Le mie gite su gulliver
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Per mia comodità sono salito da Bout du Col di Prali, passando dall'alpe Sellette, dal Colle della Bocchetta e quindi risalendo i ripidi pendii in sx orografica del Vallone della Longia. Ho raggiunto la cresta con la Val Lunga nel punto più basso fra il M. Aparè e la Cima Roudel. Tutto secco fin qui. Scollettato in val Susa ho trovato la neve un po' sfondosa. Per raggiungere il canale occorre scendere un centinaio di metri nel vallone e risalire. Conoide in neve trasformata portante, canale discretamente innevato ma con neve farinosa. Bell'ambiente. Cresta finale pulita e facile di roccia franosa. Ho traversato verso la cima centrale quindi sono sceso su neve lato ovest fino a 2800 e con un lungo traverso, ed alcuni saliscendi, ho raggiunto il colle delle Longia da dove sono tornato all'auto. Quasi tutto su neve sufficientemente portante fino a 2400 m. Giornata non fredda, con vento che ha tenuto la neve. Sconsigliato farlo in questo modo, se si è sicuri di salire in auto in Valle Argentera, preferire quella soluzione.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Lunghissima traversata di cresta, ideale per una tersa giornata autunnale.
Io, avendo già salito in passato la Grand'Uja, ho raggiunto direttamente il col Cirel salendo direttamente da sud da poco prima dell'Alpe Cruvin (faticoso e caldissimo, oggi).
La difficoltà principali della traversata sono concentrate in un passaggio sulla cresta O della Punta di Nonna e nella cresta SO della Rocca del Forno. Io poi trovato un po' di neve sul lato nord della cresta fra fra la Rocca del Forno e la Punta Cruvin e questo mi ha rallentato un po'. A questo punto, vista l'ora, ho tralasciato di raggiungere ancora la Lunella, già salita in passato.
La roccia (serpentino) è generalmente buona, ci sono alcuni passaggi interessanti e alcuni tratti affilati e moderatamente esposti. Numerose possibilità di aggirare i punti più ostici sul fianco meridionale, su scivolosissime teppe erbose. A ciascuno secondo i propri gusti.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Dopo aver valutato soddisfacente l'innevamento dall'altro lato della Val Susa si decide di andare a vedere più da vicino, prima che l'autunno caldo mangi l'ultima neve... L'avvicinamento/traverso dal colle del Sabbione alla conoide non è il massimo della vita con neve inconsistente e senza fondo, sarebbe stato meglio in primavera con manto assestato ma la strada per il Rif. Sellerie è chiusa fino a fine maggio e l'esposizione in quella stagione "fa sudare". Anche il conoide svalangato è sfondoso, il resto del canale, in ombra, è invece in farina pressata portante e divertente. Niente di estremo, ma comunque un percorso di grande soddisfazione.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Per comodità sono salito da Balziglia. Neve dal poco dopo Valloncrò (2300 m), portante e subito da ramponi. Condizioni meglio che in primavera. Canale slavinato in crosta dura, cresta finale innevata più farinosa. Lato Val Troncea ancora in neve portante nonostante l'esposizione. Ramponi tenuti per tutta la lunga discesa, lungo il medesimo percorso di salita, fino al fondo delle neve. Facendo il giro in questo modo sono 1700 m di dislivello e più di 4h30 solo di salita.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Noi siamo saliti da Villanova. "Gitarella" mattutina per accompagnare il socio che non l'aveva ancora fatta. Il tratto chiave l'abbiamo salito sul bordo dx della placca anzichè nel camino di sx, che sarebbe stato gelido oggi. Tutta in conserva a parte quel breve tiro. Vento freddo, cielo velato e guanti obbligatori!
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Ha detto tutto il socio Renato. Bella salita fino a qualche anno prima per entrambi ritenuta troppo impegnativa, raccolta proprio quando la stagione dei 4mila sembrava finita.. Io per non vedere l'esposizione ho scoperto all'attacco di aver perso gli occhiali da sole, così mi sono fatto tutta la cresta (A/R) quasi ad occhi chiusi!
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Di ritorno dalla Punta di Ceresole non potevamo non andare a vedere questa cresta, all'apparenza non troppo impegnativa, e così si è rivelata. Metà inferiore in neve, metà superiore in facili rocce. Gita consigliabile per chi sale ai bivacchi.
la vetta vista dai pressi dei bivacchi
la cresta OSO dai pressi del colle della luna
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Un sogno che si avvera: il Corno... quando avevo quasi archiviato la possibilità di salire questa cima...
Avvicinamento tranquillo, salita non difficile, ma già troppo per chi, come me, non arrampica. Roccia molto bella, traverso quasi completamente asciutto, solo un po' freddo alle mani nei primi tiri (il sole si prende tardi). Poca gente sulla via, quindi siamo saliti tranquilli. L' esposizione si sente poco (per fortuna) ma la via è lunga e non sempre il percorso è evidente. Raggiunta anche la vetta vera, oltre la croce, per guardare oltre... non avrei mai voluto scendere. Doppie da Barone Rampante, verticali ma mai nel vuoto. Fatta in giornata.
Grazie ai miei due giovani amici (climbers veri) che hanno reso possibile questa salita, per me altrimenti impossibile.
nel traverso
il capocordata sul mouvais pas
sul piano inclinato sommitale
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Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Saliti da Valmartin. Cresta facile nella parte bassa ma ancora un po' troppo "erbosa" in questa stagione per i miei gusti. Torrione finale decisamente più "interessante", ma ben protetto, specie se fatto con gli scarponi.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Noi siamo saliti dal Vallone dell'Ischiator, partendo dal park dopo il Ponte del Medico, a abbiamo scollettato dal passo del Rostagno. Con un traverso su pietraia si raggiunge il sentiero che sale dallo Zanotti nei pressi del laghetto. Credevamo di accorciare ma non saprei se consigliarlo...
Per il resto è una divertente arrampicata su roccia non sempre solida. Nessuna protezione in loco a parte il cordino poco sotto la cima della punta sud. L'ambiente è decisamente selvaggio e poco frequentato.
le punte di schiantalà viste da SO