Le mie gite su gulliver
Giudizio Complessivo :: **** / ***** stelle
Che bella gita! Partiti alle 6 da Cicogna siamo riusciti a goderci il panorama e l'ambiente prima dell'arrivo delle nuvole a metà mattina. Sapevo della bellezza della Val Grande ma sono rimasto colpito e affascinato. La faggeta che si attraversa dopo il rifugio L'Alpino è uno dei più bei boschi che abbia mai visto. Ma è tutto l'ambiente ad essere notevole. Mancano, o sono sbiaditi, dei segni ad indicare il percorso, ma il sentiero è quasi sempre evidente e ci sono molti ometti. Neve assente. Panorama dalla vetta superbo, con tanti bei 4000 a chiamarci...Incontrati due velocissimi runner (che fisico!) e qualcuno in zona rifugio. Gita in compagnia di Meme e Zeus.
Giudizio Complessivo :: **** / ***** stelle
Gita faticosissima se fatta in giornata. Subito dopo il ponticello sul torrente della Val Cerviera si sale comodamente puntando verso sinistra. Arrivati alla base della parete occorre salire verso la alta bastionata rocciosa, tenersela a sinistra e poi su dritti fino al colletto. Sulla conoide e nel canale la neve era dura e ottimamente rigelata. C'era però uno straterello di neve portata che rendeva il tutto scivoloso. Nella parte finale il canale si impenna ed è costantemente maggiore di 50°. Dal colletto alla cima facile facile. Panorama strepitoso come ovvio in una giornata perfetta. Per la discesa occorre tornare verso l'uscita del canale e al primo grosso ometto che si vede ci si butta in picchiata sul versante opposto (val Cerviera). Su tracce di sentiero e roccia pessima si giunge al canalino attrezzato (catene utilissime, se non ci fossero sarebbe un gran bel cinema...) e poi ai nevai inferiori. In alcuni punti vista la mia stanchezza e la forte esposizione ho preferito scendere faccia a monte con le picche. Verso la fine della val Cerviera un'altro tratto ravanoso e ripido su neve bollita mi ha costretto a tirare fuori ancora le picche. Poi neve fino al ponticello e qualche nevaio bonario fino al Curò. Mulattiera comoda anche in discesa. Peccato per gli osceni tralicci presenti intorno alla diga che deturpano il paesaggio. Gita in solitaria per una grandiosa montagna.
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Giudizio Complessivo :: ***** / ***** stelle
osservazioni :: nulla di rilevante
neve (parte superiore gita) :: primaverile
neve (parte inferiore gita) :: crosta portante
note su accesso stradale :: Parcheggi comodi a Valnontey
quota neve m :: 2100
Gitone! Partiamo alle 5 da Valnontey, in vetta alle 10. Al parcheggio 1 grado, per cui in alto gran rigelo che ha consentito una veloce progressione fino a sotto la vetta. Attenzione al ghiaccio sul sentiero. Racchette ai piedi da quota 2200m e fino a 3000m, la parte finale l'ho salita e scesa coi ramponi ritenendo solo un peso usare le ciastre. Il canalino di accesso alla parte alta è facile, non banale invece l'arrampicata per accedere alla vetta. Si tratta di qualche passo di 2 grado e un paio di facili tratti di misto. La vetta è un inquietante roccione accatastato su altre rocce all'apparenza stabili. Aspetto per 10 minuti buoni sotto la vetta che 3 francofoni (svizzeri?) facciano tutto un gran cinema con la corda e gli zaini con gli sci ...Meme si cimenta senza grossi problemi coi tratti rocciosi e mi raggiunge insieme a nonsolononno - che saluto - sulla vetta. Gran panorama sterminato in ogni direzione. Scendiamo disarrampicando e poi dentro il caratteristico buco. Facilmente arriviamo al canalino e giù al Sella. Per i meno avvezzi uno spezzone di corda per il breve tratto finale schifo non fa. Dopo il rifugio la neve è bagnata e nasconde decine e decine di buchi in cui immancabilmente sprofondiamo. Sul sentiero dell'alta via gran fanghiglia e decine di skialp sci in spalla che salivano al Sella: tutti stranieri! Con Meme.
Giudizio Complessivo :: *** / ***** stelle
Dopo 40 minuti a cercare un parcheggio in giro per Camogli ci siamo rassegnati e abbiamo lasciato l'auto sulle strisce a pagamento: risultato 17 euro di tariffa! Rapina a mano armata! Il percorso è elementare e i pochi tratti esposti, se asciutti come oggi, non necessitano delle catene. Bellissimo il tratto da Batterie a S.Fruttuoso. Comunque il percorso è EE, non E. Tanta gente in giro ma solo nei tratti più vicini ai borghi, essendo tutti sbarcati dai battelli. Avremmo voluto scendere a Cala degli Inglesi ma essendo tardi ce la siamo tenuta per la prossima volta. Terminata la gita a Portofino, siamo tornati a Camogli con autobus e treno. Con Eleonora.
