Le mie gite su gulliver
Giudizio Complessivo :: **** / ***** stelle
osservazioni :: nulla di rilevante
neve (parte superiore gita) :: crosta non portante
neve (parte inferiore gita) :: crosta portante
note su accesso stradale :: Ok a Ornasso
quota neve m :: 900
Ancora una volta il grande Meme sfodera una gita insolita e ne viene fuori una gran giornata. La zona è poca frequentata in inverno, noi ne approfittiamo e godiamo di una splendida solitudine. L'ambiente in cui si svolge il percorso è affascinante in condizioni invernali, e conviene farlo con un bel po' di neve a rendere speciale l'atmosfera. La neve è trasformata da sopra Monte Vecchio fino a quota 1300 circa, oltre, a causa del vento e del fitto bosco è ancora polverosa. Ce ne accorgiamo in fretta e facciamo una gran fatica a tracciare, sprofondando ad ogni passo fino al ginocchio e oltre. Zeus ci segue progredendo nella trincea che gli scaviamo, indomito ci segue fino in cima. Gli ultimi 100m potrebbero richiedere l'uso dei ramponi, ma noi nella polvere non ne abbiamo avuto bisogno. Ero un po' in ansia per alcune placche evidenti ma la neve era proprio poca, spazzata dal forte vento dei giorni scorsi, per cui pericoli pochi. Il panorama merita davvero, peccato solo non si veda il lago, impallato dalle Rocce del Gridone che da qui appaiono tetre e inaccessibili. Qualche nuvola verso i confini svizzeri ma sole pieno tutto il giorno. Temperature polari per tutto il giorno, la primavera è lontana ma il sole inizia a scaldare. Con Meme e Zeus.
Giudizio Complessivo :: ** / ***** stelle
osservazioni :: visto valanghe lastroni esistenti
neve (parte superiore gita) :: crosta non portante
neve (parte inferiore gita) :: crosta non portante
note su accesso stradale :: Strada innevata da località Fraggio, necessarie catene o 4x4
quota neve m :: 700
Scelta sbagliata! Obiettivo fare il giro: Baciamorti, Aralalta, Sodadura, Piazzi. Le previsioni davano vento ma non così forte come poi è stato. Mentre nella notte salgo verso il rif Gherardi, sento un fragore come di un torrente impetuoso, scoprirò mio malgrado che quegli ululati sono causati dalle raffiche di vento. Da quota 1500m presso i piani sotto il Gherardi si scatena un vento clamoroso, faccio fatica a proseguire e sono scoraggiato. La neve riportata mi acceca e nonostante non sia freddissimo mi devo bardare tipo spedizione antartica. Cerco di proseguire verso le creste ma è chiaro che oggi non ci sono le condizioni per salire sulla dorsale. Non ha senso proseguire con questo blizzard e dopo un giro esplorativo verso il rif Battisti, torno a valle con le pive nel sacco. Mi rimangono le immagini di un'alba splendida sul Resegone e le Grigne e la cruda bellezza invernale della montagna, oggi particolarmente arrabbiata. Comunque il posto è davvero splendido e tocca ritornare. La strada è libera dalla neve per circa due km dal bivio. Si parcheggia alla località Fraggio a meno che non si abbia un 4x4 o delle buone catene per proseguire su neve e ghiaccio fino a Quindicina.
Giudizio Complessivo :: *** / ***** stelle
La bellissima mulattiera che parte da Germanello è una rampa che non molla mai. Anche nei tratti di sentiero la pendenza è sempre elevata, per cui questa è una gita dallo sviluppo contenuto ma con buon dislivello. Giornata strana, qualche nuvola di troppo al mattino presto, poi il vento forte in quota ha spazzato tutto. Lungo il percorso sono stati aggiunti di recente centinaia (troppi!!!) di segni blu sui sassi e sugli alberi ad indicare la via migliore. Dalla dorsale e poi in vetta vento estremo con raffiche fortissime che quasi ti sbattevano in terra. Bello il panorama sul lago e sulle Alpi del Lario, qualche foschia verso N e verso S sulla pianura. Avvistati camosci, capre e qualche pecora. Neo della gita, a mio parere, il fitto bosco che non permette che di intravedere il lago mentre si sale. Ottimo allenamento condiviso con Ele, Anto e Angy.
