Le mie gite su gulliver
Giudizio Complessivo :: **** / ***** stelle
note su accesso stradale :: Ok nel parcheggio a Cinzago
Sentiero ben segnato da Cinzago a L'Agher. Da qui in poi il sentiero diventa ripido al limite del camminabile. L'erba bagnata peggiora le cose e si scivola sulle roccette. Le bacchette aiutano a salire ma queste pendenze spaccano i polpacci e mi innervosiscono. Fuori dal bosco da quota 1300 circa ci sono dei brevi tratti appoggiati. La cresta Est vera e propria è molto breve, ci sono alcuni passi verticali in cui l'esposizione è quasi assente. Presenti catene nei punti più complicati, inutili se come oggi non c'è neve. Gran panorama dalla vetta del Faierone, a picco sul lago e con le alpi occidentali in HD. Abbiamo proseguito verso Nord in direzione Punta Fronzina con alcuni passi esposti ma mai difficili. Dalla Fronzina siamo scesi ad un passo e poi su dritti fino in cima alla Cruit 2085m. Ripidità sempre, ma mai estrema. Neve solo nei tratti all'ombra, mai portante ma in quantità minima: nessun problema, i ramponi sono rimasti nello zaino. Dalla Cruit con saliscendi per circa 200 m di dislivello positivo siamo tornati in cima al Faierone e siamo scesi dalla cresta Sud. Arrivati a Pian Betulle, ci siamo infilati verso valle alla ricerca di una vecchia traccia verso Monti di Piè. La immancabile ravanata ci ha portato tra felci, funghi rossi e betulle fino a delle baite e poi ai Monti di Piè. Qui su un'altra traccia labile siamo tornati a Cinzago in mezzo ai boschi. Il giro così è stato di circa 2000 m di D+.
Ero indeciso se azzardare la prima scialpinistica di stagione: non me la sono sentita, anche se poi leggendo alcuni relazioni ci avrei potuto provare. Ho odiato il sentiero davvero troppo ripido per arrivare in cima al Faierone, per il resto gita panoramica perfetta in queste condizioni meteo-ambientali. Con Meme e Zeus entrambi in gran forma.
Giudizio Complessivo :: ***** / ***** stelle
La neve inizia circa 50 m di dislivello prima del colle. Altezza variabile dai 20 cm in su. La parte più faticosa è la pietraia di circa 250 m di dislivello per arrivare al colle dei Becchi. Dal colle neve riportata e non trasformata che mi ha fatto ravanare non poco. Qualche tratto sfondoso mi ha fatto rischiare le gambe. Nella parte alta esposta a nord la neve è non portante in quanto riportata dal vento; mi sono fatto il mazzo a ritracciare. Una volta sbucato sull'ultimo pianoro prima della cima tutto facile, neve gelata comoda da salire. Utili i ramponi e una picca per salire e scendere in sicurezza i brevi tratti innevati dal colle in su.
Panorami mozzafiato in una giornata meteorologicamente strepitosa. Nessun mammifero avvistato né bipede né quadrupede. Magnifica solitudine in un vallone incantato.
Giudizio Complessivo :: **** / ***** stelle
Attenzione: il ponte tibetano è inutilizzabile. Il cavo inferiore è lasco in maniera indicibile. Sotto il peso dell'alpinista il cavo si spancia e risulta quasi impossibile la progressione. Io sono 1.81 e solo con un grande sforzo fisico sulle braccia e cercando di tenere la calma sono riuscito a passare. Braccia tiratissime: con una mano appena appena mi tenevo, con l'altra tiravo più in basso che potevo il cavo tramite la longe. Una fatica immensa e uno spavento mica male. E avevo pure chiamato al rif Deffeyes al sabato per sapere se il ponte fosse agibile! Non fidatevi di ciò che vi diranno dal rifugio, NON fate il ponte!!! Al ritorno ho attraversato il lago glaciale a piedi nudi. Acqua gelidissima fino alle cosce in certi punti e sabbietta melmosa. Non mi sento di consigliare questa opzione visto che è una ravanata. Purtroppo non saprei quale soluzione intelligente sia possibile per accedere ai pendii superiori. Un consiglio lo posso dare: non chiedete al Deffeyes!
