Le mie gite su gulliver
Giudizio Complessivo :: *** / ***** stelle
Gitarola ferragostina... Come da itinerario, non facile l'individuazione del tratto strada/piano prima della cresta, il Gias Giom non è da raggiungere, porta fuori strada. Dalla cresta in su nessun problema. Scesi facendo l'anello sui laghi di Sagnasse: troppa vegetazione, meglio scendere dalla via di salita. Peccato per il tempo...
Fatta con Bubbola.
Giudizio Complessivo :: ***** / ***** stelle
Grande montagna! Percorso mai banale e reso piú sfidante dalla quota e dalla temperatura. Semplice passeggiata fino al Campo Base. Ottimo sentiero fino al colle a 4950m di qui salita su pietrisco con tratti di semplice arrampicata ai quali peró si deve prestare attenzione. Campo Alto quasi totalmente innevato (noi fortunelli avevamo la tenda all'asciutto). Altri due gruppi qui accampati per un totale di 10 persone piú guide e "cocineros". Partenza alle 2.15 in vetta alle 8.30. Cresta con una trentina di metri di ghiaccio. Escalera al Cielo faticosissima e ripidissima ma perfettamente scalinata. Il grosso crepaccio in discesa é stato superato scendendoci dentro.
Ovviamente con Bubbola. Perfettamente guidati dalla nostra guida boliviana Cecilio. Al campo alto ad attenderci Felix, perfetto cocinero ed organizzatore. Da notare che i portatori, armati di SANDALI (!!!!), salgono prima dell'alba al campo base, si caricano di tutto il materiale, lo portano al campo alto e ridiscendono in paese per ritornare il giorno dopo a riprendere tutto! Fra di loro due donne e una ragazza, ovviamente con la gonna, con il materiale in un fagotto al posto dello zaino...
Giudizio Complessivo :: **** / ***** stelle
Saliti come da descizione prima al campo base dove abbiamo pernottato e poi al campo alto dove abbiamo passato una seconda notte. Da non sottovalutare la quota che rende ogni movimento faticosissimo. Noiosi i moltissimi penitentes che si incontrano e che rallentano la marcia ulteriormente. In questo momento li si trova in modo continuo per 250/300m di dislivello. Il passaggio tecnico non é altro che un canale di un centinaio di metri che si raddrizza negli ultimi 20/30m fino a 45 gradi. Ben scalinato e scendibile faccia a valle come tutto il resto del percorso. Fraddo non eccessivo ma peggiorato dalle raffiche di vento che ci hanno accompagnato dai 6000m in su. Sembra incredibile ma per fare gli 850m dal campo alto alla vetta si impiegano 6 ore!!!
Eterna la discesa dalla cima al parcheggio: abbiamo deciso di saltare una ulteriore notte in tenda e scendere fino al paese.
Salita ovviamente fatta con Bubbola. In vetta con noi (oltre alle guide) solamente un tedesco, unico sopravvissuto di un gruppo di 6 presenti al campo alto. Estremamemte sportivi i 5 rinunciatari che ci hanno accolto al ritorno con grandi complimenti e manifestazioni di apprezzamento! Grazie alla nostra guida Cecilio che con estrema professionalitá ci ha accompagnati fino in vetta! A questa quote e su itinerari cosí poco frequentati vale la pena spendere qualche euro in piú ed affidarsi ad una guida qualificata (UIAA) e non a semplici porteros (portatori) che si spacciano per tali.
Giudizio Complessivo :: ***** / ***** stelle
note su accesso stradale :: Libero da neve fino alla scorciatoia
Lunghissimo avvicinamento in fuoristrada (45Km). Molta neve (per gli standard locali!!!) lungo il percorso. Necessari i ramponi per la salita: le temperature bassissime della zona trasformano lo strato di neve di poche decine di cm in una superficie durissima. Sulla cima -32 e raffiche a 60Km/h. Non fosse per la quota, senza neve, rasenterebbe il "turistico".
Con Bubbola e Michel, tosto turista francese, accompagnati dalla guida Alejandro.
Giudizio Complessivo :: * / ***** stelle
Quest'anno non ce n'è! Salita sconsigliatissima in questo momento! Aspettare che la neve vada via del tutto e si possa salire lungo la traccia sul bordo del canalone.
Partiti con l'idea di pernottare al bivacco per salire domenica mattina al Colle Perduto e proseguire verso la Levanna Orientale. Alla sveglia alle 4.15 uno di noi ha un gran febbrone e all'unanimità gli altri scelgono di rinunciare alla salita e scendere. Il canale non è in grande condizione: ancora parecchia neve ma una grande rigola lo percorre interamente e in alcuni tratti il canale è molto magro e gli sfasciumi la fanno da padrone. quindi tutto sommato rinuncia che non ci costa molto...
E qui arriva il bello: iniziamo la discesa lungo il canalone (la traccia in molti punti è ancora coperta dalla neve) quando dall'alto si staccano due massi che iniziano a rimbalzare a gran velocità verso di noi, ogni volta che toccano la neve cambiano traiettoria e non riusciamo a capire dove fuggire; il più grosso (delle dimensioni di due grossi zaini) ci evita, il più piccolo (delle dimensioni di una palla da bowling) mi colpisce in pieno sul bastoncino, lo spezza e viene leggermente deviato finendomi su una coscia. Mi colpisce anche di striscio il petto e un gomito. Consapevole del gran c... avuto zoppico mestamente e lentamente fino alla macchina.