Giudizio Complessivo :: ***** / ***** stelle
osservazioni :: visto valanghe a pera esistenti
neve (parte superiore gita) :: primaverile
neve (parte inferiore gita) :: umida
note su accesso stradale :: ok a Ruz
Partiamo alle 6 da Ruz in compagnia di Sastrugio. Il bellissimo cane alpinista ci seguirà fino in vetta. La convivenza con Zeus, il cane di Meme, sarà buona. Qualche ringhio di gelosia ma fondamentalmente si sono piaciuti. Rigelo violento e neve trasformata per cui si saliva meglio coi ramponi che con le racchette, che ho portato su fino a quota 3000 solo per la discesa. Nel canale moderatamente ripido di quota 2800-2900 Zeus scivola sulla neve gelata. Per fortuna riesce a fermarsi in tempo dopo alcuni capitomboli senza conseguenze. Portiamo Zeus fino al ripiano sotto il canalino che permette di accedere alla cresta. Qui risalgo con picca e ramponi su pendenza intorno ai 40°, poi senza difficoltà fino alla croce. Poco dopo arriverà anche Meme con Sastrugio al seguito. Tracciata anche la crestina del Monte Cervo. Panorama strabiliante. Discesa rapida per togliersi il prima possibile dai ripidi e poi su neve bagnata ma portante fino alla poderale. Il canalino ripido per la cresta necessita di picca e ramponi e vista la difficoltà valutabile come F del breve tratto alpinistico ci starebbe il grado BRA.
Giudizio Complessivo :: *** / ***** stelle
osservazioni :: visto valanghe a pera esistenti
neve (parte superiore gita) :: primaverile
neve (parte inferiore gita) :: crosta portante
note su accesso stradale :: OK
quota neve m :: 1300
Oggi gita super-affollata, se cercate l'isolamento non venite qui! Tra skialp e racchettari ci saranno state in giro un centinaio di persone. Abbiamo calzato le racchette da quota 1400, tenendole fino al colle sotto la vetta. Eccezion fatta per un breve ma ripido canalino percorso a piedi chi con i ramponi chi senza. Gli skialp salivano anch'essi a piedi o coi rampant. Dal colle alla vetta tutto tracciatissimo esposizione poca e ramponi utili solo per la discesa. Ambiente niente di che fino alla fine della stradina, poi in alto diventa tutto più selvaggio e la gita prende sapore. Neve trasformata ovunque e caldo bestia ma gita nel complesso sicura. Statua oscena e gigantesca sulla cima. Panorami eccellenti dalla pianura al Monviso fino al Bianco, la Grivola, il Granpa, il Combin fino al Rosa e oltre. Gita ben riuscita grazie all'ottima compagnia di Silvia, Gian e Matteo.
Giudizio Complessivo :: ***** / ***** stelle
Finalmente il Còmera è fatto. Partiamo al buio dai Piani d'Erna e ci gustiamo un bellissimo tramonto di Luna. Senza problemi seguiamo il sentiero 1 alla luce delle frontali. Armati di foto dell'attacco (non semplice da trovare) entriamo decisi nel canale. Superato il traverso iniziale, molto esposto, il canale sale regolare. Arrivati nei pressi del canale Cazzaniga si gira a destra e poi su dritti fino alla cornice. Nei giorni scorsi il canale ha scaricato molto, è pieno di rigole e neve da slavina. Rigelo ottimo e neve dura hanno permesso una progressione veloce e sicura. I due punti più ripidi sono a 3/4 canale ma non creano problemi, max 50°. Commetto un errore: invece di fare l'uscita diretta a destra salgo a sinistra verso la cornice. Uscita facile ma che ci ha costretto ad una ravanata non indifferente per arrivare alla croce, molto molto meglio stare sulla destra, nonostante sia più ripido. Panorami eccezionali vista la giornata limpida e un'ora di sosta in vetta a goderci lo spettacolo in silenzio, cosa rara sul Resegone vista la grande frequentazione. Discesa dal canalone di Valnegra non banale vista la neve a tratti ancora gelata. Ramponi tenuti ai piedi fino a 1150m di quota, neve marcia fino allo Stoppani poi sentiero pulito fino ad Erna. Con Silvia, sempre più forte!
