, sarà anche più evidente di quanto ci si possa aspettare, ma è più simile ad un passaggio per camosci e richiede continuo uso delle mani con veri tratti di disarrampicata di II grado.
Attualmente la neve inizia a quota 2900 m circa (inizio traverso verso la Bosse de la Sailouze) e termina a circa 2500 m. Rigelo buono solo sopra i 3200 m in salita, discesa tutto su crosta o in pappa. Il Coolidge è ancora relativamente ben innevato, il ghiacciaio ben chiuso (soprattutto in alto, solo un paio di crepi ben evidenti per ora). Gli ancoraggi per le doppie si trovano facilmente e i salti rocciosi sono puliti. La breve risalita per abbandonare il ghiacciaio è ancora in neve (corda fissa sepolta).
Consigliate 2 corde da 50 (forse basta una da 60, ci sono ancoraggi un po' ovunque, molte calate sono frazionabili), diffidate da alcune indicazioni che riportano la possibilità di disarrampicare alcuni tratti dove troverete le soste: cui sono 2 serie di calate per scendere a fianco del ghiacciaio (intercalate da un tratto di disarrampicata) e altre 2 fra il ghiacciaio e il Nevè Pellissier.
A chi può interessare con un d+ di 60m si sale anche la Pointe Durand e con altri 90m si sale anche il Petit Pelvoux, aggiungendo circa 1h complessivamente.
Ottimo rapporto "quantità/prezzo" al ref. du Pelvoux. Presentatevi a digiuno da almeno 3 gg. ;-D
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Il solito PD francese da prendere con le pinze.
Traverso di avvicinamento comodissimo tutto in neve (ramponi dal rifugio), canale in neve durissima, rigolato, che abbiamo risalito, con una sola picca, per 2/3 per poi spostarsi a sx, nel canale laterale e ritornare a dx per rampe ancora in gran parte innevate. Cresta finale pulita, a parte un tratto nel canale roccioso dove però non ha dato problemi (no ramponi). Discesa come da descrizione, cercando gli ometti, fino alla doppia finale, trovata un po' per caso. Gita non certo per chi cerca l'arrampicata pura (la roccia buona sta sul versante SO...) ma era una delle mete più facili dal rifugio...
a dx la Tete de Rouget, a sx il Pic Geny, in mezzo l'evidente canale Ovest
alla base del canale
primo tratto di cresta
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Avvicinamento tutto in neve fin dal rifugio (che figo!), quindi picca (e ramponi soprattutto) indispensabili. Cresta invece completamente pulita. Roccia buona, difficoltà abbordabili, solo il passo di 3c è un tantino più impegnativo fatto come noi con gli scarponi. Cresta finale mooolto esposta. Ambiente Oisans sempre di prim'ordine. Discesa veloce con due doppie da 50 che si sono incastrate entrambe (un po' meno figo...), costringendoci a "ripetere" quasi la salita... ;-D
la cresta vista da poco prima dell'attacco
dalla vetta uno sguardo verso sud, in basso al centro, la Dibona
discesa veloce con calate in doppia
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Prima volta al Soreiller e saliti "solo" dalla normale... che vergogna....;-D, ma a ns parziale riscatto l'abbiamo almeno fatta in giornata....
Con ns stupore tanta neve dal rifugio in su. Avvicinamento quindi tutto per neve e tracciato (l'ambiente ne guadagna e anche i tempi di discesa! però al mattino ramponi e piccozza sono per ora indispensabili), cresta pulita e asciutta. Traverso dei Clochetons fatto in conserva poi due tiri da 25 m. Due soste a fix e numerosi chiodi. Basta qualche rinvio e qualche friends e una corda da 50 m, tanto scendere un'unica doppia da 50m è a rischio di incastro. Si fa anche con gli scarponi se si sanno usare bene i piedi...
In vetta solo noi alle 17! Che posti! E nessun runner in zona.... ;-D
Attenzione: strada per la Berarde aperta solo in certi orari per lavori in corso causa smottamento e rischio crollo massi nei tornanti fra Venosc e La Ville de Saint-Christophe-en-Oisans. Informarsi presso i rifugi o pressi i loro siti internet.
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Noi siamo partiti alle 18 e e siamo saliti in circa due ore... (al bivacco....;-D).
Ancora un nevaio prima del colle dell'ometto ma si supera senza problemi. Cresta pulita e asciutta, un nevaio nel canale alla fine del traverso ma non lo si tocca. Tutto evidente fino alla placca dopo il traverso (molti ometti e qualche bollo rosso ancora evidente), dopo si sale un po' "a naso": noi abbiamo costeggiato lato ovest il filo dello sperone a sx (faccia a monte) del canale con il blocco incastrato (trovando in alto un chiodo e un bollo rosso) per poi spostarsi a sx sul filo. Si arrampica così fino a pochi metri dalla vetta. Viste peste non recenti nel canale ancora innevato a monte del masso che uscivano sulla cresta ovest al colletto fra la cima e il primo torrione.
Cresta senza passi particolarmente difficili ma dove si arrampica in modo abbastanza continuo. Noi ci abbiamo messo il tempo necessario per godercela visto il "fresco" del posto.
Discesa lunga e barbosa dove non si disarrampica ma nemmeno si cammina. I troppi bolli talvolta creano un po' di confusione.
Il libro di vetta sembra il taccuino di un cronometrista. Ma evidentemente la gente non ha nient'altro da scrivere che vantarsi del proprio tempo di salita...
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Veloce gita mattutina prima di andare in ufficio...;-D
Saliti lunedì all'invernale del Rif. Daviso con meteo spettacolare. Ottima compagnia dei cornuti occupanti del luogo.
Purtroppo al mattino, come da previsioni, meteo coperto in rapido peggioramento proveniente dalla Francia. Neve continua da 2500 m, nessun rigelo, ma non troppo sfondosa. Salita quindi un po' faticosa al Col Girard (zero tracce ovviamente), bello ripido il canale negli ultimi 100 per accumuli più o meno recenti (45° abbondanti). Cresta finale ancora quasi completamente innevata. In vetta ovviamente panorama nullo. Che figo! Ridiscesi per lo stesso percorso. Un po' di sole in discesa, che abbiamo allungato facendo visita al Bivacco Ferreri.
Dal park: punta Girard a dx e colle omonimo con il canale SE di salita a sx
rifugio occupato!
nel canale del col girard
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Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
A dispetto di quanto dice la traccia gps, la gita è piuttosto lunga e l'avvicinamento è alquanto monotono. Neve continua da metà traverso fra i due colli, abbastanza portante all'andata e mai sfondosa al ritorno. Saliti tutto per neve sul ripido fianco sx della cresta ovest già pulita nel primo tratto sopra il Col des Portes ma ghiacciata dai temporali della notte. Nell'ultimo tratto e nel canale sfruttato traccia di qualche giorno prima (fuori di questa, crosta infame non sempre portante). Al colletto ci sono almeno 3 m di neve (corda fissa sepolta). Saliti con i ramponi per la divertente cresta S (comunque pulita) e ridiscesi con 2 doppie da 15 m. Canale della via escursionista ancora imballato di neve marcia. Salito anche la cima (o anticima) Sud, per la serie "conquistatori dell'inutile", facile ma non banale. Sempre bello il Pic, ma solo se con neve.
Il tutto in "solo" 8h30! Ma si sa che chi va piano, va sano e va lontano, chi va forte....
situazione neve
finalmente ci siamo o quasi
alla base del canalino finale
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