Splendida posizione per il bivacco, non altrettanto splendide le sue condizioni: cacche di topi al terzo piano del letto a castello e coperte che non prendono aria da un bel po' di tempo... Sarebbe furbo mettere in sicurezza inoltre il tratto molto esposto della traccia che permette di scendere al Jervis o salire alla Cima delle Fasce.
Grazie ai compagni di gita: Bubbola, Marina e Luigi, tutti scossi dall'avvenuto.
Giudizio Complessivo :: ** / ***** stelle
Partiti alle 3.30 con l'idea di salire l'Arete du Meitin (fatta ieri da due ragazzi e trovata in discrete condizioni: necessari i ramponi perché sporca di neve ma con poco ghiaccio), arriviamo faticosamente un po' a monte del colle e fra le fortissime raffiche di vento constatiamo che la neve si è sciolta e si è trasformata in ghiaccio. Decidiamo allora di tentare, svalicando verso il lato Panossiere, di salire il Couloir du Gardien. Nel frattempo la "piccola perturbazione" che deve passare in mattinata arriva e sotto tale couloir ci azzera la visibilità e ci obbliga ad abbandonare il tentativo e risalire verso il colle. La "piccola precipitazione" nel frattempo ha buttato giù 10cm di neve tipo Attack e ogni due passi i ramponi ci regalano uno zoccolo da guinness. Dal colle non abbiamo voglia di fare tutti i traversi scivolosi del mattino e allora decidiamo di scendere i 300m del Couloir faccia a monte: forse l'unico lato positivo della giornata.
Avventura vissuta con Bubbola, Marina e Luigi.
La discesa dal Colle lungo il Couloir
...stessa discesa ma vista dal basso.
Giudizio Complessivo :: ***** / ***** stelle
note su accesso stradale :: Ok fino alla strada per Cordonna
Usato la variante "delle scalette" permette di risparmiare un po' di tempo e parecchi sali-scendi. Buona gestione. Viene fatto il cambio euro/franco svizzero molto vicino all'ufficiale.
Con Bubbola. Saluti alla Commissione Gite del Cai Uget di Torino, incontrata alla partenza e diretta alla volta del Velan.
Giudizio Complessivo :: ***** / ***** stelle
note su accesso stradale :: Parcheggiato al Santuario di Forno di Coazze
Le previsioni davano possibilità di pioggia in mattinata ed acqazzoni nel pomeriggio, minuti totali di pioggia durante l'intera salita: 6!
Partiamo presto per evitare caldo e pioggia. Salita fino al rifugio senza problemi ma già con parecchio caldo ed umidità. Sosta in rifugio e poi ripartiamo: qui riusciamo a compiere la magia! Sbagliamo miseramente il sentiero e saliamo fino ad un colletto (su traccia ripida e ottimamente segnata da decine di bolli bianchi e rossi) sulla Cresta Ciarmagranda. Vaghiamo venti minuti nella nebbia (che è salita da cinque minuti ed andrà via dopo venti) per capire dove abbiamo sbagliato e che cosa possiamo fare, alla fine decidiamo di prendere una traccia di sentiero che taglia il pendio verso SW fino ad una spalla dove riusciamo ad intravvedere dall'altro lato del valloncello il sentiero giusto. Ci districhiamo fra i massi e i sali-scendi e lo raggiungiamo. Di qui nessun problema fino in vetta al Rocciavrè prima e al Robinet poi. Scendiamo sul sentiero giusto e notiamo che siamo proprio scemi! Velocemente raggiungiamo il rifugio. Sosta consolatoria per il pranzo: ottima gestione e ottima piadina. Poi giù fino all'auto.
Fatta con Bubbola che nonostante tutto non chiede il divorzio. :-)
Giudizio Complessivo :: ***** / ***** stelle
Visto meteo avverso per il weekend e il gran caldo, messo da parte i ghiacciai e ripiegato su questa salita. Tutto il percorso in buone condizioni, nessuno lungo il percorso a parte i margari. Un po' di erba alta all'inizio della salita ma che non crea problemi. Tantissimi bolli rossi nel tratto anticima-cima. Poco panorama dato che le nebbie da calore si sono alzate molto presto.
Gita rifatta con Bubbola e fatta con Marina e Luigi.
Giudizio Complessivo :: **** / ***** stelle
Non sentendoci all'altezza della nord, abbiamo pensato di provare questa alternativa, poco frequentata, alla normale. Brutta la salita fino agli ometti in cima alla morena, fra grossi massi e neve non portante, poi neve portante fino in cima. Non bellissimo l'accesso al canale, raggiunto con un traverso alto al limite delle rocce (buco), forse sarebbe stato meglio raggiungerlo dritti dal basso. Tracciata la salita lungo il canale stando fino all'uscita al centro con neve né molle né dura. Di qui lungo la normale fino in vetta. Molto affollata oggi la Monciair: 2 cordate sulla nord, un corso di 15 persone sulla normale, 5 nostri soci anche loro sulla normale e noi 4 nel canale.
Salita fatta con Bubbola, Luigi con il quale ci siamo alternati a tracciare e la new entry Marina. Sulla normale (ma avrebbero potuto seguirci nel canale...) Bruna, Davide, Enrico, Francesco e Luca. Otto ottimissimi (perdonatemi lo strafalcione) compagni di gita.
Il canale oggi.