Gita in condizione: ghiacciaio vetroso nelle prima parte con qualche buco creato dai rivoli d'acqua e neve portante nella parte alta sotto al colle. Roccia asciutta e ometti presenti e ben visibili dal colle fino in vetta. Il tratto di 2° è di circa 15 m e si passa bene anche in discesa. Comunque presente chiodo per doppia. Attenzione a non perdere la traccia quando dalla pietraia occorre girare decisamente a destra. Molto utile la foto presente in relazione. Per accedere al ghiacciaio traccia ripidissima (in alcuni punti oltre l'umano) di sfasciumi e sabbia, molto faticoso. Ambiente e panorami straordinari. Splendida sensazione di isolamento in un luogo poco frequentato, vista solo una cordata da tre dal rifugio in poi.
Visto il passaggio del Tor dal rif Deffeyes ho impiegato quasi tre ore rifugio-macchina.
Montagna che era una mia fissa da tempo, finalmente in tasca. Concordo con chi afferma che il posto ricorda l'Islanda, verissimo.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Saliti a piedi da Staffal dopo una notte in tenda nei pressi del Mantova. Cima raggiunta dopo la Parrot e prima della Zumstein. Troppa gente in vetta e panorama limitato dalla presenza della Capanna che ostruisce la vista. Traccia evidente e sicura, difficoltà legate all'aria sottile che rallenta il ritmo di tutte le cordate.
Con Meme e Matteo.
Giudizio Complessivo :: / ***** stelle
Purtroppo mentre salivamo abbiamo saputo della tragedia avvenuta solo un paio d'ore prima. Al colle Gnifetti risulta evidente il segno lasciato dal distacco della cornice che s'è portata via i tre sfortunati. La traccia normale passa a non meno di 3-4 m dal bordo della cornice. Noi siamo stati tranquillizzati da una guida e abbiamo proseguito fino in cima. Attenzione che pochi metri dopo l'inizio del tratto più ripido della crestina c'è un inquietante buco/scollamento che al momento si supera senza problemi, ma che non si sa quanto potrà durare. Si vede il blu sotto! Roccette non problematiche, discesa più facile della salita in quanto il fiato non era più così corto come mentre salivamo con le gambe stanche. Tanta gente in vetta alla Dufour. Bravo Matteo che ha rassicurato, e assicurato, tenendo stretto un inglese che faticava a scendere. Al ragazzone tremavano le gambe, era psicologicamente bloccato dall'esposizione. Occhio ai tantissimi crepacci dalla Capanna Gnifetti al colle del Lys, con ponti più o meno solidi. Prestare il massimo dell'attenzione a non sottovalutare l'impegno!
Con Meme e Matteo, dopo la Parrot e la Capanna.
Giudizio Complessivo :: ***** / ***** stelle
Tutto tracciatissimo. Abbiamo preferito evitare il pendio un po' ghiacciato subito a sinistra delle roccette. Saliti dritti sulle roccette in 3-4 passi ben appigliati siamo arrivati alla cresta in neve dura. Questa si presenta affilata ma mai ripida, molto estetica. Scesi senza problemi dal lato colle Sesia.
Soddisfazione per essere saliti a piedi da Staffal e rivincita dell'anno scorso in cui fallimmo per meteo avverso. Pernottamento in tenda nei pressi del rifugio Mantova. Ci sono alcune comode piazzole utili a evitare di dare soldi ai "gestori" di questi rifugi. Inoltre si può stare tranquilli senza il buzzurrame notturno pre-partenza cordate. Con Matteo e Meme.