Giudizio Complessivo :: ***** / ***** stelle
Val di Scalve semplicemente meravigliosa. Uno dei luoghi meno conosciuti delle Alpi Lombarde. Incredibile, vista la bellezza di queste ardite montagne dolomitiche. Siamo saliti dalle piste verso Malga Epolo: errore. Conviene salire dal piazzale Alpini verso Malga di Voia, percorso più bello e più veloce, ma lo scopriremo in discesa. Sotto al passo dai 1700 in su la neve non è poca ma le vecchie tracce permettono una progressione rapida. Dal passo il traverso è quasi completamente secco, la poca neve presente non crea problemi. Solo attenzione a non finire in qualche buco tra i roccioni. Nel conoide la neve si presenta dura in superficie ma con un'infida crosta non portante. Si fa fatica ma senza problemi siamo all'imbocco del canalino per accedere alla cresta. La neve qui è ventata e per nulla portante con assenza di traccia. Due ragazzi ci aprono la via fino allo sbocco del colletto. Si sprofonda ad ogni passo fino al ginocchio, a causa dell'esposizione questo tratto non vede mai il sole. La neve non è trasformata ed è polverosa. La cornice si supera con un passo un po'lungo ma facile. La cresta è facile ma molto esposta e occorre grande attenzione a non fare errori. Giungiamo in vetta: il panorama è grandioso e ci lascia senza parole, grazie alla giornata meteorologicamente strepitosa. Discesa faccia a monte lungo tutta la cresta e per tutto il canalino con due picche. Arrivati al conoide scendiamo veloci visto il caldo. Dal passo saliamo in cima alla Corna Busa, ne vale la pena per ammirare il Pizzo da un angolo insolito. Ho ancora poca esperienza ma questo itinerario non è un F ma PD, perlomeno in queste condizioni. Con Meme.
Giudizio Complessivo :: **** / ***** stelle
La strada in questo periodo è chiusa all'altezza del camping Arera a circa 1100m. Un sentiero consente di tagliare i tornanti, occorre reperirlo presso una baita a quota 1400m circa. Strada innevata e ghiacciata a tratti, comunque si arriva in fretta ai vecchi inguardabili impianti di quota 1600m. Da qui seguire la strada in direzione del Pizzo e i segni bianco-rossi che ogni tanto appaiono. La neve non è mai continua fino alla Capanna 2000. Dal rifugio inizia la dorsale molto panoramica e dritta verso la cima. La poca neve presente è ghiacciata e portante, ciaspole inutili, ramponi consigliati. Fino all'anticima le pendenze sono cattive e non mollano mai. Tratto finale: discesa esposta che porta ad un colletto. Da qui, con picca e ramponi si risale un canalino in una strettoia, pendenza sui 30-35° max. Finita la strettoia ci si deve ricongiungere alla cresta con un punto ripido, max 40° per 25-30m, da qui difficoltà finite e croce in vista. In condizioni invernali a mio parere un F ci sta, di certo non EE. Panorama bellissimo e per una volta poco vento. Discesa con attenzione nella parte alpinistica e poi giù a cannone verso Plassa. In solitaria.
Giudizio Complessivo :: *** / ***** stelle
osservazioni :: nulla di rilevante
neve (parte superiore gita) :: polverosa
neve (parte inferiore gita) :: altro
note su accesso stradale :: Ok a Revolè, oltre strada stretta e ghiacciata
quota neve m :: 2000
Scelgo di andare dove ha nevicato di meno, mi ritrovo nel giro di pochi giorni ancora dalle parti del Lario. Al momento non servono le ciaspole, ho inserito qui la gita in quanto manca l'itinerario escursionistico. La neve è pochissima anche in alto e completamente spazzata dal vento. Ho usato i ramponi negli ultimi 80-90m di dislivello, la neve era durissima e una scivolata è poco consigliata sul pendio finale che è leggermente esposto. La giornata parte male con l'autostrada bloccata a Como per un veicolo contromano! Poi parcheggiata l'auto, poco prima che la stradina diventi sterrata, dopo pochi passi faccio un volo sul ghiaccio che a momenti mi spacco le ossa... Il preannunciato vento da N non molla un attimo e fa un freddo bestia! Dalle baite di Zartigna ho tagliato verso destra salendo, errore perché bisogna andare a sinistra e intercettare una labile traccia che porta sullo spallone di erba e roccette. Poi senza possibilità di errori si è con fatica all'anticima e poi con attenzione (esposto) alla croce di vetta. E' purtroppo molto facile perdere il sentiero, io ho ravanato non poco. Il freddo pazzesco non mi ha fatto godere pienamente del panorama grandioso che spazia dagli Appennini al Bernina passando dal lago di Como, al Legnone (magnifico), le Grigne. il Rosa, gruppo Weissmies, Mischabel etc etc. Auto-vetta-auto: nessun essere umano incontrato nemmeno in giro per le frazioni alte di S.Nazzaro, solo qualche lontano escursionista avvistato mentre saliva sul vicino Monte Bregagno. Un luogo davvero appartato per una gita dal sapore d'altri tempi e lontano da tutto.