Attacco Canale Comera 1
Giudizio Complessivo :: ***** / ***** stelle
osservazioni :: nulla di rilevante
neve (parte superiore gita) :: polverosa
neve (parte inferiore gita) :: fresca (24-48 h) asciutta
note su accesso stradale :: A Ronco sulla strada per Barcone
quota neve m :: 800
Decidiamo per un'escursione panoramica vista lago Maggiore, cercando di stare il più possibile lontano dai pericoli. Partiamo da Ronco sopra Ascona a quota 400m, ci ricongiungeremo con l'itinerario qui descritto da quota 1100m. Soluzione questa più faticosa ma più d'ambiente e allenante. Il percorso è meravigliosamente panoramico sul lago e le cime tutt'intorno, l'atmosfera tipicamente invernale rende il tutto più suggestivo. Ricorderemo questa stagione come il regno del vento, che anche oggi ci ha sferzati per quasi tutta la gita. La traccia finisce nei pressi dell'alpe Naccio a 1300, da lì in poi tocca a noi. Il vento è furioso, la cornice alla nostra sinistra è inquietante e ce ne stiamo ben lontani, rimanendo tra gli alberi. Arrivati faticosamente a 1600m, alla seconda caduta in un buco decidiamo per un saggio dietro-front. Pochi secondi dopo sbucano dei locals che ci indicano il miglior passaggio per accedere all'ultima parte di cresta. La via estiva non si può seguire per degli accumuli e qualche cornice così si deve salire ripidamente in mezzo ai roccioni. Non senza ravanare arriviamo alla croce, qui è impossibile anche solo stare in piedi, figuriamoci firmare il libro o fare foto con calma. Sotto la verticale della vetta il vento è di minor intensità e dopo una meritata pausa ci buttiamo verso valle. Senza difficoltà torniamo a Ronco godendoci lo spettacolo del lago increspato e delle creste fumanti. Con Meme e il sempre più forte Zeus.
Giudizio Complessivo :: **** / ***** stelle
osservazioni :: nulla di rilevante
neve (parte superiore gita) :: crosta non portante
neve (parte inferiore gita) :: crosta portante
note su accesso stradale :: Ok a Ornasso
quota neve m :: 900
Ancora una volta il grande Meme sfodera una gita insolita e ne viene fuori una gran giornata. La zona è poca frequentata in inverno, noi ne approfittiamo e godiamo di una splendida solitudine. L'ambiente in cui si svolge il percorso è affascinante in condizioni invernali, e conviene farlo con un bel po' di neve a rendere speciale l'atmosfera. La neve è trasformata da sopra Monte Vecchio fino a quota 1300 circa, oltre, a causa del vento e del fitto bosco è ancora polverosa. Ce ne accorgiamo in fretta e facciamo una gran fatica a tracciare, sprofondando ad ogni passo fino al ginocchio e oltre. Zeus ci segue progredendo nella trincea che gli scaviamo, indomito ci segue fino in cima. Gli ultimi 100m potrebbero richiedere l'uso dei ramponi, ma noi nella polvere non ne abbiamo avuto bisogno. Ero un po' in ansia per alcune placche evidenti ma la neve era proprio poca, spazzata dal forte vento dei giorni scorsi, per cui pericoli pochi. Il panorama merita davvero, peccato solo non si veda il lago, impallato dalle Rocce del Gridone che da qui appaiono tetre e inaccessibili. Qualche nuvola verso i confini svizzeri ma sole pieno tutto il giorno. Temperature polari per tutto il giorno, la primavera è lontana ma il sole inizia a scaldare. Con Meme e Zeus.
Giudizio Complessivo :: ** / ***** stelle
osservazioni :: visto valanghe lastroni esistenti
neve (parte superiore gita) :: crosta non portante
neve (parte inferiore gita) :: crosta non portante
note su accesso stradale :: Strada innevata da località Fraggio, necessarie catene o 4x4
quota neve m :: 700
Scelta sbagliata! Obiettivo fare il giro: Baciamorti, Aralalta, Sodadura, Piazzi. Le previsioni davano vento ma non così forte come poi è stato. Mentre nella notte salgo verso il rif Gherardi, sento un fragore come di un torrente impetuoso, scoprirò mio malgrado che quegli ululati sono causati dalle raffiche di vento. Da quota 1500m presso i piani sotto il Gherardi si scatena un vento clamoroso, faccio fatica a proseguire e sono scoraggiato. La neve riportata mi acceca e nonostante non sia freddissimo mi devo bardare tipo spedizione antartica. Cerco di proseguire verso le creste ma è chiaro che oggi non ci sono le condizioni per salire sulla dorsale. Non ha senso proseguire con questo blizzard e dopo un giro esplorativo verso il rif Battisti, torno a valle con le pive nel sacco. Mi rimangono le immagini di un'alba splendida sul Resegone e le Grigne e la cruda bellezza invernale della montagna, oggi particolarmente arrabbiata. Comunque il posto è davvero splendido e tocca ritornare. La strada è libera dalla neve per circa due km dal bivio. Si parcheggia alla località Fraggio a meno che non si abbia un 4x4 o delle buone catene per proseguire su neve e ghiaccio fino a Quindicina.