Giudizio Complessivo :: **** / ***** stelle
note su accesso stradale :: Con navetta
Gita in un ambiente che è il sogno bagnato dei geologi di tutto il mondo. Il sentiero è facile e mai esposto o troppo ripido. Attenzione alla risalita: il caldo può davvero essere devastante e allungare drammaticante i tempi. Le temperature superano i 40 gradi in estate e se non si è preparati più che bene si rischia grosso. Inoltre i soccorsi sono difficili e i telefoni non prendono mai! Noi siamo partiti alle 5.40 dal Rim e ci abbiamo messo 4 ore con calma a scendere e 5 a salire. Ci siamo fermati al ponte sul Colorado in in quanto il caldo ci spaventava e volevamo ripartire appena possibile. Per nostra fortuna delle bellissime nuvolone grigio scuro ci hanno dato tregua dal sole implacabile. Itinerario di un certo fascino ma faticosissimo. Portatevi almeno 5 litri di liquidi a testa e cibo in abbondanza. Con Eleonora.
Giudizio Complessivo :: *** / ***** stelle
Condizioni ottime. Neve assestata e portante, traccia evidente e sicura ovunque. Tanta gente in giro nonostante le previsioni non fossero certo entusiasmanti. Solito delirio di incrocio di dati meteo sfizzeri, italiani, webcam e sensitivi ma alla fine avevano ragione gli sfizzeri: finestra di bel tempo. Sole per tutta la mattina, no vento no freddo. Panorami leggermente limitati dalla nuvole ma comunque buoni. Abbiamo fatto la traversata salendo, come più logico a mio modo di vedere, prima il Centrale; poi con aerea ma facile cresta siamo arrivati in cima all'Occidentale. Kaspar Mooser tracciata e riportata in condizione a parte la terminale definita "un bel po' aperta". Peccato per i soliti impianti devastanti gli occhi. Con Davide.
Giudizio Complessivo :: ***** / ***** stelle
note su accesso stradale :: Ok alla cantoniera
Tornati in questo meraviglioso angolo di Sardegna per portarci Marianna e Pietro. Ambiente top e panorama unico. Capre ovunque nel primo tratto, occhio che qualche sasso lo buttano giù. partiti dal fondo alle 17 siamo saliti sempre all'ombra. Caldo sopportabilissimo grazie al vento fresco. Dopo l'ingresso ci si può divertire zampettando tra i massi lisci seguendo i bolli verdi prima e gialli poi. Ho proseguito un po' oltre i bolli rossi ma avendo poco tempo ho preferito fermarmi. Tanti stranieri in giro arrivati con le jeep. Solo 8 persone scese dal passo.
Giudizio Complessivo :: **** / ***** stelle
La montagna risulta NON essere in condizione. Neve assente fino al ghiacciaio a quota 2850m. Qui ottima neve mai sfondosa, nessun crepo visibile e no ghiaccio affiorante. Purtroppo la parte ripida è un ammasso di poca neve non portante e tonnellate di sfasciumi di ogni dimensione. I passaggi in roccia non sono mai oltre il secondo grado. Salita pericolosa per la presenza di massi mobili che inevitabilmente cadono a valle ad ogni passo. Presenza di ghiaccio all'interno di alcuni piccoli camini. Siamo comunque saliti fino in cima aiutandoci con la corda nei punti più ostici. Cima Nord più difficile da raggiungere, con alcuni passi verticali. Discesa attenta sulla parete seguendo gli ometti, con anche un breve tratto faccia a monte su neve gelata per stillicidio, poi dal ghiacciaio solo gambe a valle. Grande soddisfazione per aver avuto la rivincita su una montagna a me particolarmente cara. Val di Rhemes bella oltre ogni logica. Posto magnifico: un sogno. Solo noi due e una coppia di ragazze francesi sul percorso. Visto un gruppo da 4 rinunciare appena attaccata la parete, qualcuno saliva al lago Goletta e decine di escursionisti a zonzo nella zona Benevolo.