Giudizio Complessivo :: **** / ***** stelle
Scegliamo di farci una bella gita in montagna per smaltire i bagordi natalizi. Scelta azzeccata: gita incredibilmente bella per i panorami di prim'ordine sul lago di Como. Una volta usciti dal rado bosco la visuale si apre ed è un'emozione per gli occhi la vista sul Rosa, sugli Appennini, sulle Grigne e sul maestoso Legnone che domina la sponda orientale del lago. Il percorso è elementare sia per l'orientamento, data la presenza di numerosi segni bianco-rossi, che per la totale assenza di difficoltà tecniche. L'innevamento è quasi zero al momento, qualche chiazza di neve dal Bregagnino e sulla dorsale del Bregagno. Gli ultimi 100m sono di neve continua ma non abbiamo usato i ramponi. Panorama dalla vetta semplicemente fantastico. Peccato per il vento fortissimo che da S.Amate ci ha accompagnato fino al Bregagnino. Poi dalla dorsale alla vetta era quanto meno tempestoso. Uno dei più bei panorami mai osservati. Con Eleonora.
Giudizio Complessivo :: ***** / ***** stelle
Chi ha inserito l'itinerario ha sbagliato quotando questo percorso F+. Attenzione: è un PD/PD+, perlomeno in condizioni invernali come in questo periodo. Oggi prime macchie di neve da 1500m, poi neve continua dai 1700. Abbiamo trovato buone condizioni: cresta profondamente tracciata, neve farinosa non completamente trasformata ma in gran quantità. I passaggi di misto sono pochi e semplici in queste condizioni. La ripidezza di molti tratti si aggira e forse supera i 50°, in più ci sono 3-4 discese brevi ma molto esposte e rognose. Aggiungere tutta una serie di passi da compiere su crestine affilate e molto esposte per un impegno globale da non sottovalutare. Poco prima del passo di 3+/4, (che abbiamo aggirato su pendio ripido a sinistra), si trova un punto ghiacciato non banale, punto chiave della via al momento. Un ventaccio maledetto ci ha fatto compagnia dall'attacco alla cima, ma per lunghi tratti eravamo protetti dalla cresta. Panorami e ambiente strepitosi! Gran ressa al Brioschi in cima e traccia evidente e sicura sulla via della Ganda per tornare al Cainallo. Con Silvia, alla quale vanno i miei complimenti, in una grande giornata da ricordare.
Sui primi passi di misto
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Giudizio Complessivo :: **** / ***** stelle
osservazioni :: nulla di rilevante
neve (parte superiore gita) :: polverosa
neve (parte inferiore gita) :: polverosa
note su accesso stradale :: Non necessarie catene
quota neve m :: 1900
Partiamo da casa con pioggerella e nuvoloni, così sarà fino al confine con la Vallee. Qui stelle in cielo e alba limpida come da previsioni. Conca di Cheneil sempre stupenda. Ritorno di Eleonora sulla neve, necessità di una gita breve e facile: difficile trovare meglio di questo. Neve fin dalla stradina per arrivare a Cheneil, polverosa dal bosco fino in cima. Siamo saliti con tutta calma verso il colle Fontana Freida che non abbiamo raggiunto poiché saliti direttamente in vetta, seguendo le tracce di tre skialp che ci precedevano. Panorama sul Cervino da togliere il fiato. Giornata dal cielo dipinto di blu, che noi gente di pianura non vedevamo da settimane. Traccia evidente in salita e decine di possibili alternative per la discesa nel rado bosco, al di fuori da ogni pericolo. Centinaia di persone in giro, macchine parcheggiate sulla strada fino a quasi un km a valle del parcheggio. Solito effetto straniante una volta giunti a Quincinetto: iniziano le nuvole e diamo un arrivederci al sole. Ci rituffiamo nel grigiore della pianura per tornare alla città. Evviva la montagna e i suoi colori.
Giudizio Complessivo :: **** / ***** stelle
osservazioni :: nulla di rilevante
neve (parte superiore gita) :: polverosa
neve (parte inferiore gita) :: polverosa
note su accesso stradale :: OK
quota neve m :: 1400
Alla ricerca di un altro posto nuovo e mai frequentato, piombiamo in Valchiavenna. Itinerario sicuro, assente quasi ogni tipo di pericolo anche con molta neve come abbiamo trovato noi, nessuna difficoltà alpinistica. Richiesto un buon allenamento per non penare vista la lunghezza dell'itinerario. Nei pressi dell'arrivo del vetusto skilift non troviamo nessuna traccia di sentiero corrispondente alle relazioni in nostro possesso il metro e passa di neve non aiuta. Calzate le ciastre ci addentriamo nel bosco, poi perplessi saliamo verso sinistra e in qualche modo, non senza la solita immancabile ravanata riusciamo a raggiungere il Pian dei Cavalli. Il posto è incantevole e le condizioni di innevamento straordinario rendono il luogo magico. Mi riprendo fisicamente solo dai 2000m in su, ci alterniamo a batter traccia e con grande fatica siamo in cima. Nessun segno di essere umano avvistato nel vallone, solo un grande mistero per due skialp apparsi sopra il lago a quota 2400 circa e saliti da chissà dove! Scendiamo veloci e nonostante qualche tribolazione con una mia ciaspola siamo alla macchina prima del buio. Con Meme sempre fornitore di gite tanto ottime quanto impreviste e il buon Zeus che soffre un po' la neve polverosa ma è in forma e ci accompagna fedele senza batter ciglio.